Ecco la storia di Milena, dalla scomparsa al finto rapimento da parte di due uomini incappucciati, architettato per occultare un tentato suicidio.
È il 29 aprile 2024 quando Milena Santirocco, insegnante di ballo di Castel Volturno, decide di fare due passi in riva al mare dopo un pranzo con i figli, per poi sparire senza lasciare alcuna traccia (se non un telefonino spento e un auto con un pneumatico bucato).
Dopo sei giorni di paura per famiglia, amici e conoscenti, Milena ricompare, bagnata e ferita, in un bar di Castel Volturno, dove chiede aiuto.“Sono stata rapita da due uomini incappucciati. Mi hanno caricata in auto e mi hanno portata nei pressi di uno stagno dove hanno tentato di affogarmi”. Questa è stata la prima spiegazione della sua scomparsa, raccontata agli inquirenti durante sette lunghe ore di interrogatorio. La donna ha raccontato inoltre di essersi messa in salvo dai suoi rapitori fingendosi morta, e riuscendo così a scappare.
Questa versione ha fatto cambiare la pista degli investigatori da allontanamento volontario a sequestro di persona a carico di ignoti, ma ha comunque destato qualche dubbio. Ad appoggiarla anche le amiche: “Non ha mai detto bugie, non vediamo l’ora di riabbracciarla”.
Poi la verità. Nessun rapitore a Castelvolturno ha tentato di fare del male a Milena. La donna ha confessato di essersi allontanata volontariamente da casa, con l’intento di togliersi la vita. “Ero disperata, volevo togliermi la vita”. Così si spiegherebbero le ferite ai polsi riscontrate in stazione di Polizia, autoinflitte in un primo tentativo di suicidio.
Fallito il primo tentativo, Milena ha provato a gettarsi nello stagno, ma anche stavolta non è riuscita nel suo intento di farla finita. Da qui la decisione di tornare a casa, sì, ma simulando un rapimento: forse la vergogna, o forse più semplicemente la paura di ferire i propri cari.
La donna, 54enne, ha confessato tutto dopo ore di interrogatorio. Ma quali sono i motivi che hanno spinto la donna a sfiorare il suicidio?
Milena ha raccontato di trovarsi in una situazione familiare difficile – in quanto madre separata di due figli – a cui si sono aggiunte anche gravi difficoltà economiche. Infine, la morte del padre. Tutti questi eventi traumatici hanno spinto la donna in un vortice di timore per il futuro che l’ha portata alla decisione estrema di voler rinunciare alla propria vita.
Ora è a casa con i suoi cari e, come riferisce Alessia Natali, presidente dell’associazione scomparsi in Abruzzo, “anche se in buono stato di salute ha bisogno di ristabilire l’equilibrio per ritrovare la serenità”.
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