Conventi, monasteri e santuari, talvolta collocati in cornici naturali stupende, oltre a innumerevoli chiese molto antiche che conservano opere d’arte di grande pregio e valore storico. Un viaggio, tra i luoghi di culto più belli della provincia di Agrigento. Gli amanti della storia e della cultura non potranno che rimanere estasiati di fronte alle tante testimonianze di epoche e popoli diversi che hanno lasciato un’indelebile traccia; chiese, conventi ed eremi ricchi d’arte da ammirare per la loro maestosità e bellezza, oppure piccole chiese che si presentano veri e propri scrigni preziosi: tutte custodiscono un patrimonio artistico ineguagliabile.
Iniziamo il nostro viaggio con il Santuario della Beata Maria Vergine Immacolata di Agrigento, risalente al 1295. Fu fondato dai frati francescani con il contributo economico della famiglia dei Chiaramonte. Nel 1789 fu ristrutturato grazie a monsignor Giovan Battista Peruzzo, che alla sua morte vi fu seppellito per sua espressa volontà. Sull’altare maggiore si può ammirare una magnifica tribuna marmorea con le colonne che custodisce la Madonna della Catena, opera del XV di Antonello Gagini. Ma questo non è l’unico capolavoro, sempre all’interno vi è la statua dell’Immacolata del XVII, e un bellissimo Crocifisso ligneo del ‘700 con alcuni tondi dell’artista Domenico Provenzani e alcune cappelle che si fanno risalire al 200. Spostiamoci in collina e arriviamo a Burgio, precisamente saliamo al Bosco di Rifesi, dove nel 1170 fu edificato il meraviglioso Santuario della Madonna di Rifesi, dal normanno Ansaldo. Immenso nel bosco, fu anche monastero dedicato alla Vergine Maria e denominato “Priorato di S. Maria di Rifesi e della SS. Trinità”. Nel 1188 alcuni monaci vi si insediarono per volere del vescovo di Agrigento Bartolomeo, i monaci erano provenienti dalla Siria da dove erano scappati dopo la caduta di Gerusalemme. Nel corso del tempo il monastero è rimasto pressoché intatto svolgendo sempre il suo scopo di edificio religioso. Con il tempo prese inoltre la denominazione propria del feudo in cui sorgeva: “Rifesi”. Nel 1987, il 5 novembre, Mons. Luigi Bommarito lo consacra ufficialmente Santuario.
Spostiamoci da una collina all’altra; siamo a Caltabellotta, città nota per la Pace del 1302. Siamo nell’Eremo di Montevergine al cui interno si conserva un pregevole crocifisso ligneo risalente al ‘500 la cui storia vuole fu portato fin qui dall’Africa dai seguaci di Sant’Agostino. Il santuario si presenta a singola navata con suggestivi affreschi riportati in auge dopo l’ultimo restauro. Al suo interno si possono ammirare una serie di capitelli recuperati nella zona e appartenenti alla non più esistente chiesa di San Giorgio. I primi insediamenti monastici nella zona vanno fatti risalire tra V e VIII secolo, quando a seguito delle invasioni dei Vandali del nord Africa i seguaci di Sant’Agostino si stabilirono in questi luoghi. Sembra che alcuni religiosi vivessero nelle grotte vicine come eremiti, come testimonia la grotta antistante il santuario denominata “grotta dl monaco”.
Torniamo nella pianura agrigentina e andiamo a Campobello di Licata, per visitare il Santuario della Madonna dell’Aiuto che è anche la chiesa Madre dedicata a San Giovanni Battista, consacrata a Santuario nel settembre del 1947. La devozione in questi luoghi alla SS Vergine Maria Ausiliatrice, si dice derivi dalla miracolosa guarigione di un uomo gravemente malato di polmonite. Alla costruzione del santuario provvide il Barone Romandetta nello stesso anno in cui Campobello nasceva come borgo feudale: era il 1681. A Licata, invece, la Chiesa di Santa Maria Lavetere, è l’edificio di culto più antico. Ha varie denominazioni, quali chiesa di Santa Maria di Gesù, dei Francescani e chiesa di Santa Maria del Monte. La sua costruzione originaria si fa risalire al 580, quando Santa Silva, madre di Papa Gregorio Magno (divenuto poi santo), decise di edificare questa chiesa per ospitare una comunità di suore benedettine presenti in Sicilia (i benedettini agli inizi del 1300 eseguirono delle ristrutturazioni). Le origini del Santuario della Madonna delle Grazie di Montevago –siamo nella valle del Belice- sono legate al ritrovamento in aperta campagna di un dipinto su pietra che raffigurava la Vergine Maria, di cui non si conosce l’autore. Si racconta che dove sorge oggi il santuario, un tempo fu abitato da eremiti dell’ordine di Sant’Agostino che veneravano la Madonna delle Grazie col Bambino Gesù. Il ritrovamento dell’immagine avvenne 135 anni dopo la nascita della cittadina di Montevago. Tradizione vuole che l’immagine venne caricata su di un carro seguito da molta gente; il carro era trainato da buoi che si fermarono in un punto preciso e si rifiutarono di proseguire. In quel punto si decise di erigere l’edificio sacro. Non si conosce il nome dei progettisti, né la data di inizio dei lavori, quello che si sa, è che nel 1777 Don Benedetto Catalano, ritornò da Napoli per portare a termine la costruzione della chiesa.
Spostiamoci nella bellissima Sambuca di Sicilia – eletta borgo dei Borghi 2016 – per ammirare il meraviglioso Santuario della Madonna dell’Udienza. La chiesa, che in origine era dedicata alla SS. Annunziata, si trova dove sorgeva la chiesa di Sant’Antonio Abate. Nel 1527 era dedicata al Carmelo, e solo nel 1928 fu dedicata a Maria SS. dell’Udienza. La statua della Vergine con Bambino è un’opera vestita con una tunica a vita alta ricoperta da un mantello e poggia su una base di marmo ottagonale decorata a bassorilievi; opera questa attribuita al Gagini. Nel corso del 600 l’interno della chiesa venne decorato e affrescato con una tela dell’Annunziata e con due statue di Sant’Antonio Abate e Sant’Alberto confessore. La statua della Vergine Maria è intronata nella cappella Sciarrino, un suggestivo crocifisso del 600, invece, nella cappella dei Tre Re.
A pochi chilometri da Sambuca, sul mare sorge la città di Sciacca, famosa per il suo carnevale ma anche per alcune delle chiese più belle della Sicilia Occidentale. Iniziamo col parlare del Santuario di San Calogero. Su questo monte, in tempi antichissimi, sorgeva una piccola chiesa di modestissime dimensioni ad uso dei pellegrini che salivano fino lì in pellegrinaggio alla grotta dove il santo amava riposare. La grotta era accessibile solo passando attraverso un buco stretto, si passava una persona alla volta. Questo acceso, oggi, si trova nel livello sottostante la chiesa. La costruzione dell’attuale santuario si deve al vescovo Mariano Manno, che diede un forte slancio al culto di San Calogero. I lavori ebbero inizio nel 1530 e il complesso venne inaugurato nel 1644. Nel 1948 fu ceduto al Terzo ordine francescano e nel 1979 venne elevato a basilica minore pontificia. Sempre a Sciacca, ma nella parte più antica della città si trova il Santuario della Beata Maria Vergine del Soccorso. La chiesa, dedicata a Santa Maria Maddalena, nel 1656 fu sottoposta a restauri e ristrutturazioni sotto la direzione dell’architetto Michele Blasco che riuscì nella conservazione di una parte dell’originario impianto aggiungendo una navata. La facciata si presenta in stile barocco, ma incompiuta; decorata con varie statue fra cui San Pietro, San Paolo, la Maddalena, San Giovanni Battista, San Calogero di Antonino e Gian Domenico Gagini. La costruzione risale all’epoca normanna, dell’impianto antico rimangono solo le 3 absidi risalenti al 1108.
Ultima tappa del nostro viaggio ci porta a Siculiana, al Santuario del SS Crocifisso edificato per opera dei Padri Carmelitani nel XVI sec., grazie a una concessione del barone Blasco Isfar e Corillas. Alla chiesa, già dedicata a San Leonardo e alla Madonna del Carmelo, venne aggiunto il Collegio di Maria. All’interno del santuario troviamo un sarcofago ebraico, e 8 formelle in pietra alabastrina con scene del Vecchio Testamento. Il nostro viaggio si conclude qui, ma c’è ancora tanto da scoprire nella nostra bella isola, e noi non mancheremo certo di darvene notizia. Alla prossima!
Letizia Bilella
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