Il calcio, così come lo sport, funge (spesso e volentieri) anche da utile strumento per porre l’attenzione sulle tematiche più importanti e disparate. Per esempio? La difesa dei diritti delle donne in Iran. Per maggiori informazioni, chiedere a Sardar Azmoun.
L’attaccante della nazionale iraniana e del Bayer Leverkusen ha sfruttato la propria popolarità per schierarsi a favore delle proteste delle donne iraniane.
Il calciatore, prima di vedere il proprio profilo Instagram “misteriosamente” oscurato, ha pubblicato un Post e una Storia con un suo pensiero (sicuramente dai toni forti) per quanto sta avvenendo in patria.
Per comprendere meglio la vicenda, però, dobbiamo compiere un passo indietro e tornare al 16 settembre quando Mahsa Amini (22 anni) viene arrestata e uccisa in carcere a Teheran dalla polizia religiosa per aver indossato il velo in maniera errata.
Da quel momento, scatta la ribellione di tutti coloro che considerano ovviamente colpevoli la polizia e il regime di Ali Khamenei. Guida suprema dell’Iran, nonché principale figura politica e religiosa del Paese e rappresentante dell’ala più intransigente e conservatrice del regime.
Nel particolare, protagoniste di queste manifestazioni sono le donne che, in simbolico segno di protesta, ogni giorno scendono in strada levandosi il velo, bruciandolo o, addirittura, tagliandosi i capelli o una ciocca.
Il tutto, nel 2022, per difendere il proprio diritto fondamentale alla vita.
Ma come spesso accade in queste situazioni, sangue porta ad altro sangue.
E così, la polizia iraniana ha continuato a non fare sconti reprimendo con la violenza ogni manifestazione. Ciò, secondo un rapporto delle autorità, ha portato alla morte di 41 persone. Dato smentito da “Iran Human Rights” secondo cui, tra forze dell’ordine e manifestanti, le persone che avrebbero perso la vita sarebbero 54.
Nella giornata di oggi, rischiando di essere escluso dalla nazionale iraniana che parteciperà a Qatar 2022, Azmoun pubblica nel proprio profilo Social il suo personale “messaggio”.
“A causa del regolamento della Nazionale, non ci è permesso di dire nulla fino alla conclusione del nostro attuale ritiro, ma non sono più in grado di tollerare il silenzio.
La punizione definitiva per me è essere espulso dalla Nazionale, che è un piccolo prezzo da pagare per una sola ciocca di capelli di una donna iraniana.
Non è possibile che questo post venga cancellato perché non sarà mai cancellato dalla nostra coscienza.
Non ho paura di essere estromesso.
Vergognatevi per aver ucciso le persone così facilmente e lunga vita alle donne iraniane“.
Poco importa se poi oscurato: tutto il mondo ne è venuto a conoscenza. Anzi. Tutto il mondo tranne i connazionali in patria cui il regime ha “spento” la connessione ad Internet e ai Social.
La speranza dell’attaccante iraniano è di aver segnato il gol più importante della sua vita: portare a conoscenza di tutti un fatto che l’Occidente sta trascurando.
Fonte foto: Fanpage.it
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito in sintesi? Cercare di spiegare, nel miglior modo possibile, tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).