C’è chi non ha dormito e chi è stato svegliato dalle sirene, forse qualche civile non ha più riaperto gli occhi… Da una questione politica (?) e storica (?) a una militare. Il passato non è poi tanto lontano, anzi, troppo vicino. Sia in termini storici, che geopolitici (per chi si trovi nel Vecchio Continente). Da mondo occidentalizzato, democratico e volto all’evoluzione sociale, l’Europa ha fatto rivedere gli spettri del passato e di un conflitto che potrebbe raggiungere livelli “mai visti” – parole del presidente russo Vladimir Putin.
L’attacco di questa mattina della Russia nei confronti dell’Ucraina ha un sapore tutt’altro di demilitarizzazione. Piuttosto di “invasione”, ma meglio non dirlo a Putin. È questa l’idea che dà l’attacco a Kiev, Odessa e Charvik, che supera decisamente la “semplice protezione” agli indipendentisti del Donbass. Paura del rafforzamento militare dell’Ucraina negli ultimi anni? Problemi derivanti da un rapporto sul filo di lama tra Russia e Stati Uniti e a equilibri precari interni? Le ragioni più profonde dell’attacco possono essere innumerevoli, da quelle storiche a quelle economiche, a quelle legate alla semplice sete di potere e voglia di supremazia.
Qualunque sia la motivazione, certamente Putin va oltre gli interessi reali del Paese, già in difficoltà e in crisi sotto molti punti vista. Da quello sanitario, a quello economico. Un Paese che vive nel pieno del paradosso (non l’unico al mondo): ricco di risorse, di ricchezze, di storia, ma con un’economia che non è mai riuscita a decollare come avrebbe dovuto e potuto. E questo, forse, anche per gli innumerevoli investimenti in campo militare, come se la forza fosse l’unica cosa che renda affascinante e appetibile una nazione.
La stessa forza militare usata per iniziare una guerra definita “insensata e immotivata“ da gran parte dell’occidente e che, a meno di risvolti politici e diplomatici, dovrà resistere a una controffensiva. Ancor più grave, però, una forza militare che, inevitabilmente, è costata, costa e costerà delle vittime, alcune innocenti.
E se le stesse risorse destinate al rafforzamento militare fossero state spese per altro? Probabilmente oggi parleremmo di altro e non di un evento che, sicuramente, tra alcuni anni verrà studiato nei libri di storia. E potremmo aggiungere, “caro” Putin, che saresti stato molto più apprezzato dal mondo intero e dalla Russia: oggi, certamente, il Paese sarebbe ancora più ricco e prosperoso. L’uomo dovrebbe imparare dalla storia, ma forse questa è… un’altra storia.
Andrea Lo Giudice
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