Domenica 3 luglio 2022, alle 13.45, un grosso blocco largo decine di metri del ghiacciaio della Marmolada si è staccato, ad oltre 3.000 metri, portandosi dietro un’ingente quantità di roccia, detriti e ghiaccio per centinaia di metri. Il seracco ha quindi travolto la via normale e gli alpinisti che stavano salendo in vetta, passando molto vicino al rifugio Marmolada. Si parla di una tragedia annunciata, perché climatologi e glaciologi da tempo diffondevano notizie sulla pericolosità della situazione: «Siamo di fronte ad una riduzione del volume di quel ghiacciaio maggiore dell’85% avvenuta tra il 1905 ed il 2010 e uno spessore della fronte, passato dai quasi cinquanta metri dell’inizio del secolo scorso ai pochi metri di oggi sono i segnali che il ghiacciaio della Marmolada sta morendo e lasciano presagire la sua definitiva scomparsa tra 20-30 anni. Un fatto come quello avvenuto, così tragico, poteva non avere quella scia di sangue, ma era destina a capitare. E lo sarà sempre più spesso», spiega Vanda Bonardo, responsabile della Carovana dei ghiacciai di Legambiente. Anche il gestore del Rifugio alpino della Marmolada, Carlo Budel, ha evidenziato che la situazione fosse già allarmante da un mese: «Guardate come è messo male il ghiacciaio. Nei giorni precedenti continuavi a sentire torrenti che scavavano sotto al ghiaccio ma il crollo è avvenuto da sopra. Era scoperto dalla neve già a giugno, di solito quando arrivo ci metto ore per entrare nel rifugio per via della neve, quest’anno no». Budel ha sottolineato anche che i torrenti, scavando sotto il ghiacciaio, potrebbero essere tra le cause del crollo del seracco avvenuto domenica tre luglio.
Fra le 9 vittime accertate risulta l’esperta guida alpina Paolo Dani, 58 anni, di Valdagno (Vicenza), dal 2012 al 2020 a capo del Soccorso alpino di Recoaro-Valdagno, dove era già vicecapo, precedentemente tecnico di elisoccorso a Verona dal 2003, istruttore regionale dal 2006. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona si è unita al cordoglio della famiglia: «Domenica sulla Marmolada abbiamo perso un collega, un amico. Paolo Dani era una guida alpina e tecnico del soccorso alpino che prestava servizio sul nostro elisoccorso. Un uomo pacato, competente, un professionista prezioso per tutti noi sanitari. Un uomo innamorato della montagna e che alla montagna lascia la sua vita. Fai buon viaggio Paolo». Il Comune di Valdagno ha ricordato il suo cittadino con parole intrise di commozione: «Il Sindaco Giancarlo Acerbi esprime il cordoglio dell’Amministrazione Comunale per la scomparsa di Paolo Dani, rimasto vittima nel crollo di un seracco di un ghiacciaio della Marmolada. È una triste notizia che ci lascia sgomenti e che colpisce l’intera comunità valdagnese all’interno della quale Paolo era molto conosciuto e apprezzato. In questo momento di dolore non possiamo che stringerci attorno alla famiglia e a tutti i suoi cari. Continuiamo a seguire con grande apprensione le notizie che arrivano dalla Marmolada. Il nostro pensiero va a tutte le persone coinvolte in questo tragico episodio». Moltissimi i post sui social network di amici, colleghi e conoscenti che stanno esprimendo il loro cordoglio: «Fino all’ultimo ho sperato e pregato che tu non fossi sulla Marmolada ieri (domenica, ndr). Buon viaggio»; c’è anche chi lo ricorda in dialetto veneto: «Iniziavi sempre dicendomi Ciao Stea come steto!!! E finivi sempre con dirmi “varda setto fatte sentire me raccomando” [“Iniziavi sempre dicendomi Ciao stella come stai, e finivi sempre con dirmi guarda, senti fatti sentire mi raccomando”]. Non ho parole… Fai buon viaggio tra le tue Amate Montagne ci mancherai!! Ciao Stea».
Il Procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi, ha dichiarato quanto segue: «I soccorritori sono al lavoro per ritrovare le persone – tutte italiane – che mancano all’appello, ma a causa del pericolo di ulteriori crolli nessuno risalirà il ghiaccio a piedi. Al momento le vittime confermate sono 9, di cui 4 sono state identificate. Le auto parcheggiate a Passo Fedaia sono state “tutte abbinate a persone in vita». Il Sindaco di Canazei ha disposto la chiusura dell’area della Marmolada: il provvedimento al momento ha durata indefinita, e segue all’ordinanza di chiusura parziale di domenica. Il capo del Soccorso alpino nazionale ha dichiarato che il rischio di distacco di ulteriori pezzi del ghiacciaio, dunque di nuovi crolli, rimane elevato. Tutto ciò concretizza sempre più la possibilità che si debba rinunciare al ritrovamento dei corpi rimanenti, rimasti sepolti sotto la quantità di ghiaccio e detriti venuti giù dalla Marmolada. Ad ora, l’unica possibilità è quella di utilizzare dei droni per osservare la massa di ghiaccio dall’alto, per individuare elementi utili a rintracciare i corpi e i dispersi. Il bilancio non è dei migliori: proseguono le ricerche di 3 dispersi, mentre le vittime accertate salgono a 9 e i feriti ad 7 (4 ricoverati a Trento e 3 in ospedali veneti). Anche questa mattina sono volati sul ghiacciaio della Marmolada quattro droni; inoltre, sono presenti due operatori della Guardia di Finanza a capanna Ghiacciaio. Nel frattempo, stanno proseguendo le attività di trasporto del materiale tecnologico necessario per l’intervento “vista e udito” di una squadra scelta di soccorritori che potrebbe tornare sul ghiacciaio giovedì, con l’ausilio delle Unità cinofile, per fare delle ricerche sul posto. La neve nella parte bassa del via normale si sta sciogliendo e la polvere ed il pietrisco rendono difficoltoso l’utilizzo dei droni che non riescono ad identificare chiaramente resti e attrezzatura sparsi sul ghiacciaio: si riflette su un intervento con operatori scelti, malgrado il rischio di ulteriori crolli. In conclusione, la situazione è in fase di valutazione, a fronte dell’elevata pericolosità di un siffatto intervento. Nei prossimi giorni sono previsti forti temporali e la speranza dei soccorritori è che la pioggia possa in qualche modo ripulire la superficie e consentire una visuale migliore agli operatori che eventualmente interverranno.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.