Termina così la prima edizione ufficiale della Conference League, la competizione calcistica continentale nata appena un anno fa. In palio tra Roma e Feyenoord non c’era soltanto la gloria della finale, il sapore del successo ma spicca certamente anche la componente economica non di poco conto (circa una ventina di milioni di euro).
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Una partita particolarmente equilibrata in entrambi tempi di gioco: che si sia trattata di tattica o meno, la squadra di Mourinho ha lasciato le chiavi di gioco agli avversari (basta dare un’occhiata al dato sui passaggi completati e riusciti dagli olandesi, il doppio dei giallorossi). D’altronde questa Roma fa delle ripartenze uno dei suoi punti forti e durante il primo tempo lo si è notato, seppur in pochissime occasioni.
L’unica vera occasione capita sui piedi di Zaniolo dopo un lancio millimetrico di Mancini: il trequartista aggancia in malo modo il pallone ma riesce grazie al suo strapotere fisico a recuperare terreno e battere il portiere con uno splendido tocco sotto.
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Gli olandesi, dal canto loro, disputano un match di buona fattura e nel secondo tempo impegnano Rui Patricio grazie alle conclusioni pericolose di Malacia (tra i più propositivi dei suoi) che si va ad infrangere sul palo e il rimpallo di Trauner il quale stava per trarre in inganno il portiere portoghese.
Il finale di partita è stato caratterizzato dalla frenesia e dalla stanchezza, pienamente giustificata arrivati a questo punto della stagione: motivo per cui la mossa di Mourinho di buttare nella mischia il rientrante Spinazzola si è rivelata vincente. Ma in generale, quella appena conclusa, è stata una finale dove i tatticismi hanno preso la scena, dove il Feyenoord ha dimostrato come una squadra giovanissima possa essere una spina nel fianco per chiunque.
Il verdetto finale non è stato del tutto scontato, anzi: i giallorossi hanno faticato per portare a casa questa vittoria e paradossalmente l’infortunio prematuro di Mkhitaryan, ha portato in dote un Sergio Oliveira in grande spolvero. Grandissima prestazione per Smalling, vero trascinatore di un reparto roccioso. Menzione d’onore non solo per il match winner di serata Zaniolo, ma anche per capitan Pellegrini (uomo ovunque per i suoi).
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Insomma un piccolo lieto fine per il nostro calcio stasera con la Roma che torna, meritatamente, a vincere un titolo e riporta un trofeo in territorio nostrano dopo ben 12 anni (proprio dalla grande cavalcata di Mourinho con la sua Inter).
Alex Privitera
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Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.