Investire nella creazione di foreste, nella mobilità elettrica, nelle risorse rinnovabili o ancora in piattaforme che consentono di gestire i rifiuti con un click. Queste sono solo alcuni degli esempi di investimenti fatti in crowdfunding e molti riguardano proprio la green economy.
Che cos’è un crowdfunding? È nato come una forma di finanziamento (funding) dal basso (crowd) e indica la pratica di “raccogliere capitali attraverso il pubblico”, in una forma di disintermediazione bancaria che si avvale delle opportunità offerte dagli strumenti digitali. Ne esistono di diverse tipologie. Alcune prevedono un riconoscimento al finanziatore e/o la possibilità di fare il preordine del prototipo a fronte della donazione (Reward). Altre si costituiscono di un contributo senza nessun ricompenso, largamente usato nel supporto alle organizzazioni no profit (Donation). O ancora il ricorso all’equity, lending e debt crowdfunding (macrogruppo del crowdinvesting) e cioè l’impegno del proprio capitale in uno strumento in grado di generare la remunerazione del capitale stesso.
L’analisi realizzata da Opstart, società per investimenti in equity, lending e debt crowdfunding, ha mostrato l’andamento della raccolta di crowdfunding nell’anno appena concluso. C’è stata una crescita delle transazioni del 26% e l’investimento medio, secondo quanto riportato, si è attestato poco sotto i 9000 euro. Crescono in particolare gli investimenti “green”, che battono ampiamente la media, segnando un + 137%.
A optare per questa forma di investimento, sempre secondo quanto riportato da Optstart, sono soprattutto gli uomini (85%) con residenza in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. Le città dove si investe di più sono Milano, Roma, Torino e Padova, ma anche Monza e la zona della Brianza. La maggiore crescita la registra Genova, con un +92%, seguita da Padova (+71%) e Napoli (+53%).
«Gli investimenti in crowdfunding sono sempre più crowd, aperti cioè al grande pubblico. Negli ultimi 12 mesi c’è stata infatti una forte presenza dei piccoli investitori, al fianco di investitori professionali e business angel, con cui tutto il settore continua a lavorare. Oltre a questo, siamo molto contenti di osservare un crescente interesse degli investitori verso gli investimenti green. Tutto ciò, anche grazie a una maggiore quantità di società sostenibili presenti sul nostro portale, società che selezioniamo prestando particolare attenzione al loro impatto sui fattori ESG (ambiente, social e governance)» sottolinea Giovanpaolo Arioldi, CEO di Opstart e Crowdbase.
Giulia Bergami
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Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.