Forse lo sognava proprio così Lewis Hamilton, entrare nella leggenda di questo sport eguagliando un’altro mito come Schumacher, nella terra natìa dell’asso ferrarista. 91 volte sul gradino sul podio e casco commemorativo ricevuto dal figlio del Kaiser: la giornata del 44 non poteva essere migliore di così e stavolta, Lewis, si è davvero emozionato. Dietro di lui succede un pò di tutto, con i primi problemi di affidabilità che fermano un pò tutti a giro, specie Bottas. Il mondiale oramai ha un chiaro padrone. Ferrari che fa come il gambero: una gara a ritroso che la fa finire indietro (Leclerc 7° e Vettel 11° addirittura dietro Giovinazzi). Ottimo podio per Daniel Ricciardo e degni di nota anche Grosjean e Giovinazzi.
Lewis Hamilton, 10 e lode: LEGGENDA. Si possono dire tante cose su questo traguardo raggiunto. La macchina, i compagni, l’era ibrida etc. Le stesse cose che in fondo alcuni “appassionati” imputano a Schumacher da più di 15 anni. Loro sono arrivati a 91 vittorie e il terzo (Vettel) e distantissimo. Queste basta per far capire la grandezza del pilota inglese.
Max Verstappen, 8: Fa il suo, ma il 44 era imprendibile. Siamo davvero curiosi di vederlo con una vettura alla pari della Mercedes. Potrebbe farci divertire.
Daniel Ricciardo, 9: Super gara dell’italo-australiano. Ottima partenza e buoni sorpassi. Abiteboul ora dovrà farsi un tatuaggio, ma sarà ben contento. Qualche dato per gli amanti delle statistiche: l’ultimo podio di Ricciardo è datato 27 maggio 2018; per l’ultimo della Renault, invece, dobbiamo andare indietro di 10 anni.
Sergio Perez, 7: Ok, la qualifica non è tra le migliori della sua carriera, ma la gara è veramente superba! Ottime le ultime prove per il Messicano (libero di testa adesso che sa di non avere la conferma) e quinto posto in campionato agguantato. Not bad.
Carlos Sainz, 7: Gara molto solida e concreta del prossimo pilota Ferrari. Del resto le sue prestazioni molto costanti sono un marchio di fabbrica. Vedremo a Maranello…
Pierre Gasly, 7: Come una piccola formichina che immagazzina le scorte della stagione, lui colleziona punti importanti e pesanti portando l’ Alpha Tauri a ridosso dei primi. Questa redazione lo ripeterà all’infinito: da quando è tornato a Faenza si è completamente ritrovato.
Charles Leclerc, 7: Un voto in più per la qualifica che ha illuso i tifosi della scuderia di Maranello ma la monoposto questa è, e più di cosi non può fare. Dev’essere molto frustrante.
Nico Hulkenberg, 9: Sabato mattina era seduto al bar a oltre 300 km dal Nurburgring. Alle 12 dello stesso giorno era in circuito per una chiamata improvvisa della Racing Point. Fatica al sabato ma la domenica la mette a punti dopo essere partito dal 20esimo posto. Meriterebbe certamente un posto in questa F1 e lo ha ampiamente dimostrato durante queste presenze da sostituto.
Romain Grosjean, 7: Lo abbiamo massacrato tante volte ma stavolta un bravo a Romain non glielo toglie nessuno. Haas a punti non succede quasi mai. E lui c’è riuscito.
Antonio Giovinazzi, 8: Vale lo stesso discorso del pilota Haas. Bravo Antonio, stavolta hai svolto tutto alla perfezione sfruttando a pieno una buona qualifica. Non è la prima volta che fa meglio del fenomenale Raikkonen con cui condivide il box. Grazie ai suoi punti la Alfa è ottava in classifica costruttori.
Sebastian Vettel, 6: Niente di che, il testacoda è dovuto ai difetti della monoposto.
Kimi Raikkonen, 5: Prende in pieno Russell e riceve una penalità giusta, ma ottiene il record di presenze in F1. Leggenda e mito di questo sport, nonostante una gara non all’altezza del suo nome.
Kevin Magnussen, 5: Ha l’opportunità di piazzare pure l’altra monoposto americana a punti ma fallisce clamorosamente. Male male.
Nicolas Latifi, 4: Era in gara?
Daniil Kvyat, 4: Peccato per l’incidente con Albon ma pare molto demotivato e spento.
I ritirati
Lando Norris, 6: Peccato per l’affidabilità della sua McLaren ma lui stava guidando veramente bene
Alexander Albon, 5: Ok il problema alla sua monoposto, ma lui commette errori su errori. La conferma è sempre più lontana.
Esteban Ocon, 6: Peccato, la gara sembrava essersi messa bene per lui.
Valtteri Bottas, 5: L’errore in curva uno che permette a Lewis Hamilton di passare è da novellino. Il problema all’ibrido lo salva.
George Russell, SV
Antonio Maimone
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Classe 1990, fin da piccolo viene soprannominato “Attila” per la sua vivacità. Si laurea in Comunicazione Pubblica e Giornalismo e collabora “Sicilians” da qualche anno. Si narra che la prima parola che il piccolo Antonio abbia detto non sia stata papà o mamma, ma Ayrton Senna. Amante di tutti gli sport ma le quattro ruote sono il suo primo grande amore. La sua frase? “Dammi 3 parole: freno frizione acceleratore”