La Premier League 2021-2022 si è conclusa il 22 maggio, con la vittoria del Manchester City ai danni del Liverpool al fotofinish. Il trionfo dei Citizens – arrivato dopo il 3-2 in rimonta con l’Aston Villa all’ultima giornata, successo che ha reso vano il 3-1 dei Reds col Wolverhampton – il secondo consecutivo nonché il quarto negli ultimi cinque anni, però, è stato solo uno dei momenti topici di una stagione che ha offerto spettacolo, emozioni e sorprese dalla prima all’ultima giornata.
Tra giovani talenti sempre più protagonisti e fuoriclasse che continuano a stupire, abbiamo stilato la nostra personalissima Top 11 della stagione di Premier League da poco giunta al termine. Inoltre, abbiamo premiato i migliori quattro giocatori (uno per ruolo), il miglior allenatore, il miglior giovane e l’MVP del torneo. Non mancano, inevitabilmente, esclusioni eccellenti. Di seguito le nostre scelte nel dettaglio.
Il portiere brasiliano vince il combattutissimo testa a testa col connazionale Ederson del Manchester City. Se è vero che quest’ultimo ha contribuito in maniera determinante alla vittoria della Premier League da parte dei Citizens, è pur vero che Alisson è stato ancora una volta imprescindibile per i Reds. I due estremi difensori brasiliani hanno entrambi totalizzato 20 clean sheets e sia City che Liverpool hanno incassato 26 reti.
Rispetto a Ederson, però, Alisson ha subito due gol in meno, effettuato più parate a partita (2.1 a 1.6) ed è stato più coinvolto nello sviluppo della manovra, con 43 tocchi per gara contro i 33.5 del portiere del City. I numeri non sono tutto, ma spiegano in buona parte quanto l’ex numero uno della Roma sia stato decisivo per la rimonta in classifica del Liverpool, arrivato a un passo dal clamoroso sorpasso, sfumato solo nel finale dell’ultima giornata.
“Senza la loro presenza non avremmo mai vinto tutto ciò che abbiamo vinto negli ultimi anni. Con i loro acquisti è iniziata la nostra svolta”. Così Jürgen Klopp ha parlato di Alisson e Van Dijk, indicandoli come i principali trascinatori del suo Liverpool, capace di tornare sul tetto d’Europa prima (2019) e d’Inghilterra poi (2020). Al pari del portiere brasiliano, il gigante olandese ha garantito solidità ai Reds, contribuendo, nelle sue 34 presenze, a tenere la porta inviolata in ben 21 occasioni.
Per lui, inoltre, anche 3 gol a referto. Lo scorso anno, con Van Dijk ai box per infortunio (appena 5 presenze per l’ex Celtic e Southampton), il Liverpool chiuse la stagione con 42 gol subiti, mai così tanti dal 2016-2017. Quest’anno, col ritorno a pieno regime del proprio baluardo difensivo, la difesa di Klopp è stata la meno battuta del campionato, a pari merito con quella del City, incassando appena 26 reti. Non può essere soltanto un caso.
Premiato col prestigioso riconoscimento di Giocatore dell’anno della Premier League, il centrocampista belga ha dispensato il solito mix di classe, fantasia e personalità dall’inizio al termine della stagione. A stupire, più di ogni altra cosa, è proprio la sua capacità di essere sempre sul pezzo e di salire in cattedra nei momenti più importanti. Difficile trovargli una collocazione, perché De Bruyne è ovunque, sempre nel vivo del gioco e sa come far male alle difese avversarie in molteplici modi.
Ricorrendo, ad esempio, ai suoi geniali assist o a spettacolari conclusioni dalla distanza. Il classe ‘91 ha vissuto la sua miglior stagione in carriera, con ben 15 reti e 8 passaggi vincenti in 28 presenze, risultando a dir poco imprescindibile nella cavalcata verso il secondo titolo consecutivo degli uomini di Pep Guardiola.
Può risultare senza dubbio impopolare non assegnare la palma di miglior attaccante della Premier League 2021-2022 a Mohamed Salah. Il fuoriclasse egiziano è stato ancora una volta l’uomo copertina del Liverpool, ma già in passato si è espresso su livelli simili, spesso anche superiori. Il premio va però a Heung-min Son, da anni tra i più forti e sottovalutati in circolazione nel suo ruolo e mai così decisivo prima d’ora (3 gol a City e Liverpool, grazie ai quali gli Spurs sono rimasti imbattuti con le prime due della classe, collezionando due vittorie con i Citizens e due pareggi coi Reds).
L’attaccante sudcoreano ha vissuto la miglior stagione della sua carriera, chiudendo a quota 23 reti (capocannoniere della Premier a pari merito proprio con Salah) e si è anche reso autore di 7 assist, mettendo la sua firma sulla rinascita del Tottenham di Antonio Conte, coincisa col quarto posto in classifica e il conseguente ritorno in Champions League dopo due anni. A tratti imprendibile e capace di segnare in svariati modi, Son ha fatto ammattire le difese avversarie in coppia con Harry Kane, confermando di essere un fenomeno vero.
A trionfare è stato Pep Guardiola, campione d’Inghilterra per la quarta volta in carriera alla guida del Manchester City. Il tecnico spagnolo, però, ha seriamente rischiato di dilapidare il vantaggio sul Liverpool (dal +9 di fine dicembre al +1 finale). Proprio in virtù della gran rimonta dei Reds, il “nostro” miglior allenatore del campionato da poco conclusosi è Jürgen Klopp, che peraltro è stato premiato come Coach of the Year anche dalla Premier League.
Se fino a pochi mesi fa il Liverpool sembrava tagliato fuori dalla corsa al titolo, il tecnico tedesco ha guidato i suoi a una cavalcata incredibile (19 risultati utili consecutivi, di cui ben 16 vittorie e appena 3 pareggi, contro squadre del calibro di Chelsea, Manchester City e Tottenham), meritandosi la vittoria della Panchina d’oro della Premier League 2021-2022.
È il momento di assemblare la nostra Squadra dell’anno, l’undici titolare con i calciatori che si sono distinti maggiormente nella stagione di Premier League, tra conferme e sorprese. A completare il reparto difensivo, con i sopracitati Alisson tra i pali e Van Dijk nel cuore della difesa, tre giocatori delle due squadre che si sono contese il campionato fino all’ultimo istante, ossia il Manchester City e il Liverpool. Spazio dunque a Rúben Dias, granitico centrale dei Citizens che si è fatto ancora una volta apprezzare per personalità e leadership (2 gol, 4 assist e 12 clean sheets in 29 gare), e agli esterni tuttofare di Klopp, Trent Alexander-Arnold da una parte e Andrew Robertson dall’altra.
Il primo batte la concorrenza di Reece James del Chelsea, che ha contribuito al suo stesso numero di gol tra reti e passaggi vincenti (14, di cui 2 gol e 12 assist per Alexander-Arnold e 5 gol e 9 assist per James), mentre il secondo chiude con 3 gol e 10 assist e il solito contributo determinante in entrambe le metà campo. Il terzetto di centrocampo, in cui spicca l’MVP Kevin De Bruyne, si completa con la regia e l’intelligenza tattica di Rodri, alla sua miglior stagione in carriera dal punto di vista realizzativo (7 gol, di cui molti tanto spettacolari quanto decisivi), e la polivalenza di Mason Mount, capace di mettere a referto una “doppia doppia” di pregevole fattura (11 gol e 10 assist).
In virtù di ciò, il classe ‘99 del Chelsea si aggiudica anche il premio di Miglior giovane del torneo. In avanti, non mancano di certo fantasia, classe e gol, con le frecce del Liverpool Salah e Mané e il trascinatore del Tottenham Son a comporre un tridente tanto atipico quanto intrigante da ben 62 gol e 22 assist complessivi. Numeri a dir poco spaziali, così ripartiti: 23 gol a testa per Salah e Son (13 assist il primo, 7 il secondo) e 16 per Mané, autore anche di 2 passaggi vincenti. In panchina ci va Jürgen Klopp, che ha accarezzato il prestigioso Quadruple – la vittoria del campionato, delle due coppe nazionali e della Champions League – e, dopo aver vinto FA Cup e Coppa di Lega, si appresta a contendere la Coppa dalle grandi orecchie al Real Madrid di Carlo Ancelotti.
(4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Van Dijk, Rúben Dias, Robertson; De Bruyne, Rodri, Mount; Mané, Son, Salah. All.: Klopp
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Profilo Twitter Premier League
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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