Pochi giorni fa a Losanna si è tenuto il sorteggio dei gironi della Nations League, competizione organizzata dalla UEFA cui parteciperanno 55 Nazionali europee e che aprirà i battenti il prossimo settembre, dopo i Mondiali in terra russa, per concludersi a giugno 2019. Questo torneo di recente istituzione ha sostanzialmente la funzione di sostituire quasi totalmente le varie amichevoli internazionali e, inoltre, regalerà ad alcune squadre la possibilità di accedere agli Europei 2020, attraverso un sistema di promozioni e retrocessioni (le squadre che si piazzano all’ultimo posto retrocedono nella lega inferiore, quelle che arrivano prime avanzano nella lega superiore, ad eccezione rispettivamente dell’ultima e della prima lega), con quattro leghe da quattro gironi ciascuna, con una suddivisione avvenuta in base al ranking FIFA di ottobre scorso.
Ogni girone avrà al suo interno tre squadre, ad eccezione dei gruppi 2, 3 e 4 della terza lega e dei quattro gironi della quarta lega, che ne avranno una in più. Oltre ad essere una manifestazione decisamente innovativa e intrigante, per quanto riguarda l’Italia rappresenta anche un’occasione per assistere alla ripartenza della nostra Nazionale, ancora scossa dalla clamorosa eliminazione ai playoff per l’accesso alla fase a gironi dei prossimi Mondiali contro la Svezia e costretta a ripartire con un nuovo progetto, a partire dal commissario tecnico e da numerosi nomi nuovi che andranno a sostituire i tanti veterani che hanno lasciato la maglia azzurra in seguito alla tremenda disfatta con gli svedesi (Buffon, Barzagli, De Rossi, oltre ai tanti over-30 che difficilmente andranno a far parte del nuovo ciclo). Diamo un’occhiata nel dettaglio ai verdetti emessi dal sorteggio effettuatosi ieri a Losanna in merito alla composizione delle quattro leghe della Nations League.
LEGA A
Gruppo 1: Germania, Francia, Olanda
Gruppo 2: Belgio, Svizzera, Islanda
Gruppo 3: Portogallo, ITALIA, Polonia
Gruppo 4: Spagna, Inghilterra, Croazia
LEGA B
Gruppo 1: Slovacchia, Ucraina, Repubblica Ceca
Gruppo 2: Russia, Svezia, Turchia
Gruppo 3: Austria, Bosnia ed Erzegovina, Irlanda del Nord
Gruppo 4: Galles, Irlanda, Danimarca
LEGA C
Gruppo 1: Scozia, Albania, Israele
Gruppo 2: Ungheria, Grecia, Finlandia, Estonia
Gruppo 3: Slovenia, Norvegia, Bulgaria, Cipro
Gruppo 4: Romania, Serbia, Montenegro, Lituania
LEGA D
Gruppo 1: Georgia, Lettonia, Kazakistan, Andorra
Gruppo 2: Bielorussia, Lussemburgo, Moldavia, San Marino
Gruppo 3: Azerbaigian, Fær Øer, Malta, Kosovo
Gruppo 4: Macedonia, Armenia, Liechtenstein, Gibilterra
La lega A è quella in cui, tra i quattro gruppi presenti, c’è il girone dell’Italia, inserita nel terzo raggruppamento insieme ai campioni d’Europa in carica del Portogallo di Cristiano Ronaldo e alla Polonia di Lewandowski. La Spagna, invece, se la vedrà con Inghilterra e Croazia nel quarto girone, mentre uno dei più combattuti, almeno sulla carta, dovrebbe essere il gruppo 1, con Germania, Francia e Olanda pronte a darsi battaglia. A formare il gruppo 2 sono Belgio, Svizzera e Islanda, che compongono il girone probabilmente più “morbido” tra i quattro che vanno a formare la Lega A. Insomma, ne vedremo di certo delle belle in quella che è decisamente la più combattuta delle quattro leghe, in virtù della presenza di alcune delle Nazionali più forti al mondo.
Tra squadre storiche che non hanno alcun bisogno di presentazione, con alcune delle quali che stanno contribuendo a scrivere pagine importanti della loro storia, mentre altre cercano di tornare a livelli dopo innumerevoli delusioni. Nel primo caso, menzione speciale per la Spagna, che dopo aver attraversato un periodo tutt’altro che semplice dopo l’eliminazione al primo turno dei Mondiali 2014 e agli ottavi degli Europei 2016, è tornata in breve tempo ai fasti del quadriennio d’oro 2008-2012, in cui si laureò due volte campione d’Europa e mise in bacheca la prima Coppa del Mondo della sua storia. Discorso analogo per la Germania, salita sul tetto del mondo nel 2014 e detentrice della recente edizione della Confederations Cup, e per la Francia, ormai tornata ad essere una delle più temibili squadre da affrontare, mentre Svizzera, Polonia e Islanda hanno compiuto enormi progressi negli ultimi anni e rappresentano ostacoli da non sottovalutare.
A Croazia e Belgio, invece, ormai sembra non mancare nulla per competere ad alti livelli: se negli anni scorsi avevano tanto talento ma poca maturità, di recente hanno fatto passi da gigante anche sotto quest’ultimo aspetto. Il Portogallo, dal canto suo, ha l’occasione per dimostrare che il titolo europeo vinto nel 2016 non è stato un caso: Cristiano Ronaldo e compagni hanno tutte le carte in regola per dare fastidio anche a squadre meglio strutturate sulla carta. Tra le grandi deluse, invece, spiccano Olanda, Italia e Inghilterra: gli Orange hanno mancato l’appuntamento con gli Europei 2016 e i Mondiali 2018, cadendo in un abisso dopo aver disputato un ottimo Mondiale in terra brasiliana nel 2014, gli Azzurri hanno clamorosamente fallito nel playoff di qualificazione alla fase a gironi dei prossimi Mondiali contro la Svezia, saltando per la prima volta la rassegna iridata dopo sessant’anni, mentre i Tre Leoni sono ormai da tanti anni a bocca asciutta (l’ultimo titolo vinto è il Mondiale casalingo del 1966) e sperano che il ricambio generazionale possa riportarli in alto.
La Nations League, però, sarà una vetrina importante anche e soprattutto per le Nazionali meno blasonate, che potranno cogliere quest’occasione per misurare i propri progressi e provare a salire di livello. La Russia che ospiterà i prossimi Mondiali ci terrà a fare bella figura in un girone piuttosto equilibrato con Svezia e Turchia, mentre il Galles proverà a vendicarsi dell’Irlanda, che qualche mese fa ha sconfitto i Dragoni in trasferta, approdando ai playoff per accedere ai Mondiali proprio al loro posto. Nello stesso girone di queste ultime due squadre c’è anche la Danimarca, che nel già citato turno di qualificazione alla Coppa del Mondo ha estromesso i Boys in Green, i quali potranno a loro volta prendersi una sorta di rivincita. Sempre per quanto riguarda la lega B, risulta piuttosto intrigante anche il gruppo 1, con la Slovacchia di Hamšík che affronterà l’Ucraina di Shevchenko, in veste di allenatore e non più di implacabile goleador, e la Repubblica Ceca del giovane talento in forza all’Udinese Antonín Barák. A chiudere il cerchio è il gruppo 3, con la Bosnia di Begović, Pjanić e Džeko opposta ad Austria e Irlanda del Nord.
Dato che più si scende più il livello delle squadre si abbassa, le ultime due leghe vedono tra le proprie protagoniste numerose squadre che non sono riuscite a qualificarsi ai Mondiali che si terranno la prossima estate in Russia. Per molte di queste, dunque, la Nations League rappresenta un’importante occasione per provare a riscattarsi, sperimentare nuovi giocatori e potenziare i propri meccanismi di gioco, al fine di colmare quel gap con le squadre riuscite nell’impresa. Tra le Nazionali meglio strutturate nella lega C spicca la Slovenia di Oblak, Birsa, Kurtić e Iličič, probabilmente la favorita per la vittoria finale del gruppo 3 con Norvegia, Bulgaria e Cipro. Non è da meno la Grecia di Karnezis e Manolas, che sfiderà Ungheria, Finlandia ed Estonia nel gruppo 2. Un’altra squadra che la qualificazione ai Mondiali l’ha soltanto sfiorata è la Scozia, che proverà a farsi valere nel gruppo 1 con Albania e Israele, mentre nell’ultimo girone risulta particolarmente interessante il “derby” tra Serbia e Montenegro, con Romania e Lituania a completare il quadro.
Nella quarta ed ultima lega, tante squadre di bassa caratura avranno la chance di dire la loro: la Georgia di Mchedlidze affronterà la Lettonia, il Kazakistan e l’Andorra nel gruppo 1, la Bielorussia non dovrebbe avere difficoltà a sbaragliare la concorrenze delle modeste Lussemburgo, Moldavia e San Marino nel secondo girone, mentre il giovane Kosovo (Nazionale istituita nel 2016) proverà a dire la sua nel gruppo 3 con Azerbaigian, Malta e isole Fær Øer. L’ultimo gruppo della lega D vedrà tra le sue protagoniste la Macedonia di Nestorovski, che nel corso delle scorse qualificazioni ai Mondiali ha bloccato l’Italia sul pareggio in trasferta e l’ha quasi costretta alla sconfitta nell’andata tra le mura amiche, l’Armenia di Mkhitaryan, da poco passato dal Manchester United all’Arsenal nell’ambito dell’operazione che ha portato Alexis Sánchez a compiere il percorso inverso, Liechtenstein e Gibilterra.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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