Le immagini di Livorno sommersa dal fango e da cumuli di detriti accendono nuovamente i riflettori sul rischio idrogeologico in Italia, tanto fragile quanto impreparata dinanzi alla gestione delle avversità. Ancora una volta si è costretti ad effettuare l’amaro conteggio dei danni, prima di tutto in termini di vite umane spezzate dal violento nubifragio che si è abbattuto sul livornese nella notte tra sabato e domenica. Il passaggio successivo consiste nel quantificare i danni materiali causati dall’alluvione: a tal proposito il primo cittadino Filippo Nogarin ipotizza la cifra complessiva di un miliardo di euro.
Dal terremoto de L’Aquila a quello in Emilia Romagna, dall’alluvione di Genova del novembre 2011 al ricordo ancora vivo del disastro in Centro Italia, negli ultimi quindici anni le calamità naturali hanno inferto danni per quasi 50 miliardi di euro. I dati della Commissione europea elaborati da Adnkronos comprendono il periodo 2002-2017 (esclusi gli ultimi tre mesi) e non fanno altro che attestare la frequenza con cui si manifestano avvenimenti di tale portata.
È il Centro Italia a pagare per l’ennesima volta il prezzo più alto, a cominciare dal terremoto in Molise dell’ottobre 2002, occasione in cui un’insegnante e 27 alunni di prima elementare persero la vita sotto le macerie di un istituto scolastico di San Giuliano di Puglia, paesino in provincia di Campobasso. Alle 3.32 del 6 aprile 2009 una forte scossa di magnitudo 5,9 distrusse la città de L’Aquila, causando 309 morti e poco più di dieci miliardi di danni. Allo stesso modo bilancio pesante per il recente sisma in Centro Italia del 2016-2017, dove prosegue la fase di ricostruzione seppur tra ritardi ed incertezze in pura salsa italica.
In questi anni il nostro Paese ha ricevuto metà delle risorse stanziate dall’Unione Europea attraverso l’attivazione del Fondo di solidarietà a livello comunitario, per una cifra che ammonta a 2,5 miliardi di euro complessivi. In ordine di tempo, l’ultimo contributo elargito dall’Unione da 1,2 miliardi è destinato alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal terremoto dell’Italia centrale. L’assenza di prevenzione come filo conduttore di disastri annunciati, le vittime, la conta dei danni e quel grido degli esperti, il più delle volte dimenticato, sull’importanza di prevenire e costruire in piena sicurezza.
Gabriele Mirabella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.