Il “Piano Italia Cashback“, questo il nome dato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato un vero successo. Milioni di download dell’applicazione “IO“, file alla posta e al tabacchino per il celebre “Spid” e una manovra finalmente accolta positivamente dai commercianti. Perchè, come è noto, il piano Cashback non vale nell’e-commerce. Il governo, in un periodo di acquisti sfrenato che va oltre la tanto decantata “crisi da Covid-19”, incentiva il popolo italiano a comprare dai propri commercianti.
«Adesso dobbiamo favorire gli esercizi commerciali, i negozianti, gli esercizi di prossimità». Queste le parole del presidente del Consiglio. Una mossa non solo contro i pagamenti non tracciabili, come molti avevano ipotizzato. La volontà è quella di far spendere i risparmi dei cittadini italiani nelle attività fisiche, che siano centri commerciali o boutique in centro città. Far girare moneta presso chi ha iniziativa imprenditoriale in Italia e paga annualmente migliaia di euro di tasse a questo Paese.
Il “Piano Italia Cashback” prevede un rimborso fino a 150 euro nel mese di dicembre. La stessa cifra, invece, potrà essere raggiunta in 6 mesi a partire da quello di gennaio. Una manovra che dunque si sposa alla perfezione con la riapertura degli esercizi commerciali durante il mese corrente. Che siano bar, ristoranti, caffetterie e tutto il settore della ristorazione, o ancora negozi e attività varie, il messaggio del governo Italiano è chiaro: “Abbiamo riaperto, andate a comprare“. Anche perché la paura che l’economia del Bel Paese possa crollare è più che vivido tra le mura di Palazzo Chigi.
La gente si è riversata nelle strade durante le giornate di sabato 12 e domenica 13. E presumibilmente farà lo stesso durante la settimana corrente nei giorni di sabato 19 e domenica 20. Buona parte dei consumatori italiani lavora dal lunedì al venerdì. Alcuni anche il sabato. Molti di questi tornano a casa nella fascia oraria che va dalle 16 alle 18. Durante la settimana, solitamente, si compra il necessario: acquisti giornalieri mirati al fabbisogno familiare e personale, non certo il regalo per fidanzati, mogli, mariti e figli. Il fine settimana, per buona parte di questi consumatori, è quello spazio temporale dedicato all’acquisto compulsivo prenatalizio. Migliaia di gente, così, si è riversata nelle piazze delle grandi città. Milano, Roma, Napoli, Catania. Da nord a sud, senza alcuna discriminazione, l’atteggiamento è stato lo stesso.
Criticabile? Certamente. Ma in fin dei conti i consumatori italiani hanno fatto quello che non era vietato fare. Sono rimasti a casa durante il lockdown nazionale di marzo e aprile. Chi ha vissuto in zona arancione e zona rossa pure, durante il mese di novembre. Con la possibilità di fare compere con un ritorno economico o semplicemente viversi le luminarie della propria città, era prevedibile una situazione del genere nelle grandi città italiane.
Prevedibile non per tutti, forse. Queste, infatti le parole del ministro degli affari regionali Francesco Boccia: «Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili. Comprendo la voglia delle persone di uscire, ma dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale».
Osservazione corretta, in linea di massima. Così come, sempre in linea di massima, ha espresso lo stesso parere l’intero Consiglio dei Ministri. Lo stesso consiglio che ha approvato il “Piano Cashback Italia” e che, vedendo migliaia di gente in strada, pensa già a un lockdown frazionato durante le feste natalizie. Situazione non certo facile, ma questo equivarrebbe a tornare sui propri passi, come pentirsi, seppur in modo velato, della propria decisione. Certe volte basterebbe prendersi le responsabilità non solo delle scelte fatte, ma anche e soprattutto delle conseguenze prodotte da queste scelte. Un mea culpa non guasta mai.
Foto di Roberto Viglianisi
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»