Sono più di 51.000 le tonnellate di rifiuti elettronici generati ogni anno. L’Europa, così, starebbe considerando una norma, per obbligare i produttori ad adottare un unico cavo per tutti i loro dispostivi.
Quanti di voi a casa, non hanno una scatola con i vecchi cavetti che hanno fatto la storia dei cellulari di famiglia? Inseparabili smartphones di cui nessuno può più fare a meno, ma ognuno con il proprio caricabatterie. Dunque, tutti diversi. L’Europa, allora, sta considerando una norma che obbligherebbe i produttori ad adottare un unico cavo per tutti i dispositivi: inclusi tablet e fotocamere digitali. Non è la prima volta che Bruxelles ci prova. Più di dieci anni fa, però, riuscì solo a raccomandare, a chi di competenza, di ridurre i tipi di caricatori, che all’ora (udite, udite) erano più di 30. Raccomandazioni, insomma, (e non solo) finite tra le 51.000 tonnellate annue di rifiuti elettronici.
Oggi, però, sono tre le tipologie di connettore più diffuse:
1)La vecchia presa micro-usb;
2)la nuova USB di tipo C, che tra l’altro è reversibile non avendo né un sopra, né un sotto;
3)la porta Lightning, che è rigorosamente una esclusiva Apple.
Ma, ovviamente, l’idea non garba alla “mela”, perché non rispetterebbe i loro standards. Perciò, il braccio di ferro non si fa attendere. «Sarà un boomerang per l’ambiente, i nostri clienti dovrebbero buttare i loro cavi», così dall’headquarter di Cupertino. Tuttavia, ogni anno, escono milioni di smartphone, e si potrebbe tagliare la testa al toro adottando una soluzione semplice e veloce: il caricabatterie senza fili.«A partire dal 2009», aggiungono ancora da Cupertino, «Apple, ha guidato l’industria per lavorare assieme alla promozione di una soluzione unica di ricarica: la USB-C».
Se davvero questa è la direzione verso cui ci si sta muovendo, pianeta e consumatori, non rimarranno delusi. In attesa di notizie più certe, però, non vi affrettate a cestinare i sori contenitori di cavetti ben custoditi in qualche scaffale.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità