Seconda finale di Conference in quattro anni per i Denver Nuggets, che asfaltano i Suns a Phoenix in gara-6 del secondo turno dei playoff NBA e staccano il pass per l’atto finale della Western Conference, dove affronteranno una tra Los Angeles Lakers e Golden State Warriors, con i primi attualmente in vantaggio per 3-2. Decisivo, su tutti, Nikola Jokić, protagonista dell’ennesima stagione da incorniciare e autore di una tripla doppia da 32 punti, 10 rimbalzi, 12 assist, 3 recuperi e una stoppata col 72% dal campo (13/18). Il numero 15 della franchigia del Colorado chiude la serie coi Suns con medie di 34.5 punti, 13.2 rimbalzi e 10.3 assist, diventando il terzo giocatore nella storia a far registrare una tripla doppia di media da almeno 30 punti in una serie di playoff, dopo LeBron James, coi Cleveland Cavaliers alle Finals 2017, e Russell Westbrook, con gli Oklahoma City Thunder al primo turno nello stesso anno.
Nikola Jokic averaged a 30-point triple-double in the Western Conference Semifinals 😱
34.5 PTS
13.2 REB
10.3 ASTSensational. pic.twitter.com/Xr1GpO5wQb
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Sfumato l’MVP, assegnato a Joel Embiid, il 28enne serbo ha continuato a viaggiare a medie stratosferiche ai playoff. Dopo l’agevole successo al primo turno contro i Minnesota Timberwolves (4-1, con 43 punti di Jokić in gara-4 e una tripla doppia da 28 punti, 17 rimbalzi e 12 assist nella decisiva gara-5), i Nuggets superano anche i Phoenix Suns di un altro protagonista dei playoff, ossia Devin Booker, autentico trascinatore dei suoi nel 4-1 rifilato ai Los Angeles Clippers al primo turno (38 punti in gara-2, 45 in gara-3 e 47 con 8 rimbalzi e 10 assist nella decisiva gara-5, tirando col 60% dal campo), e lo fanno in grande stile, chiudendo la serie in gara-6 con un netto 125-100 in Arizona.
L’infortunio di Chris Paul, che per l’ennesima volta in carriera è costretto a fare i conti con un problema fisico proprio sul più bello, ha reso ancor più evidenti i difetti strutturali dei Suns, che per aggiungere Kevin Durant al proprio roster hanno sacrificato diverse pedine (Mikal Bridges e Cam Johnson su tutti). Proprio KD non ha affatto brillato in questi playoff, soprattutto considerando il suo status di fuoriclasse che fa la differenza nei momenti che contano. Il numero 35, spesso e volentieri accusato di essere un ottimo giocatore ma non un leader, ha tirato con percentuali piuttosto basse per un giocatore del suo calibro (37% dal campo con 10/27 e 17% da tre con 2/12 in gara-2 e 39% al tiro con 12/31 e 20% con 1/5 dalla lunga distanza in gara-3), mentre nella decisiva gara-5 non è andato oltre quota 23 punti, senza tentare nemmeno una conclusione da dietro l’arco.
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La stagione dei Phoenix Suns termina per il secondo anno consecutivo alle semifinali di Conference. Se Booker è ancora giovane (26 anni), lo stesso non vale per Chris Paul, che ha da poco compiuto 38 anni, e lo stesso Kevin Durant (34). Questi ultimi due hanno contratti lunghi, per cui la franchigia dell’Arizona dovrà cercare di mescolare le carte e riprovare la caccia al titolo il prossimo anno. Denver, dal canto suo, proverà a vendicarsi di una tra Los Angeles Lakers, che tre anni fa si imposero in finale di Conference e poi vinsero il titolo battendo i Miami Heat, e Golden State Warriors, che lo scorso anno vinse 4-1 al primo turno e diede il via nei migliori dei modi alla cavalcata verso l’anello.
I Nuggets possono contare non soltanto sul due volte MVP Jokić, ma anche su un Michael Porter Jr. da 14.5 punti e 7.5 rimbalzi a partita in questi playoff col 40% da tre e un Jamal Murray capace di mettere a referto medie di 25.9 punti, 5.2 rimbalzi e 6.5 assist col 46% dal campo e il 40% da dietro l’arco. Non è da sottovalutare, inoltre, l’apporto dei vari Kentavious Caldwell-Pope (10.5 punti e 1.4 recuperi col 39% dalla lunga distanza), Aaron Gordon (13.1 punti e 6.1 rimbalzi col 47% al tiro) e Bruce Brown (12.2 punti e 1.3 palle rubate col 53% dal campo) e la presenza del veterano Jeff Green. Nel corso della loro storia, in quasi cinquant’anni, i Denver Nuggets non hanno mai vinto il titolo NBA e non si sono mai laureati campioni della Western Conference.
THURSDAY BRACKET UPDATE 🍿
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Un’impresa accarezzata soltanto nel 1984-1985, con Alex English, Fat Lever e Dan Issel in campo e Doug Moe in panchina (ko per 4-1 con i futuri campioni dei Lakers di Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar), nel 2008-2009, con Carmelo Anthony supportato dai vari J.R. Smith, Allen Iverson, Kenyon Martin, Chauncey Billups e Nenê e George Karl head coach, quando si arresero per 4-2 coi Lakers di Kobe Bryant, e nel 2020 nella bolla di Orlando (altra sconfitta con i gialloviola, in quest’occasione trascinati da LeBron James e Anthony Davis al 4-1 finale). Sarà questa la volta buona per Jokić (medie di 30.7 punti, 12.8 rimbalzi e 9.7 assist col 55% dal campo e il 48% da tre in questi playoff per lui) e compagni per riscrivere la storia?
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: New York Post
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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