Il giorno di Natale è più di una semplice festività per gli appassionati di basket: è un appuntamento immancabile con la storia dell’NBA. Dal 1947, quando i New York Knicks sconfissero i Providence Steamrollers in quella che fu la prima partita natalizia della lega, il 25 dicembre è diventato sinonimo di rivalità epiche, prestazioni memorabili e highlights che hanno definito intere carriere. In attesa del Christmas Day 2024, che mette in vetrina appuntamenti imperdibili, diamo un’occhiata ad alcuni dei migliori momenti del Natale targato NBA.
Prima che il Natale diventasse una tradizione consolidata per l’NBA, Wilt Chamberlain stabilì uno standard di grandezza con una prestazione incredibile il 25 dicembre 1961. L’allora 25enne centro dei Philadelphia Warriors si rese autore di una leggendaria doppia doppia da 59 punti e 36 rimbalzi contro i New York Knicks.
La franchigia della Grande Mela riuscì comunque a imporsi di misura (136-135), anche e soprattutto grazie alla doppia doppia da 40 punti e 10 rimbalzi di Richie Guerin. Nonostante la sconfitta, questa prestazione resta una delle più impressionanti nella storia dell’NBA, dimostrando l’impatto devastante che Wilt the Stilt aveva sul gioco.
Il 25 dicembre 1963, Jerry West, noto come “The Logo” per il suo iconico profilo stilizzato diventato il simbolo della NBA, offrì una prestazione magistrale nella sfida tra Los Angeles Lakers e New York Knicks, con 47 punti decisivi per il 134-126 in favore dei gialloviola. Questa prestazione fu una delle tante che consolidarono la reputazione di West come uno dei migliori giocatori della sua epoca.
La sua leadership e la capacità di mettere a segno punti cruciali nei momenti decisivi furono determinanti per il successo dei Lakers in quella gara. Il Natale del 1963 rimane una delle più grandi dimostrazioni di talento offensivo nella storia delle partite natalizie dell’NBA, tanto che ancora oggi i 47 punti di West risultano la quarta miglior prestazione di tutti i tempi in una partita di Natale.
Il Natale del 1966 fu segnato da una prestazione incredibile di Rick Barry dei San Francisco Warriors, che realizzò 50 punti, 6 rimbalzi e 4 assist col 59% dal campo (19/35) contro i Cincinnati Royals, consolidando il suo status di uno dei più grandi realizzatori della sua era.
Barry, famoso per il suo stile unico di tiro libero “granny shot” e per la sua abilità offensiva, dominò ogni aspetto del gioco quella sera, offrendo una delle più memorabili nella storia natalizia dell’NBA e regalando ai suoi la vittoria per 124-112 contro i Royals di Oscar Robertson (38 punti).
Nel 1984, Bernard King dei New York Knicks scrisse il suo nome nei libri di storia con una prestazione leggendaria. Nonostante la sconfitta contro i New Jersey Nets (120-114), King realizzò ben 60 punti col 60% dal campo (19/30), stabilendo un record natalizio tuttora imbattuto. Il nativo di Brooklyn, che al termine della stagione si sarebbe laureato miglior scorer della lega con 32.9 punti a partita, aggiunse 7 rimbalzi e 4 assist a una prova rimasta nella storia del gioco.
Nessun giocatore ha mai toccato quota 60 punti nel giorno di Natale. Chissà che tra pochi giorni, in occasione del quarantesimo anniversario della super partita natalizia di Bernard King, qualcuno non riesca quanto meno ad eguagliare il quattro volte All-Star.
Nel Natale del 1992, Michael Jordan regalò ai fan dell’NBA una prestazione memorabile nella vittoria dei suoi Chicago Bulls per 89-77 contro i New York Knicks al Madison Square Garden: 42 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 3 recuperi e una stoppata. MJ, nel pieno del suo prime, dimostrò ancora una volta perché era considerato il miglior giocatore al mondo. Nonostante l’intensa pressione difensiva dei Knicks, guidata da Patrick Ewing e John Starks, Jordan trovò il modo di dominare il gioco con una combinazione letale di jumper dalla media distanza, penetrazioni al ferro e tiri liberi.
Ogni volta che i padroni di casa sembravano pronti a rimontare, Jordan rispondeva con giocate clutch che spegnevano le speranze degli avversari. La partita fu un assaggio di ciò che sarebbe avvenuto nei playoff del 1993, quando i Bulls avrebbero eliminato i Knicks in Finale di Conference nella loro corsa verso il terzo titolo NBA consecutivo.
Con Michael Jordan temporaneamente ritiratosi e passato al baseball, Scottie Pippen prese le redini dei Chicago Bulls e offrì una prestazione spettacolare nel Natale del 1994 contro i New York Knicks. Il numero 33 si rese autore di ben 36 punti, 16 rimbalzi, 3 assist, 5 recuperi e 2 stoppate, guidando i Bulls alla vittoria per 107-104 all’overtime.
Pippen, che giocò tutti e 53 i minuti, rese vana la gran prestazione di Patrick Ewing (30 punti, 13 rimbalzi, 6 assist e 3 palle rubate e una st0ppata con 10/19 al tiro) e dimostrò di essere più che capace di ricoprire il ruolo di leader della squadra, anche in assenza di un campione del calibro di Michael Jordan.
Nel 2003, il rookie LeBron James affrontò uno dei giocatori più spettacolari dell’epoca, Tracy McGrady, nella partita tra Cleveland Cavaliers e Orlando Magic. T-Mac fu semplicemente sensazionale, mettendo a referto 41 punti, 8 rimbalzi, 11 assist, 3 palle recuperate e una stoppata col 52% al tiro (15/29) e il 56% da tre (5/9) e trascinando i Magic alla vittoria per 113-101.
Tuttavia, la partita segnò anche l’inizio della luminosa carriera natalizia di LeBron, che negli anni successivi sarebbe diventato un protagonista ricorrente delle partite di Natale. Nella sua prima gara natalizia, LBJ fece registrare 34 punti, 2 rimbalzi, 6 assist, 2 palle rubate e una stoppata, ma il suo contributo non bastò ai Cavs.
Il Natale del 2004 è ricordato per una delle rivalità più intense della storia recente, quella tra i due amici-nemici Shaquille O’Neal e Kobe Bryant. Dopo la separazione burrascosa tra i due ex compagni dei Lakers, Shaq si trasferì ai Miami Heat e in quell’occasione ebbe modo di affrontare per la prima volta i suoi vecchi compagni, su tutti Kobe.
La partita fu combattutissima e terminò ai tempi supplementari con la vittoria degli Heat per 104-102. O’Neale mise a referto una doppia doppia da 24 punti, 11 rimbalzi, 3 assist e altrettante stoppate col 58% dal campo (11/19), mentre Bryant ne segnò 42 in una dimostrazione di pura determinazione.
La rivalità più iconica della storia NBA, Lakers-Celtics, ha vissuto un capitolo memorabile il giorno di Natale del 2008. I Celtics arrivavano alla partita con una striscia vincente di 19 gare consecutive, ma i gialloviola, guidati da Kobe Bryant (27 punti, 9 rimbalzi e 5 assist con 13/23 al tiro) e Pau Gasol (20 punti, 3 rimbalzi, 5 assist e 3 stoppate), misero fine alla loro corsa con una vittoria per 92-83, con Phil Jackson che raggiunse quota 1000 successi nella sua carriera da allenatore.
Una rivincita niente male per i Lakers, che nelle Finals di pochi mesi prima furono sconfitti proprio dai Celtics dei Big 4 (Garnett, Pierce, Rondo e Allen). Un successo che pose le basi per una stagione da applausi per i californiani, che avrebbero vinto il primo di due titoli consecutivi pochi mesi più tardi.
Prima che le loro carriere prendessero strade diverse, Kevin Durant, Russell Westbrook e James Harden formavano un trio spettacolare negli Oklahoma City Thunder. Nel Natale del 2010, OKC affrontò i Denver Nuggets, con Durant sugli scudi. 44 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e altrettante stoppate col 70% dal campo (14/20) e il 57% dalla lunga distanza (4/7) per KD.
Non meno determinanti gli apporti di Westbrook (19 punti, 2 rimbalzi, 4 assist e 3 palle rubate) e Harden, autore di 21 punti, 3 rimbalzi, 2 assist e un recupero in uscita dalla panchina. I giovani e ambiziosi Thunder si imposero 114-106, mostrando un assaggio del loro potenziale come contendenti al titolo e rendendo vani i 30 punti di Chauncey Billups e la doppia doppia da 21 punti e 12 rimbalzi di Nenê.
Nello stesso giorno, LeBron James, al suo primo anno agli Heat, disputò la sua prima gara di Natale a Miami, rendendosi autore di una tripla doppia da 27 punti, 11 rimbalzi e 10 assist decisiva per il successo per 96-80 contro i Los Angeles Lakers. Prima di lui, soltanto Oscar Robertson, John Havlicek e Billy Cunningham avevano fatto registrare una tripla doppia nel giorno di Natale.
Sconfitta natalizia anche nel 2011 per i Boston Celtics, battuti dai New York Knicks nel 2011, capaci di imporsi per 106-104 al Madison Square Garden. Un Natale a dir poco memorabile per Carmelo Anthony, giustiziere dei biancoverdi con 37 punti, 8 rimbalzi, 3 assist, 2 palle recuperate e una stoppata col 59% al tiro (10/17) e il 57% da dietro l’arco (4/7). Melo si scatena nel finale di gara, segnando la tripla del 100-100 e il canestro del sorpasso (104-102), che consente ai Knicks di rimontare il -8 con cui era iniziato l’ultimo quarto di gioco.
Il 25 dicembre 2011 furono protagoniste anche Chicago Bulls e Los Angeles Lakers, con il detentore dell’MVP Derrick Rose protagonista con 22 punti e 5 assist con il 69% dal campo (9/13) e il 67% da tre (4/6). D-Rose si aggiudicò il confronto diretto con Kobe Bryant (28 punti), realizzando un gran canestro per l’88-87 finale a poco meno di cinque secondi dal termine, dopo che i Bulls erano stati sotto di undici punti nel corso della gara.
Il Natale 2016 offrì ai fan una delle partite più emozionanti dell’ultimo decennio: Golden State Warriors contro Cleveland Cavaliers, rematch delle NBA Finals 2016, vinte per 4-3 dai Cavs, capaci di compiere una storica rimonta da un pesante 3-1 di svantaggio. La partita fu un autentico thriller, con Kyrie Irving che siglò il canestro della vittoria a 3.4” dalla fine, regalando ai suoi un trionfo per 109-108 e chiudendo con 25 punti, 6 rimbalzi, 10 assist e 7 recuperi.
Decisivo anche il contributo di LeBron James, capace di mettere a referto 31 punti, 13 rimbalzi, 4 assist, 2 palle rubate e una stoppata col 55% dal campo (12/22) e il 50% da dietro l’arco (4/8). Ai Dubs non furono sufficienti la doppia doppia da 36 punti e 15 rimbalzi di Kevin Durant e i 24 punti di Klay Thompson, con Steph Curry che non andò oltre quota 15 punti con 4/11 al tiro.
Il Natale 2017 vide un’altra epica sfida tra Cavaliers e Warriors, con questi ultimi che riuscirono a prendersi l’agognata rivincita, imponendosi per 99-92 nonostante l’assenza di Stephen Curry. A fare la differenza fu il duo Kevin Durant-Klay Thompson: 25 punti, 7 rimbalzi, 3 assist, 2 recuperi e 5 stoppate per il primo, 24 punti, 6 rimbalzi e 2 assist col 53% dal campo (8/15) e il 57% da tre (4/7) per il secondo.
Serata tutt’altro che esaltante per LeBron James, solitamente protagonista indiscusso del Natale targato NBA: per lui soltanto 20 punti, 6 rimbalzi e altrettanti assist con 7/18 al tiro. A prendersi la scena tra le file dei Cavaliers fu un Kevin Love in versione “vintage”, autore di una doppia doppia da 31 punti, 18 rimbalzi e 2 palle recuperate col 55% dalla lunga distanza (6/11).
Lo scorso anno, Luka Dončić si rese autore di una delle tante prove da incorniciare della sua carriera. Contro i Phoenix Suns, infatti, lo sloveno mise in scena una vera e propria masterclass offensiva, totalizzando 50 punti, 6 rimbalzi, 15 assist, 4 recuperi e 3 stoppate e trascinando i Dallas Mavericks alla vittoria per 128-114.
La sua capacità di leggere la difesa avversaria e punire ogni errore rese impossibile per i Suns trovare una soluzione. Dončić confermò il suo status di superstar capace di brillare nei momenti più importanti ed eguagliò anche il record di triple segnate nel giorno di Natale (8, come Patty Mills due anni prima e Grayson Allen quella stessa sera, ma tra le file dei Suns).
Non si può parlare di partite natalizie senza menzionare LeBron James, che detiene il record per il maggior numero di punti segnati complessivamente nelle partite del 25 dicembre. Con numerose prestazioni iconiche, tra cui una tripla doppia contro i Lakers nel 2010, LeBron ha consolidato il suo status di “Re del Natale”.
La sua capacità di esibirsi al massimo livello in occasioni importanti è una delle ragioni per cui è considerato uno dei più grandi di tutti i tempi. In diciotto partite nel giorno di Natale, di cui dieci vinte, LBJ ha messo a referto medie di 26.4 punti, 7.7 rimbalzi, 7.1 assist e 1.4 recuperi.
New York Knicks – San Antonio Spurs (ore 18:00)
Dallas Mavericks – Minnesota Timberwolves (ore 20:30)
Boston Celtics – Philadelphia Sixers (ore 23:00)
Golden State Warriors – Los Angeles Lakers (ore 2:00)
Phoenix Suns – Denver Nuggets (ore 4:30)
Nella gara tra New York Knicks e San Antonio Spurs, la prima del Natale NBA, saranno protagonisti anche i personaggi Disney con “Dunk the Halls”, un’innovativa trasmissione animata in tempo reale. Frutto della collaborazione tra Disney, ESPN e NBA, questa presentazione utilizza la tecnologia Beyond Sports di Sony per trasformare l’azione dal vivo in un’esperienza animata ambientata in “Main Street, USA” nel Magic Kingdom di Walt Disney World.
Durante la partita, iconici personaggi del mondo Disney come Topolino, Minnie, Paperino, Paperina, Pippo, Pluto, Cip e Ciop, insieme a Babbo Natale e agli elfi del film “Prep and Landing”, faranno apparizioni speciali, aggiungendo un tocco festivo all’evento. La telecronaca sarà affidata a Drew Carter e Monica McNutt, con Paperina nel ruolo di reporter a bordo campo.
“Dunk the Halls” sarà trasmesso su ESPN2, Disney+ ed ESPN+, segnando la prima presentazione animata in tempo reale di una partita NBA e il debutto di una partita NBA in streaming su Disney+. Questa iniziativa segue precedenti esperimenti di trasmissioni sportive animate, come la versione “Toy Story” di una partita NFL, e mira ad attrarre un pubblico più giovane, combinando l’emozione del basket NBA con l’incanto dei personaggi Disney.
Più che semplici incontri di regular season, le partite di Natale dell’NBA sono una celebrazione dello spirito competitivo e dello spettacolo che rende il basket così speciale. Da prestazioni individuali leggendarie a rivalità intense, ogni anno il 25 dicembre ci ricorda perché amiamo questo sport, l’unico che tende al cielo. Che si tratti di record infranti, giocate clutch o momenti di pura emozione, il Natale NBA continua a regalarci storie che entreranno per sempre nella leggenda.
Fonte foto in evidenza: NBA.com
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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