Secondo Il Post, ogni coppia ha, o almeno dovrebbe avere, una strategia per affrontare le cene al ristorante. Riportati in campo economico, questi quattro schemi d’azione aiutano a capire che tipo di coppia siete: scopriamoli insieme.
Se c’è una cosa al mondo di cui non si può fare a meno, quella è senz’altro il cibo. Chi per passione, chi per puro spirito di sopravvivenza, tutti devono trovare un modo per nutrirsi e per farlo elaborano modi e metodi differenti. Nella lunga (si spera) e complessa vita di coppia, uno dei fattori più astrusi da affrontare è decisamente il seguente: come ci comportiamo a cena fuori? Il giornale Il Post ha risposto a questa domanda individuando quattro comportamenti di base i quali, paragonati a strategie economiche, possono definire che tipo di persone e di coppie si è.
Si verifica quando, con il menù del ristorante aperto davanti, ogni membro della coppia sceglie per sé cosa mangiare, senza patteggiare per un antipasto o un dolce condiviso. Tuttavia, quando poi le portate arrivano al tavolo nessuno dei due deve azzardarsi a infilare la forchetta nel piatto dell’altro. Ognuno deve rispettare i confini dei propri piatti. In economia, la definizione di un Paese autarchico è quella che non importa né esporta nessun prodotto e provvede autonomamente a creare le proprie risorse. Questo non è necessariamente un bene, a cena perlomeno, dove limitarsi sempre agli stessi sapori e non variare il gusto assaggiando le portate dell’altro rischia di rendere il pasto piatto, monotono e poco piacevole. L’autarchia al ristorante è solitamente attuata da coppie con particolari intolleranze alimentari, individui che seguono diete ferree, ma soprattutto (ex) innamorati parecchio vicini alla rottura o al divorzio.
Meno rigido del precedente, questo comportamento vede le coppie ordinare singolarmente ciò che gli piace, ma lasciando poi assaggiare a vicenda piccole parti del proprio pasto. Si tratta di un atteggiamento molto più equo, paragonabile all’attuale funzionamento dell’economia globale. L’unico rischio si verifica quando uno dei due è indeciso su ciò da scegliere, ma alla fine opta per qualcosa che l’altro non avrebbe mai preso: si dovrà comunque assaggiarlo per il bene del sacrificio comune. Tale strategia è perfetta per i primi appuntamenti, in cui non si vuole dare l’impressione di essere maniaci del controllo; ma, soprattutto, è adatta per gli eterni indecisi, spesso incastrati nel «Scegli tu, amore», «No, amore dai scegli tu» e così via…
In questo modo si fa un piccolo passo avanti verso la soluzione ideale, ma non si è ancora al punto di arrivo. Le coppie, dopo un’attenta analisi del menù, decidono di contrattare le diverse possibilità scegliendo insieme parte della cena che possa essere divisa. Solitamente ci si limita a condividere antipasti e dolci, il che non la rende ancora la strategia migliore. Difatti, coloro che optano per un commercio delle opzioni sono coppie poco esperte in cibo e i cui gusti sono piuttosto limitati e poco fantasiosi.
Mentre in economia un approccio governativo comunista può essere rischioso, nonché deleterio per il futuro della nazione, al ristorante è idilliaco per la pancia della coppia. I due, dopo aver letto il menù, scelgono e contrattano con il cameriere (apportando le dovute modifiche agli ingredienti non graditi da uno dei partner) le pietanze più gustose e appetitose per entrambi i palati. Poi si divide tutto, non una cucchiaiata d’assaggio, ma una vera e propria condivisione di tutto il pasto. Sembra un procedimento lungo, ma in una coppia che funziona, in cui i gusti dell’altro si conoscono meglio dei propri è quello che permette di uscire dal locale con le pance piene di cibo e i cuori colmi d’amore. In una cena a lume di candela, questa strategia vincente è tipica delle coppie amanti del cibo, nonché amanti/innamorate del proprio partner.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.