CATANIA – “È il mio corpo che cambia nella forma e nel colore, è in trasformazione”. Questo passo della canzone “È il mio corpo che cambia” dei Litfiba rappresenta al meglio la storia di Davide… scusate, di Federica (nomi di fantasia per questioni di privacy).
Ragazza di Librino, quartiere di Catania, 18 anni: ha dichiarato di avere un’attrazione per il sesso posto quando ne aveva quasi 16. Ma la sua natura si è mostrata molto prima: «Ho scoperto di voler diventare donna sin da piccola perché giocavo con i giocattoli delle bambine e vedevo di essere diverso dagli altri coetanei. Questa pulsione è cresciuta sempre di più, fino a quando ho esternato tutto e ho deciso di voler cambiare sesso».
Scelta sicuramente non facile, soprattutto in un rione che purtroppo a volte mostra molti limiti sociali. Prima della società, però, Federica doveva affrontare l’ostacolo più grande: la famiglia. «Ero minorenne e ci voleva il consenso dei genitori e il supporto di uno psicologo. Mamma inizialmente non l’ha presa bene. È stato difficile, ma poi ha capito che questa cosa mi faceva stare bene e ha accettato. Con papà è stato più complicato, non voleva che facessi questo cambiamento. Anche se alla fine è andato tutto bene».
Un passaggio importante e fondamentale per il percorso, che Federica ha iniziato con la maggiore età: «Ho cominciato ad assumere ormoni e ancora devo proseguire fino a una trasformazione più completa. Seguo le cure da più di un anno». Altro tassello fondamentale è quello della sua identità, non ancora riconosciuta al 100%: «Per cambiare in modo ufficiale servono dei passaggi ben precisi. Per questo mi segue un avvocato affinché lo stato mi riconosca come una donna e con il nome “Federica”».
E la vita sociale? «Devo dire che a scuola non ho mai avuto problemi a legare con i compagni e, soprattutto, con le compagne. Mi hanno accettato per quello che sono, senza problemi. Mi sono creata le mie amicizie, con cui esco, vado in spiaggia, a ballare, a fare shopping e con cui parlo anche della mia vita sentimentale (sorride timidamente)».
Questo è l’aspetto più curioso. Come ci si comporta? «Forse è la parte più complicata. Non è facile spiegare all’altro sesso la mia situazione e avere un approccio naturale facendo capire quello che sono. Ma c’è chi ti accetta!».
Una storia a lieto fine. Una vittoria per Federica e per la collettività LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), che in Italia trova ancora molti ostacoli. Ancor di più in Sicilia e a Catania, dove questi orientamenti sessuali, in gran parte del territorio, sembrano essere ancora un tabù.
Andrea Lo Giudice
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