Il coloratissimo mondo LGBTQ si espande! Sì, perché se una volta vi erano solo gli eterosessuali e gli omosessuali, adesso, vi sono anche gli eteroflessibili. Ma che vuol dire, esattamente, quest’appellativo? Scindendone le componenti, e analizzando la parola, è facilmente deducibile cosa significhi: infatti, con eteroflessibile s’intende un uomo, o donna che sia, completamente eterosessuale, ma in grado di accettare anche una possibile attrazione per una persona del proprio stesso sesso. Famosi per questo sono i bisessuali, ovvero, coloro i quali amano, allo stesso modo, sia uomini che donne senza distinzione di sorta; e per tale motivo, capaci di farci sesso senza alcuna differenza. Gli eteroflessibili, invece, non sono proprio così.
Come riporta GQItalia, invero, un eteroflessibile ha una tendenza maggiormente eterosessuale, tendente, quindi, verso il suo sesso opposto; ma senza alcun turbamento, tuttavia, qualora alla sua vista si ponesse un/a bellissimo/a ragazzo/a meritevole delle sue attenzioni; pur essendogli/le uguale. E in relazione ai rapporti sessuali, un eteroflessibile si limita solo alla penetrazione (se uomo), e al farsi fare sesso orale, nient’altro. Sembrerebbe strana una cosa simile, ma in realtà, oggi, è molto più frequente di quanto si pensi, anzitutto perché le nuove generazioni sono sempre più disposte nel provare qualcosa che, ad occhi altrui, non potrebbe mai esistere. D’altronde, che male c’è nel provare attrazione? Soprattutto perché, come disse Oscar Wilde, “Il modo migliore per resistere a una tentazione è cedervi”; e questo, probabilmente, è il vessillo degli eteroflessibili.
Anastasia Gambera
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