In una fase cruciale della stagione, coi playoff alle porte, arriva una brutta notizia per i Brooklyn Nets (e non solo): LaMarcus Aldridge, arrivato soltanto poche settimane fa a New York, ha annunciato a sorpresa il ritiro con una toccante lettera d’addio. Una decisione inevitabile, giunta dopo aver scoperto di avere dei problemi cardiaci. 36 anni da compiere il 19 luglio, il lungo nativo di Dallas aveva lasciato i San Antonio Spurs dopo cinque anni e mezzo, firmando un accordo al minimo salariale fino al termine della stagione con la squadra di Steve Nash.
— LaMarcus Aldridge (@aldridge_12) April 15, 2021
L’obiettivo del giocatore era chiudere una splendida carriera con la vittoria del suo primo titolo NBA. Traguardo che Aldridge non era mai riuscito a raggiungere tra Portland Trail Blazers e San Antonio Spurs – arrivando al massimo in Finale di Conference – ma che appariva fattibile coi Nets, al fianco dei tre fuoriclasse Kevin Durant, James Harden e Kyrie Irving. In quel di Brooklyn, Aldridge ha messo insieme appena cinque partite, tutte da titolare, con medie di 12.8 punti, 4.8 rimbalzi, 2.6 assist e 2.2 stoppate col 52% al tiro e l’80% da tre.
Approdato in NBA nel 2006 (seconda scelta assoluta al Draft dei Chicago Bulls, che lo scambiarono coi Portland Trail Blazers), il classe ‘85 ha impiegato poco tempo a lasciare il segno, affermandosi come uno dei lunghi migliori della sua epoca e diventando un prezioso punto di riferimento di una Portland capace di impensierire le big della lega. Fino a pochi giorni fa, Aldridge era il sesto miglior realizzatore all-time tra i giocatori in attività (47º in generale), dietro soltanto a LeBron James, Carmelo Anthony, Kevin Durant, James Harden e Russell Westbrook, con 19.951 punti totali in carriera.
– 7x All-Star
– 5x All-NBA
– NBA All-Rookie first team
– 19,951 career points
– 8,478 career rebounds
– 15 seasonsWhat a career, @aldridge_12 pic.twitter.com/GELcOIcZ0o
— Bleacher Report (@BleacherReport) April 15, 2021
Dopo nove anni tra le file dei Trail Blazers, di cui risulta il terzo miglior marcatore di sempre (12562 punti), il miglior rimbalzista (5434 rimbalzi) e il quinto giocatore con più presenze della storia (648), Aldridge passa ai San Antonio Spurs nel 2015. Alla corte di Gregg Popovich, è un elemento di spicco di una franchigia che annovera nomi del calibro di Kawhi Leonard, Manu Ginobili e Tony Parker e che si appresta a salutare Tim Duncan.
Convocato sette volte all’All-Star Game – quattro coi Portland Trail Blazers (dal 2011-2012 al 2014-2015) e tre coi San Antonio Spurs (2015-2016, 2017-2018 e 2018-2019), l’esperto lungo si toglie una delle ultime soddisfazioni della carriera il 10 gennaio 2019, in occasione della gara vinta 154-147 dai suoi Spurs contro gli Oklahoma City Thunder al doppio overtime: è proprio Aldridge il protagonista del successo degli Speroni, con un career-high di 56 punti, 9 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate col 61% al tiro (20/33).
https://twitter.com/brooklynnets/status/1382734984373501958?s=21
Numerosi giocatori NBA, tra cui i compagni di viaggio Damian Lillard, C.J. McCollum, Danny Green e Tiago Splitter, hanno pubblicato dei post per mostrargli sostegno e affetto e celebrarne una carriera da incorniciare. È mancata soltanto la ciliegina sulla torta, ma Aldridge non ha rimpianti e saluta la lega a testa altissima. All’orizzonte, c’è un nuovo traguardo ad attenderlo: un posto nella Hall of Fame.
Dennis Izzo
Fonte immagine in evidenza: Bleacher Report (Twitter)
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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