È ormai passato un giorno da quando l’esercito russo ha fatto irruzione in Ucraina, accompagnato dal suono delle sirene dell’antiaerea, sferrando un attacco senza precedenti in Europa dalla Seconda guerra mondiale, nella notte del 24 febbraio. Nel corso della giornata di ieri, la Russia ha proseguito l’avanzata, arrivando a conquistare la centrale nucleare di Chernobyl, mentre la popolazione ucraina si rifugiava nelle stazioni della metropolitana. Nel tardo pomeriggio, era ormai chiaro che la capitale Kiev fosse ormai obiettivo concretamente raggiungibile: anche l’aeroporto della capitale ucraina, l’Hostomel, era sotto il controllo della Russia, dopo quello di Odessa, già caduto sotto il controllo dell’esercito invasore. Dunque, alla fine della giornata di ieri, il bilancio si mostrava allarmante: almeno 137 vittima fra gli ucraini. Per quanto riguarda il bilancio russo, Mosca non ha condiviso alcun dato ufficiale.
Nella notte di oggi, il Presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di essersi sentito abbandonato dall’Europa. Gli Stati Uniti si sono resi disponibili ad accogliere i profughi ucraini, aggiungendo che le truppe americane aiuteranno gli Stati europei a trasportare i rifugiati sul loro territorio.
Nel frattempo, è giunta la notizia della conquista da parte della Russia dell’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, corredata dalla triste morte di 13 guardacoste ucraini. A fronte del peggioramento della situazione, la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha esplicitato le sanzioni previste nei confronti della Russia da parte dell’Europa: «Il pacchetto di sanzioni massicce e mirate approvato stasera mostra quanto sia unita l’Ue. In primo luogo, questo pacchetto include sanzioni finanziarie, mirate al 70% del mercato bancario russo e alle principali società statali, compresa la difesa. Putin deve fallire e fallirà».
Senza sosta, i missili da crociera e balistici hanno ripreso a sparare su Kiev, in particolare sono state riferite due forti esplosioni, che hanno di fatto preannunciato l’ingresso delle forze armate russe nella capitale. Questa mattina alle 6, le autorità locali hanno confermato che anche l’aeroporto di Velyka Omelyana è stato bombardato. Nella disperazione generale, il Ministro degli Esteri ucraino ha rilasciato un’agghiacciante triste dichiarazione, con un appello a tutto l’Occidente: «Terribili bombardamenti missilistici su Kiev. L’ultima volta che la nostra capitale aveva visto una cosa del genere era stato nel 1941, quando era stata aggredita dalla Germania nazista. Allora l’Ucraina sconfisse quel male e lo sconfiggerà ancora oggi. Fermate Putin. Isolate la Russia. Rompete tutte le relazioni. Cacciate la Russia». Ciò che rende la situazione ancora più tragica ed inaccettabile, è il fatto che le forze armate russe stiano colpendo con i bombardamenti, senza alcuna remora e nonostante gli appelli della Comunità internazionale, anche obiettivi civili.
Alle 8 del mattino, i carri armati sono effettivamente entrati a Kiev: i russi hanno sequestrato i carri armati ucraini, indossato le uniformi dei soldati, e si sono diretti in centro città, seguiti da una colonna di blindati russi. Nel frattempo, la popolazione civile continua ad essere vittima del conflitto, e giungono racconti di violenze e soprusi: giungono notizie di cittadini ucraini che cercano continuamente di lasciare in auto diretti in Ungheria e Polonia.
È giunta anche la notizia di un episodio particolarmente rappresentativo, l’immagine di un cittadino ucraino che resiste pacificamente ad una colonna di blindati russi, che evoca in maniera impressionante i fatti di piazza Tienanmen del 1989 a Pechino: durante quella protesta, ci furono una serie di manifestazioni popolari di massa che culminarono in un vero e proprio massacro quando l’esercito cinese aprì il fuoco contro i civili manifestanti.
Di fronte a questo scempio, è intervenuta anche la Santa Sede, che sottolinea come il Pontefice sia «preoccupato per la guerra» in Ucraina. Papa Francesco ha parlato con l’ambasciatore Avdeev nella sede diplomatica in via della Conciliazione, «per tentare di mediare nel conflitto tra il Paese e l’Ucraina dopo l’attacco su larga scala di Mosca».
Alle 14.00 è giunta una notizia di notevole importanza, relativa alle sanzioni da erogare alla Russia: l’UE si prepara a congelare i beni del Presidente russo Vladimir Putin e del Ministro degli Esteri Sergei Lavrov presenti sul suolo europeo. Per contro, non verrà loro inibito l’accesso agli Stati dell’Unione, per mantenere aperta la porta della diplomazia, nella speranza che possa esserci una soluzione pacifica alla guerra in corso. Dal canto suo, il Presidente ucraino Zelensky ha manifestato categoricamente l’intenzione di non volersene andare dal territorio ucraino, nonostante risulti essere uno dei principali bersagli della Russia. Alcuni Stati oltre alla Cina e alla Bielorussia, hanno invece manifestato appoggio alla Russia, in particolare la Birmania.
Per quanto riguarda la posizione del nostro Paese, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato in Parlamento che sono pronti 3.400 militari italiani sul fianco Est, per dare supporto alla NATO e che le sanzioni decise nei confronti della Russia avranno un impatto anche sulla nostra economia. Restano da vedere ulteriori sviluppi della questione.
Stefania Piva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.