Il tempo è galantuomo, restituisce tutto a tutti. Lo ha sempre saputo, in cuor suo, Chris Paul, che in carriera ha dovuto fare i conti con innumerevoli avversità, superando ogni ostacolo senza mai arrendersi. Dalla mancata trade ai Los Angeles Lakers di Kobe Bryant nel 2011 alla finale di Conference soltanto sfiorata con la maglia dei Clippers, fino ad arrivare a quei maledetti infortuni che lo hanno spesso e volentieri limitato nel momento della verità, in particolare modo nel 2018, con i suoi Houston Rockets costretti a fare a meno di lui nelle ultime due partite della Finale di Conference contro i Golden State Warriors e sconfitti in rimonta (da 3-2 per i texani a 4-3 per i Dubs), spazzando dunque via il sogno di CP3 di disputare le Finals per la prima volta in carriera.
The @Suns defeat LAC 4-2 and advance to the #NBAFinals presented by @YouTubeTV for the first time since 1993! #ThatsGame pic.twitter.com/t6dJeiahaN
— NBA (@NBA) July 1, 2021
Un sogno che, anno dopo anno, diventa sempre più un miraggio, anche e soprattutto dopo la trade che nell’estate 2019 lo manda agli Oklahoma City Thunder, in pieno rebuilding, in cambio di Russell Westbrook. A OKC, Paul prende in mano le redini di un gruppo giovane e talentuoso e riesce contro ogni pronostico a portare la squadra ai playoff: ironia della sorte, il cammino dei Thunder si interrompe proprio al cospetto dei Rockets al primo turno, al termine di una combattutissima gara-7. Le speranze di titolo di Chris Paul sembrano finire qui, perché gli anni passano e le occasioni diminuiscono sensibilmente. Per molti, le Finals soltanto sfiorate nel 2018 in quel di Houston rimarranno la grande occasione persa dalla point guard classe ‘85, il più classico dei treni che passano una sola volta nella vita.
Christopher Emmanuel Paul, però, è un ragazzo diverso dai suoi colleghi, non soltanto per il talento cristallino e il genio cestistico che ricorda quello dei migliori playmaker della storia, in controtendenza con l’evoluzione costante dei ruoli e del gioco in generale, ma anche e soprattutto perché ha un cuore enorme e una personalità da campione vero. La sua nuova chance, forse l’ultima, si chiama Phoenix: i Suns, infatti, individuano in lui il compagno di reparto ideale per Devin Booker, proprio come fece Daryl Morey nel 2017, affiancandolo a James Harden a Houston. Per molti, Phoenix non è pronta per competere ad alti livelli, ma CP3, si sa, riesce a cambiare le sorti di una franchigia come nessun altro giocatore. Sin dai suoi primi momenti in Arizona, nel DNA dei Suns torna la mentalità vincente degli anni di Charles Barkley e del 7 seconds or less e del run and gun di coach Mike D’Antoni, con Steve Nash in campo a spiegare pallacanestro.
https://twitter.com/nba/status/1410453007997685767?s=21
Dopo una regular season sensazionale (secondo posto a Ovest con ben 51 vittorie e appena 21 sconfitte, secondo miglior record della lega nonché miglior piazzamento della franchigia dal 2009-2010), Phoenix regola i campioni in carica dei Lakers al primo turno (4-2), asfalta i sorprendenti Denver Nuggets in semifinale di Conference (4-0) e liquida i suoi ex Los Angeles Clippers in Finale di Conference, tornando a vincere la Western Conference per la prima volta dal 1992-1993. Per Chris Paul, autore di playoff da incorniciare (18.1 punti, 3.9 rimbalzi, 8.7 assist e 1.4 palle recuperate col 47% dal campo e il 40.5% da dietro l’arco), si tratta del primo approdo alle NBA Finals in carriera. Dopo averlo spesso illuso, gli dei del basket gli hanno restituito ciò che gli era stato tolto per anni, premiando la sua tenacia e la sua incredibile forza di volontà.
Non è un caso che nella decisiva gara-6, vinta con un netto 130-103, coi Clippers sia stato proprio CP3 a salire in cattedra nel momento clou della partita, mettendo a referto la bellezza di 41 punti, 4 rimbalzi, 8 assist, 3 palle rubate e nemmeno una palla persa col 67% al tiro (16/24) e l’87.5% dalla lunga distanza (7/8) ed eguagliando il suo career-high per punti in una partita di playoff: ne fece registrare 41 anche nella decisiva gara-5 delle semifinali di Conference del 2018 tra i suoi Rockets e gli Utah Jazz, guadagnandosi le prime Finali di Conference della sua carriera.
The @Suns win Game 6, defeat LAC 4-2 in the #NBAWCF presented by AT&T and advance to the #NBAFinals presented by YouTube TV for the first time since 1993! #ThatsGame pic.twitter.com/mOcPjfXmSN
— NBA (@NBA) July 1, 2021
A distanza di tre anni, il risultato non cambia e i traguardi sono ancor più degni di nota: dalle prime Conference Finals della carriera alla prima volta in assoluto sul palcoscenico più ambito da qualsiasi giocatore, quello delle Finali NBA, in cui i Phoenix Suns affronteranno una tra Milwaukee Bucks e Atlanta Hawks (serie sul 2-2, stanotte si disputerà gara-5). Nel frattempo, Chris Paul si gode il meritato trionfo, arrivato forse un po’ in ritardo. Del resto, bisogna saper aspettare per togliersi le soddisfazioni più grandi, e CP3, giocatore e uomo dotato di straordinaria intelligenza, lo ha saputo fare alla grande, prendendo sempre le decisioni migliori per sé e per la sua squadra, sia in campo che fuori, e arrivando passo dopo passo al tanto agognato obiettivo di un’intera carriera.
Il suo volto è già sul Monte Rushmore della pallacanestro a stelle e strisce e un posto in Hall of Fame non glielo toglierà nessuno, ma il più grande capolavoro della sua carriera è dietro l’angolo e Paul non intende lasciarselo sfuggire, perché sa bene che solo se dovesse riuscire a mettere le mani sul Larry O’Brien potrà dire di aver finalmente vinto la sua battaglia e aver messo a tacere i detrattori. In attesa dell’immancabile spettacolo delle Finals, una cosa è certa: mai scommettere contro Chris Paul, un uomo in missione.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Profilo Twitter CBS Sports
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”