Più spesso di quanto si pensi non si è in grado di trovare le parole. Il termine giusto per un determinato pensiero, fatto o situazione. Esprimersi nel modo corretto è molto complicato e in alcune circostanze sembra non esistano parole appropriate. I vocaboli tra lingue e dialetti del mondo sono infiniti e se non esiste un termine nella propria lingua di appartenenza, di sicuro esisterà in un’altra.
Sul profilo IG Will Italia sono stati raccolti dieci termini di diverse lingue e dialetti che esprimono concetti non riassumibili in una sola parola in altre lingue.
La parola con cui si esprime quell’attimo di esitazione prima di salutare qualcuno di cui non ci si ricorda il nome. In Italia si risolve spesso con un “ciao bello/a” per evitare brutte figure.
Letteralmente tradotto in “tempo da finestra” indica quel tipo di giornata fredda e piovosa in cui si resta a casa a osservare il mal tempo dal vetro della finestra.
Termine che descrive l’atto di camminare in punta di piedi sulla sabbia rovente per evitare di scottarsi
Desiderio di abbandonare il luogo in cui si vive per trasferirsi da un’altra parte, in un posto sconosciuto e completamente diverso dal proprio.
Parola per indicare quella sensazione tristemente condivisa quando un trattamento dal parrucchiere non ha avuto gli effetti desiderati e ci si vede più brutti di prima.
Il senso di ansia che si prova quando si aspetta da qualche parte le persone con cui si ha un appuntamento guardandosi costantemente intorno.
Parola usata per definire quelle persone logorroiche che pongono continuamente domande senza aspettare una risposta.
Definisce quella sensazione di casa provata quando ci si sente accolti, sereni e in un luogo familiare.
Senso di piacere che si prova vedendo o venendo a conoscenza di sfortune o disavventure d’altri.
Parola che indica il gesto di passare le dita in mezzo ai capelli delle persone che si amano. Come quando una mamma sistema con le dita i capelli dei propri figli in una riga immaginaria.
Chiara Forcisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.