A poche ore dal termine del calciomercato, la Juventus piazza l’ultimo colpo: si tratta di Federico Chiesa, giovane e talentuoso esterno offensivo della Fiorentina che già nei mesi scorsi sembrava destinato a lasciare la squadra viola per proseguire altrove la propria carriera. L’affondo finale dei bianconeri è arrivato dopo le cessioni di Rugani, Douglas Costa e De Sciglio, tutti e tre in prestito secco, rispettivamente al Rennes, al Bayern Monaco e al Lione.
23 anni fa compiere il prossimo 25 ottobre, Chiesa lascia la Fiorentina dopo aver messo a referto 34 reti in 153 presenze tra campionato e coppe con la maglia dei gigliati. La Juventus si assicura le prestazioni del giocatore versando nelle casse della squadra viola circa 50 milioni di euro: prestito biennale da 10 milioni (2 quest’anno, 8 nella prossima stagione) e riscatto da 40 milioni, con ulteriori bonus da 10 milioni che porteranno il prezzo totale a 50 milioni di euro.
Dopo aver svolto le visite mediche di rito in una clinica al centro di Firenze e non al J Medical, in modo da aggregarsi subito al ritiro della Nazionale di Roberto Mancini, impegnata contro Moldavia in amichevole e Polonia in Nations League, Chiesa ha apposto la sua firma sul contratto che lo legherà alla Juventus almeno per i prossimi due anni. Il riscatto diventerà obbligatorio al verificarsi di determinate condizioni, che sulla carta appaiono poco più che una formalità: il nativo di Genova dovrà giocare il 60% delle partite e far registrare almeno 10 gol e 10 assist nelle due stagioni a Torino, coi bianconeri che dovranno concludere una delle due annate tra le prime quattro classificate in Serie A.
Per far sì che l’operazione tra il vecchio e il nuovo club di militanza decollasse, Chiesa ha dovuto prima di tutto rinnovare il suo contratto con la Fiorentina, in scadenza proprio nel 2022. Il giocatore avrebbe inizialmente chiesto alla società toscana cifre simili a quelle che percepirà a Torino (tra i 4 e i 4.5 milioni all’anno, che i viola non avrebbero potuto assicurargli, fino al 2025), rischiando di far saltare l’affare proprio sul più bello.
L’accordo è poi arrivato e pare soddisfare tutte e tre le parti coinvolte: la Fiorentina, che incasserà circa 50 milioni di euro per il suo gioiello più ambito e lo rimpiazzerà con lo svincolato José Callejón, la Juventus, che sostituisce Douglas Costa con un giovane italiano che ha già fatto vedere ciò di cui è capace, e lo stesso giocatore, che da tempo attendeva l’occasione giusta per imprimere una significativa svolta alla sua carriera.
Se è vero che Chiesa è senza alcun dubbio uno dei migliori talenti dell’attuale generazione calcistica nostrana, è pur vero che il figlio d’arte (suo padre Enrico ha militato in Serie A con le maglie di Sampdoria, Parma, Fiorentina, Lazio e Siena) ha spesso e volentieri vissuto momenti difficili, rendendosi protagonista di gare opache e prestazioni non all’altezza del suo talento, in un processo di crescita che ha visto la sua luce accendersi e spegnersi a intermittenza. L’imperativo, dunque, sarà trovare la continuità necessaria per affermarsi definitivamente tra i grandi.
In questo senso, la Juventus potrebbe essere la squadra adatta per il classe ‘97, nel giro della Nazionale dal 2018 (19 presenze e un gol sin qui), che al fianco di campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Gianluigi Buffon, Giorgio Chiellini, anch’egli ex Fiorentina (42 presenze e 3 reti nella stagione 2004-2005) e Leonardo Bonucci, questi ultimi due già suoi compagni tra le file degli Azzurri di Roberto Mancini, e soprattutto sotto la guida di Andrea Pirlo, avrà modo di migliorare sotto tutti i punti di vista e capire come sviluppare i suoi punti di forza e affinare le sue enormi qualità.
Dopo l’arrivo dell’ex numero 25 della Fiorentina, il tecnico bianconero potrebbe scegliere di passare al 3-4-3, con Chiesa che ricoprirebbe il ruolo di esterno alto a centrocampo e Kulusevski, Ronaldo e Dybala a comporre il tridente d’attacco, con Morata a rappresentare una valida alternativa a uno dei tre, in particolare all’argentino nel ruolo di centravanti. Del resto, Pirlo aveva già fatto capire di apprezzare particolarmente la difesa a tre, pilastro dei successi bianconeri targati Conte prima e, soltanto in parte, Allegri poi, ben prima dell’arrivo di Chiesa, schierando Danilo, Bonucci e Chiellini a protezione della porta di Szczesny al debutto con la Sampdoria.
Si tratta di un colpo degno di nota per la Juventus, che si assicura uno dei migliori giovani del panorama calcistico nostrano e continua il suo processo di rinverdimento. Nonostante l’età media del club resti relativamente alta e che per vincere, unico verbo conosciuto sulla sponda bianconera di Torino, non si possa fare a meno dei veterani, la Vecchia Signora ringiovanisce sempre di più: tra la sessione di mercato dell’estate 2019 e quella che sta per concludersi, infatti, sono sbarcati all’ombra della Mole De Ligt (’99), Demiral (’98), Rabiot (’95), Kulusevski (2000), Arthur (’96), McKennie (’98) e, appunto, Chiesa (’97), che vanno ad aggiungersi a Bentancur (’97), senza dimenticare inoltre la scelta innovativa di affidare la panchina della prima squadra a Pirlo, al debutto assoluto da allenatore.
Continuare a vincere nel presente resta l’obiettivo numero uno della Juventus, che al contempo intende programmare il futuro nel migliore dei modi, al fine di allungare il più possibile il proprio ciclo di successi e non farsi trovare impreparata quando arriverà il momento di salutare i vari Buffon, Chiellini, Bonucci, Ronaldo. Non è propriamente l’inizio di una nuova era, ma il proseguimento di una decade di trionfi, perché si può sempre migliorare e per farlo è necessario anche saper osare. Dopo Roberto Baggio nel 1990 e Federico Bernardeschi nel 2017, un altro giovane “dieci” cresciuto e affermatosi nella Fiorentina ha convinto la Juventus a puntare su di lui: convincerà tutti, come nel caso del Divin Codino, o vivrà un ambientamento più complicato del previsto, come il suo ex compagno di squadra? Ai posteri (e a Pirlo) l’ardua sentenza.
Dennis Izzo
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