Team LeBron si aggiudica la sessantanovesima edizione dell’All-Star Game, battendo per 157-155 Team Giannis allo United Center di Chicago. Il nuovo formato, ideato poche settimane fa in onore di Kobe Bryant, col punteggio resettato dopo ogni quarto e il cronometro azzerato per l’ultimo periodo, ha convinto tutti. A beneficiarne è la squadra selezionata da LeBron James, che si aggiudica la vittoria di misura grazie a un tiro libero di Anthony Davis: il compagno di squadra di LBJ, infatti, aveva fallito il primo tentativo dalla lunetta sul punteggio di 156-155, mettendo a segno il secondo per archiviare la pratica e regalare il successo ai suoi.
Rispetto al solito, infatti, per conquistare la vittoria finale era necessario arrivare a un punteggio ottenuto sommando il numero 24, indossato da Kobe Bryant nella seconda parte della sua carriera, al punteggio più alto dopo i primi tre quarti. Dopo 36′, Team Giannis conduceva per 133-124, dunque il Target Score è risultato 157 (133+24), ma a centrarlo sono stati gli avversari, abili a piazzare un parziale di 33-22 per vanificare la rimonta dell’MVP in carica (nonché favorito per il bis) e dei suoi compagni.
Il nuovo regolamento, inoltre, ha reso il match più combattuto e divertente rispetto agli altri anni, soprattutto nell’ultimo quarto, in cui le due squadre hanno messo in campo un’intensità degna di una gara di playoff, in particolar modo nella metà campo difensiva. A prendersi la scena è stato Kawhi Leonard, partito benissimo e capace di mettere a referto ben 30 punti, 7 rimbalzi, 4 assist e 2 palle recuperate col 61% dal campo (11/18) e il 57% da dietro l’arco (8/14). La stella dei Los Angeles Clippers offre la miglior prestazione della sua carriera all’All-Star Game, portandosi a casa l’MVP della manifestazione, intitolato a Kobe Bryant, e sfiora il record di triple segnata in una singola gara della partita delle stelle, stabilito dal suo compagno di squadra Paul George (non convocato quest’anno) nel 2016 (9), quando indossava ancora la maglia degli Indiana Pacers.
Oltre al protagonista della scorsa stagione, accordatosi coi Clippers la scorsa estate dopo aver trascinato i canadesi dei Toronto Raptors alla vittoria del loro primo storico titolo NBA, si mettono in luce anche Anthony Davis, autore di 20 punti, 9 rimbalzi, un assist, 3 palle recuperate e altrettante stoppate col 56% al tiro (9/16), il capitano LeBron James, che fa registrare 23 punti, 5 rimbalzi, 6 assist, una palla rubata e 2 stoppate col 45% dal campo (9/20), ma soprattutto Chris Paul. Quest’ultimo, infatti, si rende protagonista della miglior gara in carriera nella partita delle stelle, alla sua decima presenza assoluta all’evento, chiudendo a quota 23 punti, 2 rimbalzi e 6 assist col 61.5% al tiro (8/13) e il 64% dalla lunga distanza (7/11), riuscendo anche a distinguersi per una poderosa schiacciata su alley-oop di Russell Westbrook: non esattamente la specialità della casa, ma un mago del calibro di CP3 non smette mai di stupire.
La point-guard degli Oklahoma City Thunder si conferma il miglior assist-man per partita dell’All-Star Game, con 12.4 passaggi vincenti per gara, e si porta a quota 112 assist totali, soltanto quindici in meno del primatista Magic Johnson. Danno il loro contributo per la vittoria finale anche James Harden (11 punti, 3 rimbalzi, 6 assist, un recupero e 2 stoppate in 18′) e Ben Simmons (17 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 2 palle recuperate e una stoppata con 8/9 dal campo). Sette i giocatori in doppia cifra anche per Team Giannis, tra cui tutto il quintetto titolare. Il miglior scorer degli sconfitti è proprio Antetokounmpo, cui non basta una doppia doppia da 25 punti, 11 rimbalzi, 4 assist, una palla recuperata e 3 stoppate col 52% dal campo (12/21) per evitare il secondo ko in altrettante gare da capitano all’All-Star Game.
Doppia doppia anche per Joel Embiid, che mette a referto 22 punti e 10 rimbalzi, e per Trae Young (10 punti e 10 assist in 16′), mentre Pascal Siakam fa registrare 15 punti, 6 rimbalzi e un recupero con 7/10 dal campo e Kemba Walker si rende autore di 23 punti, 3 rimbalzi e altrettanti assist col 50% al tiro (9/18) e il 45% da tre (5/11). In uscita dalla panchina, invece, si fanno valere Rudy Gobert (21 punti e 11 rimbalzi con 10/11 dal campo) e Kyle Lowry (13 punti, 5 rimbalzi, 8 assist e 3 recuperi). La serata si apre e si chiude nel segno di due grandi icone della NBA (e non solo) scomparse il mese scorso: il già citato Kobe Bryant, insieme a sua figlia Gianna Maria-Onore (i giocatori di Team LeBron hanno indossato il suo numero 2, quelli di Team Giannis il 24 del padre), e l’ex commissioner David Stern, ricordati prima della gara da Magic Johnson con un toccante discorso, dalla cantante Jennifer Hudson e dal rapper nativo di Chicago Common, che ha anche annunciato i giocatori e gli allenatori.
Presenti tanti volti noti del mondo dello spettacolo e del panorama musicale e cestistico, tra cui Allen Iverson, Kim Kardashian, Kanye West, Offset, Cardi B, Spike Lee, Chance the Rapper e Dwyane Wade, questi ultimi due entrambi nati a Chicago. Out Damian Lillard, rimpiazzato da Devin Booker a causa di un infortunio rimediato nei giorni scorsi, ma comunque presente al fianco dei colleghi e protagonista all’intervallo con una performance musicale: la stella dei Portland Trail Blazers, infatti, è anche un rapper e ha già rilasciato due album dal 2016 ad oggi,
Dennis Izzo
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