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La difesa dei monumenti: “Catania e Mazzini”
22 Maggio 2016
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La difesa dei monumenti: “Catania e Mazzini”

Home » Attualità » Incontri » La difesa dei monumenti: “Catania e Mazzini”

Catania e MazziniCATANIA – «La statua di Mazzini è la prima effige italiana dedicata al personaggio», esordisce così Alfio Pennisi, preside del Liceo Classico Statale “Nicola Spedalieri”, durante la presentazione del documentario Catania e Mazzini, tenutasi presso la biblioteca dell’istituto sabato 21 maggio 2016. 

Tra i relatori, la professoressa Carminella Sipala, vicedirettore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, che ci tiene a sottolineare quanto sia importante salvaguardare il patrimonio artistico-culturale, quindi la “memoria”, perché «noi siamo quello che siamo stati. I bambini costruiscono la propria identità attraverso i ricordi, allo stesso modo la società umana progredisce tramite le testimonianze storiche. I monumenti riportano in vita i valori e gli ideali degli uomini che raffigurano; molti di quelli che si possono incontrare oggi per le strade delle nostre città appartengono al IXX secolo perché è a partire da quell’epoca che germogliano miti quali la patria, la famiglia, lo Stato… quindi immagini, sculture, busti in grado di porre le basi delle odierne istituzioni».

Durante la conferenza viene ripetuto più volte quanto sia fondamentale il pensiero mazziniano per le nuove generazioni, in particolare l’idea di combattere contro la menzogna e l’ingiustizia. Secondo il patriota lo scopo della vita consiste non tanto nel raggiungere la propria felicità, ma nel far sì che siano gli altri a poterla conquistare. «Mazzini non è soltanto un nome lontano da relegare in un libro in soffitta, rappresenta un immenso lascito ereditario che, ancor oggi, può fornire insegnamenti pratici nell’esercizio dell’etica politica e della vita pubblica» continua l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa, Orazio Licandro.

Conferenza su Mazzini

Da sinistra: Giovanni Romolo Flaccomio, Luca Platania, Alfio Pennisi, Carminella Sipala, Orazio Licandro

I veri protagonisti dell’evento restano, comunque, il dott. Giovanni Romolo Flaccomio, video maker, produttore e regista del documentario, e il narratore del video, il professor Luca Platania, membro della sezione catanese dell’Associazione Mazziniana Italiana Onlus. «Tutto è cominciato quando, dopo un esame di Storia contemporanea, uno studente mi ha “importunato” chiedendomi di raccontare la storia di Mazzini e, in particolare, la conferenza del 23 ottobre 2015, organizzata in onore dei 140 anni dalla realizzazione del monumento al filosofo», spiega Platania. «Il mestiere del video maker è quello di diffondere l’arte e la cultura – continua Flaccomio – affinché il loro ricordo non vada perduto. Quando si realizza un cortometraggio del genere, la difficoltà risiede nell’adattamento del tempo dei contenuti a quello del video. Si tratta, soprattutto, di fare un lungo lavoro di selezione di ogni frame che, però, una volta terminato permette di narrare una storia in modo conciso e unitario. In quest’opera di “montaggio” le musiche sono essenziali per accompagnare le informazioni visualizzate sullo schermo alle emozioni».

Il documentario, della durata di circa 20 minuti, ripercorre un arco storico che va dal Risorgimento fino al Fascismo, i brani appartengono al ricco repertorio iconografico Coro Michele Novaro di Torino e raccoglie anche le testimonianze di alcuni dei protagonisti della conferenza di ottobre: Enzo Bianco, sindaco di Catania, Mario Di Napoli, presidente dell’AMI Onlus, Giancarlo Magnano San Lio, direttore del DISUM, Giovanni Grasso, ordinario di Diritto Penale dell’Università di Catania, Michele Finelli, vice presidente AMI Onlus. Al termine del dibattito con gli studenti, Voci di Città ha posto una serie di domande al regista per capire meglio cosa ha portato alla realizzazione del progetto.

Come è nata l’idea del documentario?

«A dire la verità, quasi per caso. Stavo camminando per il Monastero dei Benedettini quando ho incontrato il mio futuro amico e collega, il dott. Luca Platania, con il quale ho cominciato a parlare della manifestazione relativa ai 140 anni trascorsi dalla costruzione del monumento a Mazzini. Luca mi ha raccontato una storia emozionante e da qui è nata l’idea di non fermarla alla sola conferenza, ma di estenderla alla Rete per farle raggiungere un pubblico più vasto».

Per te chi rappresenta Giuseppe Mazzini?

«Giuseppe Mazzini è senza dubbio il padre del concetto moderno d’Italia e di Europa, quindi io per primo ho potuto imparare molto di più su uno degli ideatori della patria. Spero che il mio lavoro e quello del dott. Platania possa aiutare tanti altri italiani a riscoprire le radici storiche del loro Paese e i giovani catanesi ad avere un po’ più di orgoglio cittadino».

Per un video maker, qual è la sfida con questo tipo di materiale?

«Il montaggio di un’opera che richiede molto tempo, fatica, denaro è, prima di tutto, una grande prova di professionalità e solo se si vive l’opera attraverso le emozioni che trasmette la si può portare a compimento».

In cosa consiste, quindi, l’obiettivo ultimo di un progetto del genere?

«Rispondere soltanto “la trasmissione della cultura” sarebbe banale. Il mio vero scopo è stato dimostrare che chiunque ami fare un mestiere creativo può riuscirci, ovviamente con sacrifici, notti insonni, correzioni che spesso uno non capisce ma che deve apportare per avere, comunque sia, un prodotto “bello” e accettabile».

Che ruolo hanno le istituzioni per poter veicolare, liberamente, il proprio messaggio?

«Sono importanti nella misura in cui un lavoro riconosciuto dalle istituzioni acquista una sua “ufficialità”. Quando un ente, come l’Università degli Studi di Catania, ti concede il suo patrocinio, è come se quel logo fosse una prova della qualità del tuo prodotto. Ottenere la partecipazione di quante più istituzioni possibili permette, dunque, di certificare in modo oggettivo la buona riuscita del tuo lavoro».

Alberto Molino

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About Alberto Molino

Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.

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