Cresce l’attesa per l’All-Star Game NBA che si disputerà alla Gainbridge Fieldhouse di Indianapolis il prossimo 18 febbraio. Da quest’anno, la partita delle stelle torna ad essere il classico duello tra Western Conference ed Eastern Conference. I capitani, scelti in base al voto dei tifosi, saranno LeBron James, da una parte, e Giannis Antetokounmpo, dall’altra. Il primo, è stato votato da quasi 4 milioni di persone mentre, il secondo, è risultato il giocatore più votato in assoluto, con 4.3 milioni di preferenze.
L’NBA ha annunciato anche la composizione dei due quintetti titolari, scelti tramite la somma del voto di tifosi (50%), giocatori (25%) e giornalisti (25%). Non sono mancate, come di consueto, polemiche per alcune esclusioni eccellenti. È il caso di Stephen Curry che, per la prima volta dal 2013, non partirà in quintetto. Il due volte MVP della Regular Season aveva saltato soltanto l’edizione del 2020 per infortunio, giocando da titolare ben nove degli ultimi dieci All-Star Game. Nonostante le difficoltà dei suoi Golden State Warriors, Curry sta viaggiando a medie di 26.8 punti, 4.2 rimbalzi e 4.9 assist.
A prendere il suo posto nel quintetto titolare dell’All-Star Game, sono Luka Dončić e Shai Gilgeous-Alexander. Lo sloveno dei Dallas Mavericks ha messo a referto sin qui 33.6 punti, 8.5 rimbalzi e 9.3 assist col 48% dal campo, mentre il numero 2 degli Oklahoma City Thunder sta facendo registrare 31.1 punti, 5.6 rimbalzi, 6.4 assist e 2.3 palle rubate, con OKC attualmente al secondo posto a Ovest (31-13). A far loro compagnia alla palla a due saranno il già menzionato capitano LeBron James, alla ventesima convocazione in carriera all’All-Star Game (superato Kareem Abdul-Jabbar), e Kevin Durant.
Se per i Los Angeles Lakers le cose non vanno benissimo (i gialloviola sono al nono posto con un record di 23-23), LBJ continua a sfidare il tempo a suon di prestazioni da incorniciare. Per lui medie di 24.8 punti, 7.1 rimbalzi, 7.5 assist e 1.3 recuperi. Non è da meno KD, che sta mettendo a referto 29.1 punti, 6.4 rimbalzi, 5.7 assist e 1.2 stoppate a partita. Il centro titolare sarà ovviamente Nikola Jokić, vincitore di due MVP della regular season negli ultimi tre anni e campione NBA in carica coi suoi Denver Nuggets.
Anche quest’anno, il centro serbo domina in lungo e in largo, come testimoniano le sue medie di 26.3 punti, 11.9 rimbalzi e 9 assist per gara col 59% al tiro. Per il Joker si tratta della sesta chiamata consecutiva all’All-Star Game. Tra chi poteva legittimamente ambire a un posto nel quintetto titolare della Western Conference, spicca Kawhi Leonard. Oltre alle ottime medie personali (23.7 punti, 6.2 rimbalzi, 3.8 assist e 1.8 palle rubate per partita col 44% da dietro l’arco, il suo massimo in carriera), infatti, The Klaw è tra i principali protagonisti dell’ottima stagione dei suoi Los Angeles Clippers, che da dicembre hanno il miglior record in NBA (20-4).
Discorso analogo per il suo compagno di squadra Paul George (23.5 punti, 5.5 rimbalzi, 3.6 assist e 1.6 recuperi in 40 partite). Da segnalare anche l’assenza di Anthony Edwards, che sta contribuendo in maniera determinante al primo posto in classifica dei suoi Minnesota Timberwolves (32-13), con 25.7 punti, 5.2 rimbalzi, 5.1 assist e 1.2 recuperi partita.
Nel quintetto titolare della selezione dei migliori giocatori di Est, invece, trovano posto Tyrese Haliburton, Damian Lillard, Jayson Tatum, Giannis Antetokounmpo e Joel Embiid. Haliburton, leader per assist a partita (12.6), e Lillard, approdato pochi mesi fa ai Milwaukee Bucks, battono una folta schiera di concorrenti, tra cui Jalen Brunson, Donovan Mitchell e Trae Young.
La mancata titolarità del primo, stella e trascinatore dei New York Knicks, quarti a Est con un record di 28-17, ha fatto discutere e non poco. Brunson, infatti, sta viaggiando a medie di 26.5 punti, 3.8 rimbalzi e 6.4 assist a partita. Al di là dei numeri, l’ex Dallas Mavericks è stato uno dei giocatori più decisivi in questa prima parte di stagione.
Nessuna sorpresa per ciò che concerne le ali e il centro, con Tatum (27 punti, 8.4 rimbalzi e 4.4 assist a partita), Antetokounmpo (31.3 punti, 11.7 rimbalzi, 6.2 assist e 1.3 stoppate) ed Embiid che si impongono agevolmente tra i titolari. Il centro dei Philadelphia Sixers, detentore dell’MVP, ha recentemente vissuto la miglior serata della sua carriera, con un career-high da ben 70 punti messo a segno contro i San Antonio Spurs, e guida l’NBA per punti a segnati a partita (36).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: NBA.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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