Divisivo come pochi altri, principalmente per via del suo stile di gioco particolarmente atipico, Russell Westbrook è indubbiamente uno dei giocatori più iconici dell’NBA moderna e della storia del basket a stelle e strisce. La scorsa notte, il classe ‘88 in forza ai Washington Wizards ha centrato l’ennesimo record della sua carriera, forse il più importante e prestigioso, agguantando Oscar Robertson al primo posto nella classifica all-time delle triple doppie a quota 182.
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Nonostante la sconfitta dei suoi Wizards, orfani di Bradley Beal, sul campo degli Atlanta Hawks di Danilo Gallinari (ko di misura per 125-124), Westbrook si è preso la scena per l’ennesima volta nel corso di questa stagione, mettendo a referto una tripla doppia da ben 28 punti, 13 rimbalzi e 21 assist col 45% dal campo (10/22) e il 43% da dietro l’arco (3/7).
Approdato dagli Houston Rockets ai Wizards a poche settimane dall’inizio della stagione, con John Wall che ha compiuto il percorso inverso, il nativo di Long Beach sta viaggiando a medie di 22 punti, 11.6 rimbalzi, 11.6 assist e 1.3 palle recuperate col 44% al tiro e ha già fatto registrare 36 triple doppie, appena sei in meno di quelle che nel 2016-2017 gli valsero la conquista del primato nella classifica dei giocatori con più triple doppie in una singola stagione, spodestando anche in quel caso Oscar Robertson.
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Il numero di 4 di Washington si appresta dunque a concludere la stagione in tripla doppia di media per la quarta volta in carriera, un dato reso ancor più impressionante e significativo dal fatto che un’impresa del genere non sia mai stata portata a termine da nessun altro giocatore nella storia, nemmeno in una singola annata, e probabilmente non verrà mai eguagliata in futuro.
Molti dei suoi detrattori lo sminuiscono costantemente per il suo modo di giocare, accusandolo di anteporre i record individuali ai successi delle sue squadre e di giocare una pallacanestro dannosa per i compagni e utile soltanto a gonfiare le sue statistiche. In realtà, sono proprio i numeri a venire in soccorso di Westbrook: nel corso dei suoi dieci anni tra le file degli Oklahoma City Thunder, OKC ha fatto registrare un record di 110-28 (poco meno dell’80% di vittorie) nelle gare in cui la point guard ha messo a referto una tripla doppia.
$244M in career salary
13 seasons
9 All-Star games
3 different NBA teams
2 All-NBA First Teams
2 scoring crowns
2 assists crowns
1 MVP
…
and an NBA-record 182 triple-doubles.Russell Westbrook is different. pic.twitter.com/NM17xgqdPE
— Boardroom (@boardroom) May 11, 2021
Situazione molto simile a Washington, con i Wizards che hanno vinto ben 21 delle 36 partite (poco più del 58%, ma soprattutto poco meno del 66% delle vittorie totali della franchigia della capitale) in cui Westbrook ha fatto registrare una tripla doppia, lasciando così i bassifondi della classifica della Eastern Conference per scalare sempre più posizioni, fino ad arrivare all’attuale decimo posto (32-37) che permetterebbe loro di disputare il play-in tournament per accedere al primo turno dei playoff, a cui Washington non partecipa dalla stagione 2017-2018.
Se è vero che Bradley Beal sta disputando la miglior stagione della sua carriera (secondo miglior scorer della lega con 31.4 punti a partita), gran parte dei meriti per i miglioramenti esponenziali di Washington vanno anche e soprattutto a Russell Westbrook, che ha stabilito un record a dir poco impressionante, soprattutto in un’era del basket in cui la tripla doppia non è più un evento raro, ma si verifica con sempre maggior frequenza, come dimostrano i numeri di LeBron James, Luka Doncic, Nikola Jokic, James Harden, Giannis Antetokounmpo e Domantas Sabonis e tanti altri.
Russell Westbrook. 42 triple-doubles. NBA history. https://t.co/oxtJGUJSE4 pic.twitter.com/tlMrCGhTaa
— The Crossover (@TheCrossover) April 9, 2017
Primeggiare in una voce statistica del genere nel basket moderno, insomma, è tutt’altro che scontato, così come chiudere la stagione in tripla doppia di media per ben quattro volte nel giro di cinque anni (impresa che gli riuscirebbe anche se dovesse far registrare 0 punti, 0 rimbalzi e 0 assist nelle ultime partite della regular season), ma Westbrook è la dimostrazione del fatto che con impegno, sacrificio e abnegazione si possano raggiungere anche i traguardi più impensabili e complicati.
Nonostante le numerose critiche rivolte al suo modo di giocare, in molti sono concordi nell’affermare che Westbrook sia un giocatore unico in NBA, sia per il suo atletismo e la capacità di andare facilmente in doppia cifra per rimbalzi da point guard che per l’agonismo e la fame di vittorie che mette in campo in ogni partita, lottando su ogni pallone e correndo da una parte all’altra del campo dal primo all’ultimo possesso.
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Dopo l’infortunio che ha condizionato il suo rendimento negli scorsi playoff, Russ ha ritrovato sé stesso in quel di Washington e ora non sembra affatto intenzionato a fermarsi. I Wizards sorridono, perché con la coppia Westbrook-Beal hanno tutte le carte in regola per risultare una vera e propria mina vagante in caso di qualificazione alla post season.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Profilo Twitter DMV
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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