Nei momenti di difficoltà ci si aggrappa sempre alle certezze. Quest’anno, di certezze, la Sampdoria ne aveva davvero poche. Una stagione tribolata, con l’addio del presidente Massimo Ferrero – rimpiazzato da Marco Lanna, bandiera della Sampd’oro tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 – e il grave infortunio occorso a Manolo Gabbiadini.
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I blucerchiati hanno deciso di affidarsi alla guida di Marco Giampaolo, che aveva già allenato il club dal 2016 al 2019 prima di subentrare a Roberto D’Aversa quest’anno, alla voglia di riscatto di Sensi e Giovinco e all’esperienza di Candreva, Caputo e Quagliarella.
Poker rifilato al Sassuolo a parte, la Samp era reduce da un periodo tutt’altro che positivo. Cinque sconfitte, di cui quattro in altrettante gare disputate a gennaio. Per non farsi risucchiare nella lotta per non retrocedere, dunque, era fondamentale vincere il match interno con l’Empoli. Obiettivo centrato grazie all’uomo della provvidenza, quel Fabio Quagliarella che da esperto comandante ha sempre condotto la nave blucerchiata in porti sicuri.
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Un avvio di stagione sottotono, complice anche e soprattutto un infortunio, gli aveva impedito di garantire il suo solito contributo alla causa. Contro i toscani, però, le motivazioni del classe ‘83 erano altissime. Posto da titolare ritrovato, solita fascia da capitano al braccio e un traguardo da centrare: trascinare la sua Samp al successo, come ai vecchi tempi.
A 39 anni, compiuti lo scorso 31 gennaio, Quagliarella riesce nel suo intento con una doppietta d’autore che gli permette di toccare quota 100 gol in Serie A con la maglia della Sampdoria, alla 243ª presenza. Miglior marcatore di tutti i tempi nel campionato italiano tra i giocatori ancora in attività, 13º in assoluto sia per gol, 180, che per presenze, 522. Quaglia dimostra ancora una volta di essere un vero campione, salendo in cattedra in un momento cruciale della stagione.
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In un mare di problemi e preoccupazioni, la Samp ritrova il suo intramontabile capitano, pronto a condurla ancora una volta in salvo. Il numero 27 sembrava quasi ai margini del progetto, soprattutto dopo gli ingaggi di Supryaga e Giovinco. Il tecnico Giampaolo, in occasione del suo ritorno, aveva messo subito in chiaro le cose. “Quagliarella sarà sempre una risorsa, mai un problema”, le sue parole in merito.
E il diretto interessato ne ha dato piena conferma sul campo, tornando a rivivere la gioia del gol su azione che gli mancava dal 16 agosto, in occasione della vittoria per 3-2 con l’Alessandria in Coppa Italia (in campionato addirittura dal 22 maggio scorso, nel 3-0 casalingo col Parma all’ultima giornata). Quagliarella diventa così l’ottavo giocatore nella storia della Serie A a segnare in ben diciotto anni consecutivi, dopo José Altafini, Gianni Rivera, Roberto Mancini, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Francesco Totti e Sergio Pellissier.
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Con la maglia blucerchiata, complessivamente, ha messo insieme 104 gol, appena cinque in meno rispetto a Francesco Flachi (terzo all-time). Se dovesse riuscire a superarlo, davanti a lui rimarrebbero soltanto i gemelli del gol Mancini e Vialli, rispettivamente leader di tutti i tempi a quota 173 reti e secondo con 141 gol.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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