Dopo la convincente vittoria per 6-0 con la Moldavia in amichevole all’Artemio Franchi di Firenze (doppietta di El Shaarawy, gol di Cristante, Caputo, Berardi e autorete di Posmac), l’Italia sbatte sulla Polonia nella terza gara stagionale in Nations League, non riuscendo in alcun modo a far crollare il muro polacco, ma rimanendo comunque l’unica squadra imbattuta nel gruppo A dopo tre partite.
Allo stadio Energa Gdańsk di Danzica, infatti, la sfida tra Italia e Polonia si conclude sullo 0-0: per la settima volta, sei delle quali a reti bianche, le due squadre si dividono equamente la posta in palio. Gli Azzurri restano primi da soli nel girone (5 punti), in virtù del pareggio col medesimo risultato con cui la Bosnia ferma l’Olanda a Zenica. Il primato garantirebbe alla nostra Nazionale la possibilità di disputare le Final Four della Nations League a Milano o Torino. Dopodomani, al Gewiss Stadium di Bergamo, casa dell’Atalanta, andrà in scena il duello tra gli Orange di Frank De Boer e l’Italia di Roberto Mancini.
Quest’ultimo schiera il classico 4-3-3, con la linea difensiva a quattro composta dagli esterni Florenzi e Emerson e dalla coppia di centrali Acerbi-Bonucci. A centrocampo spazio a Barella, Jorginho e Verratti, mentre in attacco l’unica punta titolare è Belotti, supportato da Chiesa e Pellegrini, col giocatore della Roma che agisce nell’insolito ruolo di esterno offensivo in sostituzione dell’infortunato Insigne.
Nella Polonia sono due le conoscenze del nostro campionato, entrambe in difesa: il centrale del neopromosso Benevento, nonché ex Palermo e Torino, Kamil Glik, e il terzino della Sampdoria Bartosz Bereszyński, mentre tra i pali c’è il portiere del West Ham Fabianski in sostituzione dell’estremo difensore della Juventus Szczęsny, che giocherà la prossima gara con la Bosnia. Out anche il centrocampista del Napoli Zielinski e l’ex Genoa e Milan Piatek, con Robert Lewandowski unico centravanti nel 4-2-3-1 di Brzęczek, che nella ripresa fa entrare in campo Linetty e Milik.
L’Italia fatica a imporre i propri ritmi sin dalle prime battute, commettendo qualche errore di troppo in fase di impostazione. Manca terribilmente un fantasista, qualcuno in grado di accendere la luce nel buio più totale e di creare occasioni da gol dal nulla, per sé e per gli altri. La Polonia, dal canto suo, dà battaglia, lotta su ogni pallone e cerca di complicare la vita agli Azzurri, spesso e volentieri riuscendo nell’intento.
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Una ghiotta chance capita sui piedi di Chiesa, che però manca clamorosamente l’appuntamento col gol: innescato da un gran cross di Belotti dalla sinistra, il nuovo acquisto della Juventus calcia alto di prima intenzione a pochi passi dalla porta difesa da Fabianski, graziando l’esperto ex portiere dell’Arsenal. Sul piano territoriale non c’è partita, il dominio della Nazionale è netto e da questo punto di vista l’Italia non delude le aspettative.
Tuttavia, manca precisione nel momento della verità e le tante manovre offensive interessanti non vengono concluse a dovere. Mancini prova a cambiare le carte in tavola, gettando nella mischia ben tre attaccanti, Kean, Caputo e Berardi, con Immobile che resta dunque a guardare dalla panchina il finale di gara (per lui ci sarà spazio contro l’Olanda a Bergamo). Le sostituzioni del Mancio, però, non bastano a dare quella scintilla che servirebbe agli Azzurri per trovare la via del gol.
Lo 0-0 finale è un risultato tutto sommato giusto, che premia la capacità di soffrire della Polonia, brava a difendersi a spada tratta e a ripartire in contropiede quando può, e punisce i troppi errori di una Nazionale apparsa stanca e poco lucida, ma non certo opinabile sul piano della personalità e dell’atteggiamento. È la classica gara in cui “manca soltanto il gol”, cosa che con Mancini è avvenuta di rado (appena tre le partite senza segnare e due pareggi a reti bianche in 23 gare da commissario tecnico).
Dennis Izzo
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