Il divario occupazionale di genere è in peggioramento. In Italia, nel 2022, arriva al 74,6% (+7 punti rispetto al 2021) il tasso di occupazione dei laureati under 35 che hanno conseguito il titolo di studio da almeno un anno e non oltre i tre, mentre in Europa la media è dell’86,7%. Questi i dati forniti dall’analisi ISTAT.
Tuttavia, nonostante in Italia, la quota di giovani adulti in possesso di un titolo di studio terziario sia leggermente cresciuta, attestandosi al 29,2% tra i 25 e i 34 anni, rimane ampio il divario con una media europea del 42,0% e molto al di sotto dei valori di altri paesi (50,4% Francia, 50,5% Spagna e 37,1% Germania).
Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: il 23,5% si è laureata, mentre tra gli uomini la percentuale rimane del 17,1%. Questo GAP non si traduce però in un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (57,3% contro 78,0%) e il divario di genere è in aumento nel 2022.
Tra la popolazione (25-64 anni) residente nel Mezzogiorno solo il 16,8% ha raggiunto un titolo terziario, mentre nel Nord e nel Centro circa il 45% è diplomato e più di uno su cinque è laureato (21,2% e 24,3% rispettivamente). Il divario territoriale nei livelli di istruzione riguarda uomini e donne, sebbene sia più marcato per la componente femminile. A questi dati si affianca il fatto che nel Sud Italia il tasso di occupazione è molto più basso che nel resto del Paese e quello di disoccupazione molto più alto anche tra chi ha un titolo di studio elevato: il tasso di occupazione dei laureati è pari al 75,1% (12,6 punti inferiore a quello del Nord) e quello di disoccupazione al 6,7% (superiore di quattro punti).
Giulia Bergami
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Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.