Una recente ricerca della Commissione europea mostra come dal 2013 ad oggi i laureati in Italia si mantengano su un livello di crescita zero. Nella classifica europea di studenti che abbandonano l’università prima di terminare il ciclo di studi,con una dato del 45%, l’Italia si colloca nelle prime posizioni, accendendo un campanello d’allarme che deve far riflettere. Pertanto, resta da chiedersi il perchè il numero dei laureati italiani tra i 30 e 40 anni sia tra i più bassi dell’Unione, sebbene l’attuale e feroce mercato del lavoro richieda il possesso di titoli di studio sempre più alti.
Dal 1945 ad oggi, non era mai accaduto che il numero dei laureati presenti nel Bel paese smettesse di crescere, segnando il sorpasso da parte dei Paesi a reddito alto o medio-basso che, al contrario, hanno intrapreso l’indice di crescita col segno positivo. Una statistica dell’OCSE di Parigi ha invece rivelato che gli atenei francesi e tedeschi producono ogni anno circa il doppio dei laureati in Italia; ma la crescita esponenziale di studenti che riescono a terminare gli studi non è un fenomeno unicamente riconducibile agli Stati più avanzati, dato che anche in società come quella cinese o sud coreana è possibile riscontrare parecchie note positive in merito. Il dato più preoccupante, di fatto, è un altro: il numero di laureati che si trasferiscono all’estero per cercare lavoro. Secondo un’indagine ISTAT, uno studente su quattro, dopo il percorso universitario, per scelta o per costrizione, decide di lavorare all’estero.
Di conseguenza, nient’altro che un capitale umano sciupato e che contribuisce ad alimentare la negatività di queste statistiche, che negli ultimi anni non sembra proprio voler scemare. Sono circa in 100.000 i giovani che nel 2015, al termine della magistrale, hanno lasciato l’Italia, contro i 27.000 stranieri che hanno compiuto il percorso inverso arrivando nel nostro Paese. In conclusione, anche l’ambito salariale non è dei più favorevoli: l’agenzia nazionale di indagine statistica ha infatti riscontrato come la paga minima di uno studente con laurea triennale si sia abbassata dai 1.300 euro del 2007 ai 1.004 del 2012. In merito, è paradossale che delle competenze specialistiche vengano remunerate così poco, in particolare se sono in pochi a possederle.
Francesco Laneri
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