L’ultima moda che sta spopolando sul Web è quella della condivisione di foto dei propri figli da parte di mamme e papà, desiderosi di mostrarli al mondo. In particolare, una catena di qualche settimana fa, dal titolo Sfida alle mamme su Facebook, invitava a condividere tre foto dei propri bambini, citando i nomi di altre mamme ed esortandole a fare lo stesso. «Sono stata nominata per postare qui 3 foto che mi rendono felice di essere mamma! Nomino 6 mamme che trovo fantastiche per la sfida delle mamme, chiedo loro di inviare a loro volta 3 foto. Copia e incolla questo testo e nomina altre super mamme»: questo ciò che si leggeva nel post che ha tappezzato le bacheche di moltissimi profili e che ritraeva le immagini di famiglie appagate con nonni, bambini e animaletti al seguito. Questo meccanismo, però, nasconde come sempre delle insidie molto sottili e facilmente sottovalutabili: come ha, infatti, comunicato la Polizia Postale, non ci si deve lasciar coinvolgere da simili giochi, poiché la maggior parte dei contenuti pubblicati finiscono nelle mani di pedofili.
La fanapge Una vita da social, solitamente avvezza a informare in tempo reale riguardo ad eventuali truffe informatiche o telefoniche, è stata la prima a inserire nel social uno stato, tramite cui avverte le mamme di non cadere nel tranello: «Mamme, tornate in voi! Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet. O quanto meno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi». Il messaggio in questione ha diviso a metà i genitori fra coloro che hanno del tutto il link pubblicato e coloro che, invece, hanno insultato le Forze dell’Ordine ribadendo non solo la libertà di utilizzare le proprie foto come sta bene a loro, ma anche la convinzione secondo cui vietare la condivisione di immagini che ritraggano bambini a causa dei più perversi è come accusare le donne in abiti succinti di invitare uno stupratore ad agire.
In seguito a quanto accaduto, la pagina Facebook ha dovuto fornire ulteriori informazioni in merito al proprio messaggio, informando gli utenti del fatto che, date le numerose denunce da parte di mamma e papà segnalanti la sparizione di alcuni scatti dei figli, gli amministratori si erano sentiti in dovere di avvertire la Polizia Postale affinché intervenisse nell’eliminazione del pericoloso link. Tuttavia, nonostante gli avvertimenti, proprio la stessa Polizia Postale, qualche giorno fa, per augurare il buongiorno ha postato la foto di tre piccini in divisa: questo ha scatenato, ovviamente, l’ira di molti, i quali hanno trovato incoerente tale atteggiamento. Si può constatare, quindi, che, per quanto si cerchi di predicare bene, spesso si può rischiare di razzolare male e con numerose conseguenze di svariati tipi, prima fra tutte l’emersione di un perbenismo accusabile di falsità: si tratta, insomma, di un cane che si morde la coda e di ritratti di bambini che spariscono dalla porta e poi… Rientrano dalla finestra. Del browser, naturalmente.
Anastasia Gambera
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