CATANIA – Su delega della procura distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare nei confronti di 2 persone.
Sono stati arrestati L.A.M., 66 anni, e F.A., di 47 anni.
Incensurati, sono entrambi ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato e di esercizio di case di prostituzione.
È stato inoltre applicato il sequestro preventivo di tre immobili nel centro di Catania.
Questo provvedimento restrittivo raccoglie i risultati di un’attività investigativa di tipo tecnico e tradizionale condotta dagli investigatori della seconda Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione.
È stato un servizio “privato” in una casa del centro ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.
L’attività tecnica ha consentito di accertare che L.A.M., in concorso con F.A., che svolgeva il ruolo di mediatore, aveva creato un sistema di prostituzione indoor, subaffittando appartamenti del comune di Catania a donne straniere che si alternavano con cadenza settimanale.
I due sublocavano, a un prezzo superiore rispetto ai valori di mercato, immobili adibiti a case di prostituzione per giovani donne di diverse nazionalità, favorendo e sfruttando la prostituzione di queste ultime.
In particolare, L.A.M., in qualità di conduttrice degli appartamenti sopra indicati, concedeva i locali pretendendo il pagamento di un canone settimanale di 500 euro o di 700 euro, rispettivamente se si trattava di una ragazza o di una coppia di donne, fornendo loro un posto in cui prostituirsi anche contemporaneamente.
Intanto F.A. procacciava le donne, curandone materialmente la sistemazione negli appartamenti, effettuando il “check in“, la riscossione dell’affitto e occupandosi, insieme alla co-indagata, del rifornimento continuo di biancheria e della costante pulizia dei locali.
Tra le mansioni che spettavano a F.A., che tratteneva una percentuale dell’affitto pagato dalle donne per la disponibilità dei locali, c’era anche il controllo costante del comportamento tenuto dalle “ospiti” per assicurare quanta più riservatezza possibile ai condomini e garantire le condizioni migliori per esercitare l’attività.
Durante la fase dell’esecuzione della misura, in due dei tre appartamenti erano presenti tre donne e un uomo, di nazionalità colombiana e della Repubblica di Santo Domingo, e un cliente.
I due sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza e i tre appartamenti sopra indicati sono stati posti sotto sequestro preventivo e affidati in custodia giudiziale ai rispettivi proprietari.
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