E se il regno delle due Sicilie esistesse ancora? Sembra che in alcune scuole del Regno Unito questa teoria sia tutt’oggi accreditata. A rivelarlo sono alcuni documenti che riportano l’elenco degli studenti che frequentano alcune scuole britanniche. Chiunque si trovi a posare lo sguardo su quelle interminabili liste, infatti, potrà notare che, per quanto riguarda gli studenti nostrani, il testo fa delle distinzioni tra italiani veri e propri, italiani siciliani e italiani napoletani. Quattro le sigle per contraddistinguere le varie zone di provenienza dei ragazzi originari del Belpaese: «ITA» (italiano puro), «ITAA, any other» (italiani di aree geografiche non meglio identificate), «ITAN, (Italian Napoletan)» e infine «ITAS, (Italian Sicilian)».
L’ambasciaore Pasquale Terraciano, in rappresentanza della diplomazia italiana, non ha tardato a far notare questa differenziazione, troppo umiliante per essere accettata. Dopo aver spedito una lettera l’11 ottobre scorso al Foreign Office, con l’intenzione di chiarire le dinamiche verificatesi in alcuni istituti di Inghilterra e Galles, Terraciano ha manifestato la propria indignazione per l’accaduto, nonostante abbia escluso la possibilità che si tratti di un qualche tipo di discriminazione attiva nei confronti degli italiani. Non è, anzi, un mistero l’apprezzamento dei cittadini inglesi nei confronti di quelli dello Stivale, complice il fatto che sono numerosissimi i nostri connazionali che, lasciato il Paese di provenienza, spendono le loro energie e impiegano il loro talento offrendo un contributo fondamentale in U.K., che costiuisce un capitale prezioso per il mercato del lavoro britannico.
In ogni caso, nella nota verbale verso Londra, i responsabili della nostra diplomazia hanno incluso tra le righe, oltre all’evidente disappunto, un pizzico di tipico british humor, ricordando che «l’Italia è diventata un paese unificato il 17 marzo 1861». Le scuse dalla capitale del Regno Unito non hanno tardato ad arrivare e il ministero degli Esteri ha garantito che le inappropriate e offensive categorizzazioni verranno immediatamente rimosse. Come giustificazione dell’accaduto, il Foreign Office ha spiegato che «verificherà per quale motivo, in pochi e isolati distretti scolastici, siano state introdotte queste categorizzazioni, che peraltro non avevano alcuna volontà discriminatoria, ma semplicemente miravano all’accertamento di qualche ulteriore difficoltà linguistica per i bambini da inserire nel sistema scolastico inglese e gallese». L’ambasciatore Terraciano si è subito dichiarato soddisfatto e l’incidente diplomatico sembra essere stato archiviato con la pacatezza tipica dei lord inglesi.
Francesco Laneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.