Da qualche giorno Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Juventus. In molti si aspettavano l’esonero di Maurizio Sarri, arrivato all’indomani dell’eliminazione agli ottavi di Champions League per mano del Lione, ma il nome di Pirlo come successore dell’ex tecnico di Napoli e Chelsea sembrava poco più di una suggestione.
Del resto, il Campione del mondo, da molti ritenuto il miglior regista della storia del calcio, non ha alcuna esperienza da allenatore e aveva appena firmato un contratto per diventare allenatore della Juventus Under-23, militante in Serie C. Legittimo, dunque, pensare che i bianconeri avrebbero virato la propria attenzione su nomi più esperti e blasonati, quali ad esempio Zidane, Pochettino e Inzaghi, tra i tanti.
Andrea Agnelli, invece, non ha avuto alcun dubbio nell’affidare la guida tecnica della squadra all’uomo che per quattro anni, dal 2011 al 2015, incantò tutti con la maglia della Juventus a suon di giocate d’alta scuola e classe da vendere. Approdato a Torino nell’estate 2011 a parametro zero dal Milan, il nativo di Brescia seppe farsi valere, smentendo tutti coloro che lo ritenevano già sul viale del tramonto e contribuendo in maniera determinante alle vittorie di quattro Scudetti, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia e al raggiungimento della finale di Champions League persa per 3-1 col Barcellona nel 2015.
In molti si chiedono se riuscirà a fare lo stesso da allenatore. Non sono pochi, infatti, gli addetti ai lavori che ritengono che Pirlo non sia pronto per allenare la Juventus e che i bianconeri avessero bisogno di un allenatore con un curriculum già ricco di successi. “Andrea non è uno che ha bisogno di presentazioni”, ha dichiarato il presidente della Vecchia Signora Andrea Agnelli, grande estimatore del centrocampista che in carriera ha vinto di tutto: oltre ai sopracitati trofei con la Juventus, impossibile non menzionare le due Champions League col Milan (2003 e 2007) e il Mondiale di Germania 2006 con la Nazionale di Marcello Lippi.
Quest’ultimo è solo uno dei grandissimi allenatori che hanno avuto modo di lavorare con Pirlo nel corso della sua carriera: Carlo Mazzone fu il padre della svolta della sua carriera, spostandolo da trequartista a regista nel corso della sua esperienza al Brescia, Carlo Ancelotti lo rese definitivamente uno dei migliori al mondo al Milan, mentre con Antonio Conte e Massimiliano Allegri si è confermato ad altissimi livelli tra rossoneri e Juventus e in Nazionale ha esordito sotto la guida di Giovanni Trapattoni, aggiudicandosi il Pallone di bronzo e l’MVP della finale dei vittoriosi Mondiali di Germania 2006 con Marcello Lippi.
Avendo avuto modo di apprendere nozioni da alcuni dei migliori allenatori della storia del calcio, Pirlo ha tanto materiale a disposizione per costruire la propria identità di allenatore e vincere l’affascinante sfida all’orizzonte. Chi lo ispirerà di più? Da giocatore, il centrocampista bresciano era particolarmente apprezzato per i suoi assist precisissimi, le traiettorie dei suoi calci di punizione che sfidavano le leggi della fisica (indimenticabile la sua celebre “Maledetta”), la pressoché sconfinata visione di gioco e la capacità di districarsi col pallone in spazi strettissimi, senza perdere il possesso. Il “modello Pirlo” potrebbe anche costituire una filosofia a parte, come già dichiarato dallo stesso nuovo allenatore dei campioni d’Italia in carica.
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Le sue squadre spesso e volentieri dominavano sul piano del gioco e sfruttavano le qualità del Maestro per mandare in confusione gli avversari. La Juventus di Pirlo potrebbe ripartire proprio da questo punto fondamentale: l’importanza del centrocampo. In molti sostengono che sia proprio questa la zona in cui si decidono le partite, tanti grandi allenatori hanno costruito i propri successi su un centrocampo di qualità (Pep Guardiola, ex compagno di squadra di Pirlo al Brescia e possibile mentore per la comune filosofia calcistica, rientra nella lista). Quest’anno, però, la Juventus ha fatto parecchia fatica proprio in mezzo al campo, complici i numerosi infortuni occorsi a Ramsey, le iniziali difficoltà di ambientamento di Rabiot e la stagione sottotono di Pjanić.
Il compito, non assolto al meglio da Maurizio Sarri, spetta ora a Pirlo, che quasi sicuramente confermerà il 4-3-3, modulo perfetto per le caratteristiche dei giocatori di spicco della Juventus, tra cui Cristiano Ronaldo e Dybala. Con l’addio di Pjanić, ceduto al Barcellona in cambio di Arthur, sarà interessante vedere se Bentancur sarà in grado di prendere in mano le redini del centrocampo bianconero. Il 23enne uruguaiano ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per ricoprire un ruolo di primo piano in una squadra del calibro della Juve e con un allenatore come l’ex centrocampista bianconero potrebbe imporsi definitivamente ad alti livelli.
Al sopracitato Arthur, giovane brasiliano, potrebbe spettare proprio il ruolo che fu di Pirlo, ossia quello padrone del gioco in mezzo al campo, chiamato a garantire qualità e fantasia e a creare superiorità numerica con le sue capacità di palleggio. Da non sottovalutare, inoltre, la presenza di Rabiot, voglioso di confermare quanto di buono fatto vedere nella seconda parte di stagione, mentre Matuidi saluta dopo tre anni per accasarsi all’Inter Miami di David Beckham (potrebbero fare le valigie anche Khedira e Ramsey).
Il dubbio riguarda la corsia di destra, sia in difesa, dove Cuadrado – reduce da una stagione molto positiva – contende a Danilo la maglia da titolare (il colombiano garantirebbe maggior qualità e ha anche affinato le sue capacità in fase di copertura), che in attacco, con Bernardeschi insidiato dal nuovo arrivato Kulusevski, protagonista di un’annata da incorniciare con la maglia del Parma e pronto a dimostrare di poter dire la sua anche alla Juventus.
Molto dipenderà dalla scelta tattica del nuovo tecnico bianconero, che dovrà scegliere se puntare su un centravanti di ruolo, chiamato a raccogliere l’eredità del partente Higuaín (Milik e Raúl Jiménez i nomi più caldi, mentre a centrocampo è forte l’interesse per Sandro Tonali, considerato il possibile erede di Pirlo, e Nicolò Zaniolo), o alternare Dybala e Ronaldo al centro dell’attacco e Bernardeschi e Kulusevski sulla fascia destra. L’ex Parma offre un’ulteriore opzione a Pirlo, potendo agire anche da trequartista. In questo caso si passerebbe al 4-3-1-2, con Kulusevski alle spalle di Dybala e Ronaldo e Arthur, Bentancur e Rabiot a garantire il necessario mix di grinta in fase di copertura e supporto alla manovra offensiva. Pochi dubbi in difesa, con Bonucci e De Ligt (Chiellini e Demiral le alternative) a proteggere i pali della porta difesa da Szczęsny.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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