Il vuoto nell’immensa piazza San Pietro in occasione dello “straordinario” Urbi et Orbi di papa Francesco è il ritratto più eloquente e angosciante (passateci il termine) della pandemia e dell’emergenza Coronavirus. Quella che da sempre, in ogni messa e ricorrenza è stata gremita di fedeli, questa volta si è presentata spoglia come un albero in autunno. Pura ironia se si pensa che è appena iniziata la primavera. Straordinario sì, perché la benedizione alla città di Roma e al mondo avviene in occasione dell’elezione, di Pasqua e del Natale.
«Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Ti imploriamo Dio, non lasciarci nella tempesta», queste le parole che riassumono l’intero discorso commosso del pontefice. Un lungo appello a riflettere sulla nostra esistenza e su quelli che possano essere i nostri peccati.
“Smarriti” perché con la pandemia in corso la nostra fede sta vacillando e la nostra fiducia spirituale nutre più di qualche dubbio. Ma anche perché abbiamo perso le nostre abitudini. E, volendo trovare un collegamento, chi sa che non stiamo pagando le conseguenze di quanto fatto nei secoli e nei millenni e che questo possa essere l’inizio di un’attenta riflessione. Fede o meno, preghiera o no, certo è che bisogna venir fuori da questa situazione di crisi, capace di annullare eventi dal grande valore simbolico come le Olimpiadi e di mettere in ginocchio potenze mondiali.
E per riuscirci tutti devono fare la loro parte. In primis la politica, anche quella sovranazionale. Così, discostandosi dall’aspetto religioso, ecco quello istituzionale. In Italia, dopo le innumerevoli disposizioni del premier Giuseppe Conte, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato l’Europa a prendere concretamente coscienza di quanto stia accadendo e del reale pericolo che può rappresentare il Coronavirus. Tanti gli aspetti minacciati: su tutti quello sociale, sanitario ed economico.
Su quest’ultimo aspetto sono tanti i provvedimenti presi dalla Commissione e dalla Banca Centrale Europea, ma, forse, qualcuno ancora sottovaluta quanto stia accadendo: «Ancora qualche governo nazionale non ha preso seri provvedimenti. Spero questo accada nei prossimi giorni», ha evidenziato il presidente.
«È una pagina triste della nostra storia, in cui bisogna avere coesione e unità sociale», ha sottolineato Mattarella. Gli stessi valori enfatizzati da papa Francesco, seppur non in chiave politica: «Nessuno si salva da solo. Non è il tempo del Tuo giudizio (riferendosi a Dio, ndr), ma del nostro. Bisogna capire ciò che è necessario e ciò che non lo è, trovando nuove forme di fraternità e solidarietà».
Politica, religione e scienza, a volte in antitesi tra loro, vanno nella stessa direzione. Appelli con sfumature diverse, ma con lo stesso obiettivo. Fedeli, credenti e non si trovano al cospetto della pandemia.
Andrea Lo Giudice
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