Questa notte prenderanno il via le NBA Finals, in cui si affronteranno, per la prima volta in assoluto, Los Angeles Lakers e Miami Heat: i gialloviola arrivano all’atto finale dopo aver eliminato, nell’ordine, Portland Trail Blazers, Houston Rockets e Denver Nuggets, tutte sconfitte 4-1, mentre la franchigia della Florida ha avuto la meglio su Indiana Pacers (4-0 al primo turno), Milwaukee Bucks (4-1 in semifinale di Conference) e Boston Celtics (4-2 in finale di Conference).
NBA Unveils New Court Design for 2020 #NBAFinals Presented by @YouTubeTV! pic.twitter.com/rBXN5bz6br
— NBA (@NBA) September 29, 2020
I Lakers tornano alle Finals dopo ben dieci anni di assenza: l’ultima volta, nel 2010, si aggiudicarono il titolo in sette gare contro i Boston Celtics. Oltre a ciò, la partecipazione ai playoff di quest’anno risulta la prima dal 2013 per i californiani, che solo dopo aver firmato LeBron James e aver prelevato via trade Anthony Davis sono tornati competitivi dopo anni di rebuilding totale attorno ai giovani per mettersi alle spalle l’era dorata di Shaquille O’Neal e Kobe Bryant.
Dopo aver fatto la voce grossa anche in regular season (primo posto a Ovest con un record di 52 vittorie e 19 sconfitte), i Lakers hanno messo in mostra il meglio del proprio repertorio anche ai playoff. Nel corso di questa post season, LeBron James sta viaggiando a medie di 26.7 punti, 10.3 rimbalzi, 8.9 assist, 1.3 palle recuperate e una stoppata col 55% al tiro e il 35% da tre, mentre Anthony Davis sta mettendo a referto 28.8 punti, 9.3 rimbalzi, 3.6 assist, 1.2 recuperi e 1.2 stoppate col 57% dal campo e il 37% da dietro l’arco.
As @KingJames gets set to take on his former team in the NBA Finals, relive some of LeBron's BEST PLAYS with the @MiamiHEAT! #NBAVault pic.twitter.com/EkFEcefuQC
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Il duo atomico LBJ-AD è l’arma letale dei Lakers, ma non l’unica: l’arsenale a disposizione di coach Frank Vogel, infatti, dispone anche di un ritrovato Rajon Rondo. Out da marzo e tornato a calcare il parquet soltanto in occasione di gara-1 del secondo turno con gli Houston Rockets, il già campione NBA con i Boston Celtics ha dato un enorme contributo alla causa sin qui, rendendosi autore di giocate decisive sia in difesa che in attacco e mettendo la sua infinita leadership al servizio della squadra: la sua crescita esponenziale ai playoff è testimoniata anche dai numeri, con 9.1 punti, 3.8 rimbalzi, 7.2 assist e 1.6 palle rubate col 50% al tiro e il 45% dalla lunga distanza.
Non sono da meno gli altri gregari, tra cui in particolar modo Dwight Howard, che a quasi 35 anni ha ritrovato sé stesso dopo che sembrava essersi perso. Il tre volte Difensore dell’anno torna alle Finals per la prima volta dal 2009, anno in cui dominava la lega con la maglia degli Orlando Magic e la pesante etichetta di erede di Shaquille O’Neal sulle spalle. I suoi Magic si arresero proprio al cospetto dei Lakers (4-1).
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Nell’anno della tragica scomparsa di Kobe Bryant, i gialloviola vogliono onorare nel migliore dei modi la memoria della loro indimenticabile leggenda e per farlo non intendono mancare l’appuntamento con la conquista del diciassettesimo anello NBA della loro storia, che gli permetterebbe di agganciare gli acerrimi rivali dei Boston Celtics in testa alla classifica delle squadre più vincenti della storia.
Inoltre, l’ex di turno LeBron James, giunto alla sua decima partecipazione alle Finals in diciassette anni di carriera (nelle precedenti nove, The King ha conquistato tre titoli, di cui due con i Miami Heat e uno coi Cleveland Cavaliers) e reduce da una pazzesca tripla doppia da 38 punti, 16 rimbalzi e 10 assist in gara-5 coi Nuggets, non ha alcuna intenzione di raggiungere Elgin Baylor al secondo posto nella classifica dei giocatori con più finali perse (7 per l’Hall of Famer ex Lakers, 8 per il primatista Jerry West, anch’egli icona della franchigia gialloviola negli anni ‘60).
The @MiamiHEAT go through their first #NBAFinals Media Availability! pic.twitter.com/5TuIzzGUYp
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Dall’altro lato, Miami non sarà la favorita ma di certo non partirà sconfitta. Gli Heat sono la squadra che più di tutte incarna il concetto di culture tanto caro agli appassionati. Pat Riley ha fatto un ottimo lavoro sul mercato negli anni, scommettendo sul talento di Bam Adebayo (quattordicesima scelta al primo giro del Draft 2017), Duncan Robinson, undrafted nel 2018, e Tyler Herro – tredicesima scelta assoluta al Draft 2019 – e riuscendo a piazzare il colpo Jimmy Butler via trade la scorsa estate.
Quest’ultimo si è rivelato il giocatore perfetto per Miami, un leader nato che ha l’ossessione per la vittoria e che con personalità e carisma sta trascinando un gruppo di ragazzi motivati e determinati verso la conquista di un sogno. Butler sta facendo registrare medie di 20.7 punti, 5.7 rimbalzi, 4.5 assist e 1.9 palle recuperate col 46% al tiro e il 37% da dietro l’arco in questi playoff e in gara-1 contro i Milwaukee Bucks è riuscito a segnare un career-high di 40 punti, risultando il terzo giocatore nella storia degli Heat a riuscire nell’impresa, dopo LeBron James e Dwyane Wade.
LeBron wants to bring the title back to LA.
Miami plans on shocking the world.
The NBA Finals are gonna be epic.
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— Bleacher Report (@BleacherReport) September 30, 2020
La sfida tra LBJ e Jimmy Buckets sarà senz’altro interessantissima, ma non sarà da meno il duello tra due dei migliori lunghi in circolazione, ossia Anthony Davis e Bam Adebayo. A 23 anni, quest’ultimo sta giocando il miglior basket della sua carriera, come testimoniano la doppia doppia di media ai playoff (18.5 punti, 11.4 rimbalzi, 4.9 assist, 1.2 recuperi e quasi una stoppata di media col 57% dal campo), la stoppata decisiva su Jayson Tatum contro i Boston Celtics in gara-1, da molti definita una delle migliori giocate difensive di sempre, e la pazzesca doppia doppia da 32 punti e 14 rimbalzi nella decisiva gara-6.
Tyler Herro e Duncan Robinson, invece, stanno facendo la differenza con le loro prestazioni nella metà campo offensiva, in particolar modo sfruttando la specialità della casa: il tiro da tre punti. Il rookie, primo giocatore nato negli anni 2000 a disputare le Finali di Conference e le NBA Finals, ha medie di 16.5 punti, 5.5 rimbalzi e 3.9 assist col 46% al tiro e il 38% dalla lunga distanza e in gara-4 contro i Celtics ha messo a referto ben 37 punti, il suo massimo in carriera ai playoff, nonché il maggior numero di punti segnati da una matricola in una partita di post season da Magic Johnson nel 1980 e il massimo in assoluto in una partita delle Finali di Conference.
Jimmy Butler has had a huge impact with the Heat: https://t.co/XyKf5LtrOj
— Shandel Richardson (@ShandelRich) September 28, 2020
Da non sottovalutare, inoltre, il contributo dei veterani, fondamentali in una squadra piena di giovani talenti: oltre al già citato Butler, spiccano Jae Crowder, Goran Dragić, miglior realizzatore per gli Heat in questi playoff con i suoi 20.9 punti a partita, e Andre Iguodala, reduce da un’ottima prestazione in gara-6 con Boston (15 punti con 5/5 dal campo e 4/4 da tre in uscita dalla panchina) e pronto a disputare le Finals per la sesta volta consecutiva, dopo averne giocate cinque di fila con i Golden State Warriors, dal 2015 (anno in cui vinse anche l’MVP delle Finali) al 2019.
La forza di Miami è un collettivo ben assortito e in grado di vincere le partite in tanti modi diversi, reso tale anche e soprattutto dal lavoro dell’head coach Erik Spoelstra. Gli Heat hanno vinto tre titoli (2006, 2012 e 2013) in cinque apparizioni alle Finals, sempre con lui in panchina. Spoelstra e LeBron James sono stati alleati per quattro anni, vincendo due anelli, e ora saranno rivali, mentre Dion Waiters, passato da Miami a Los Angeles prima della trade deadline dello scorso febbraio, sarà campione NBA a prescindere dall’esito del duello. Scherzi del destino che non fanno altro che rendere ancor più elettrizzante l’atmosfera. Di seguito il calendario delle Finals con giorni e orari italiani: si aggiudicherà l’ultimo atto nella bolla di Orlando?
Gara-1 – 1/10 ore 3:00
Gara-2 – 3/10 ore 3:00
Gara-3 – 5/10 ore 1:30
Gara-4 – 7/10 ore 3:00
Gara-5* – 10/10 ore 3:00
Gara-6* – 12/10 ore 1:30
Gara-7* – 14/10 ore 3:00
*se necessaria
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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