Tutti gli appassionati di NBA avevano da tempo cerchiato in rosso sul calendario la data del 1 luglio, giorno di apertura della free agency 2019, una delle più attese degli ultimi anni. Il motivo è da riscontrare nell’enorme quantità di giocatori rimasti senza squadra e pronti, nella maggior parte dei casi, a ripartire da nuove avventure, stuzzicando così la fantasia degli addetti ai lavori. Basti pensare che quest’estate è scaduto il contratto del 40% dei giocatori NBA e che molti di questi sono autentici fuoriclasse.
Tante squadre, dunque, hanno sfruttato le scorse annate, in particolare la trade deadline dello scorso febbraio, per liberare spazio salariale e potersi così permettere l’assalto ad alcuni dei nomi più importanti della free agency 2019. Alcune sono riuscite a portare a termine il proprio obiettivo (Brooklyn Nets su tutte), altre hanno dovuto ripiegare su altri nomi (New York Knicks), altre attendono ancora (Los Angeles Lakers), ma c’è anche chi, a sorpresa, ha saputo approfittare dello stato di confusione generale per piazzare colpi degni di nota, tra cui gli Utah Jazz.
Tra le squadre capaci di dominare il mercato estivo, almeno fino a questo momento, spiccano i Brooklyn Nets, che si sono assicurati un terzetto da capogiro, firmando i due fuoriclasse Kevin Durant e Kyrie Irving e affiancando loro l’esperto centro DeAndre Jordan: dopo tanti anni difficili, gli uomini di Kenny Atkinson possono dunque tornare a sognare in grande, anche se KD salterà tutta la prossima stagione, in virtù del grave infortunio al tendine d’Achille riportato nelle recenti Finals perse 4-2 dai suoi Golden State Warriors contro i Toronto Raptors.
Chi, invece, ha dovuto far fronte a un brusco cambio di programma è l’altra franchigia di New York, i Knicks, che ancora una volta non sono riusciti ad assicurarsi nomi d’élite. Era già accaduto nel 2010, quando sul loro taccuino, tra i tanti nomi, figuravano quelli di LeBron James e Chris Bosh (poi accasatisi ai Miami Heat con Dwyane Wade). Dall’obiettivo di costruire un Big Three con l’attuale duo di All-Star dei rivali dei Nets, Irving e Durant (doppia beffa per loro), e Zion Williamson, i Knicks sono stati costretti a cambiare linea.
Messo sotto contratto Julius Randle, sono arrivati a NY anche veterani come Taj Gibson e Wayne Ellington e giocatori del calibro di Elfrid Payton, Bobby Portis e Reggie Bullock, quasi tutti firmati per due anni con opzione per il secondo, quasi come se i Knicks volessero comporre un roster in cui far crescere i giovani talenti (Randle, Knox, Robinson, Trier e l’attesissimo rookie R.J. Barrett), per poi ritentare il colpo grosso l’anno prossimo.
Sorridono, invece, gli Utah Jazz, una delle squadre più attive in questa free agency: la franchigia di Salt Lake City, infatti, può permettersi di sognare in grande dopo aver ingaggiato via trade Mike Conley, point guard d’esperienza e di talento, un upgrade rispetto allo spagnolo Ricky Rubio, accasatosi ai Phoenix Suns, una delle squadre più deludenti. I Jazz riescono ad accaparrarsi anche l’ex Indiana Pacers Bojan Bogdanovic e a rinforzare la second unit con i vari Ed Davis, Emmanuel Mudiay e Jeff Green.
Estate di grandi cambiamenti anche per i Golden State Warriors, che blindano Klay Thompson (quinquennale al massimo salariale da 190 milioni di dollari), ma perdono Kevin Durant, ceduto ai Brooklyn Nets in cambio di D’Angelo Russell. Quest’ultimo rappresenta un gran punto interrogativo nel sistema dei Dubs, ma in molti nell’organizzazione della franchigia californiana ritengono che il giocatore possa adattarsi alla grande a condividere il parquet col sopracitato Thompson e con Stephen Curry. Sbarca a San Francisco anche Willie Cauley-Stein, che firma un annuale al minimo salariale e completa la batteria di lunghi col rinnovato Kevon Looney.
Conferme in blocco per gli Houston Rockets, che rinnovano a prezzo di saldo Austin Rivers, Danuel House e Gerald Green, pedine fondamentali della loro second unit lo scorso anno, mentre per gli Oklahoma City Thunder si segnalano soltanto gli arrivi di Alec Burks e Mike Muscala e il ritorno di Nerlens Noel. OKC, del resto, può muoversi soltanto via trade, ragion per cui pare intenzionata a rendere disponibili per scambi i vari Dennis Schröder, Steven Adams e Andre Roberson.
Hanno ancora spazio salariale, invece, i Los Angeles Lakers, che dopo la trade per Anthony Davis hanno perso sei giocatori, tre dei quali ceduti ai New Orleans Pelicans (Lonzo Ball, Brandon Ingram e Josh Hart) e altri tre ai Washington Wizards (Jemerrio Jones, Isaac Bonga e Moritz Wagner), ma si sono visti sfuggire gran parte dei principali role players nel loro mirino. Recentemente, i gialloviola hanno battuto un colpo, anzi due, prendendo rispettivamente Troy Daniels e Jared Dudley, in attesa di conoscere il futuro di Kawhi Leonard.
Il fresco campione NBA e MVP delle Finals è diviso tra i Toronto Raptors (con cui ha vinto il titolo, ponendo fine alla dinastia dei Golden State Warriors), i Los Angeles Clippers e gli stessi Lakers e comunicherà quasi sicuramente nella notte tra oggi e domani la sua decisione. The Claw è l’unico campionissimo tra i free agents attuali, dato che le altre stelle hanno già scelto la loro prossima squadra.
Oltre ai sopracitati Irving, Durant e Thompson, rientrano nella lista anche Jimmy Butler e Kemba Walker. Il primo ha scelto a sorpresa i Miami Heat, che l’hanno prelevato via sign-and-trade, cedendo Josh Richardson ai Philadelphia Sixers e accollandosi il contratto di Meyers Leonard in cambio di Hassan Whiteside, passato ai Portland Trail Blazers, con Moe Harkless spedito ai Los Angeles Clippers per completare lo scambio a quattro squadre.
L’ex point guard degli Charlotte Hornets, invece, ha firmato un quadriennale al massimo salariale con i Boston Celtics. In Carolina del Nord lo rimpiazzerà Terry Rozier, ex riserva di Irving proprio a Boston. Nel Massachusetts arriva anche il centro turco Enes Kanter, che rimpiazzerà Al Horford, accordatosi con i Philadelphia Sixers con un quadriennale da 109 milioni di dollari.
Un quintetto tutto da verificare sul parquet per la squadra della città dell’amore fraterno, che ha anche rinnovato Tobias Harris (quinquennale da 180 milioni) e James Ennis, ma ha perso Jimmy Butler, Boban Marjanovic (accordatosi con i Dallas Mavericks) e il tiratore veterano J.J. Redick, strappato alla folta concorrenza dai New Orleans Pelicans con un biennale da circa 26 milioni.
Quest’ultimo rappresenterà uno dei pochi veterani insieme a Derrick Favors, a Jrue Holiday e all’italiano Niccolò Melli, che sarà il nostro terzo connazionale nella lega a stelle e strisce, aggiungendosi a Marco Belinelli e Danilo Gallinari, e che avrà la chance di dire la sua in NBA proprio nel periodo migliore della sua carriera. I quattro faranno da mentori ai giovani Ball, Ingram, Hart, Okafor e soprattutto Zion Williamson, prima scelta dello scorso Draft attorno al quale si è creato sin da subito tantissimo clamore.
Da segnalare anche il ritiro, tanto anticipato quanto inatteso, di Darren Collison, point guard classe ‘87 reduce da un’esperienza positiva con gli Indiana Pacers e che avrebbe potuto tranquillamente assicurarsi un contratto annuale da 10-12 milioni di dollari in questa free agency. Il giocatore ha però deciso di dire addio al basket giocato per dedicarsi alla famiglia e alla sua fede di testimone di Geova.
Tornando a ciò che concerne il campo, tra i free agents più importanti meritano menzione anche Derrick Rose, Trevor Ariza, Isaiah Thomas e Patrick Beverley. L’MVP più giovane di sempre firma un biennale da 15 milioni con i Detroit Pistons (che ingaggiano anche Markieff Morris), IT proverà a ritrovare sé stesso tra le file degli Washington Wizards, mentre i due ex Houston Rockets approdano in California: Ariza firma un contratto di due anni da 25 milioni con i Sacramento Kings, Beverley resta ai Clippers con un triennale da 40 milioni.
Innesti importanti anche per gli Indiana Pacers, che rimpiazzano il partente Bogdanovic con gli innesti di Jeremy Lamb e Malcolm Brogdon. Quest’ultimo rappresenta una perdita non di poco conto per i Milwaukee Bucks, che perlomeno riescono a rinnovare Khris Middleton (quinquennale da 178 milioni), Brook Lopez (quadriennale da 52 milioni) e George Hill (triennale da 29 milioni) e a ingaggiare il veterano Wesley Matthews e l’ex Chicago Bulls Robin Lopez, fratello del sopracitato Brook.
Tra i pochi free agents rimasti dopo nemmeno una settimana di rumors e ufficialità, da segnalare i vari Marcus Morris, JaVale McGee, JaMychal Green, Kelly Oubre, Kenneth Faried, Jabari Parker, Rondae Hollis-Jefferson, Rajon Rondo, Lance Stephenson e Iman Shumpert, così come i veterani Tyson Chandler, Vince Carter, Nenê e Carmelo Anthony. Su tutti, però, spiccano Kawhi Leonard, DeMarcus Cousins e Danny Green, che potrebbero a breve annunciare il proprio futuro.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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