Mascherine e guanti servono per proteggere l’essere umano dal Coronavirus, ma chi protegge il pianeta da loro? Ambientalismo, Greta Thunberg, “Save our planet”, tutto, insomma, molto in voga fino a sei mesi fa, ma completamente messo da parte con l’arrivo del Covid-19. Adesso, però, è arrivato il momento di ritornare a parlare del nostro pianeta, perché senza di esso non ci sarà alcuna storia da raccontare (Coronavirus o meno). La più grande preoccupazione attuale riguarda, infatti, proprio l’errato smaltimento degli strumenti di protezione individuale, quali guanti e mascherine.
A causa dell’epidemia, il consumo mensile di questi strumenti è talmente alto da diventare una minaccia per l’ambiente circostante. Non a caso, come riportato su Greenme, Legambiente ha stimato che vengono consumate, in media, in tutto il mondo, 90 milioni di mascherine al mese, per rendere l’idea, cifra pari alla superficie di 330 campi da calcio; e 130 milioni di guanti, quantità uguale all’ampiezza di 1200 campi da calcio. Dati sconcertanti se si considera che anche solo lo smaltimento errato di una piccola parte di essi avrebbe conseguenze irreversibili per il Pianeta.
L’indispensabile contributo che ciascun abitante della Terra può dare, in questa circostanza, non si limita nel non gettare gli strumenti di protezione individuale per strada, nei parchi o al mare, ma nel differenziarli correttamente.
Inoltre, tutti i sacchetti in cui vengono buttati devono essere correttamente chiusi.
Per educare tutti al corretto smaltimento dei rifiuti dovuti al Covid-19 è indispensabile iniziare una campagna di sensibilizzazione attraverso i media di ogni genere. Così come avviene ormai da mesi al fine d’invogliare i cittadini a prendere le giuste precauzioni attraverso mascherine, disinfettanti e distanza interpersonale. Vedere molti più bidoni specifici per lo smaltimento di guanti e mascherine, in giro per le città, o multare chi decide di gettarle per terra, sarebbe un ottimo punto di partenza.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.