Tra i tanti personaggi calcistici che si sono messi in mostra nel corso del 2018, impossibile non citare Fabio Quagliarella, che a 35 anni ha vissuto uno dei migliori della sua carriera. L’attaccante della Sampdoria, infatti, si sta rendendo protagonista di un’entusiasmante seconda giovinezza a suon di prestazioni da incorniciare, che ne mettono in evidenza lo sconfinato repertorio tecnico.
Classe 1983, Quagliarella è uno di quei giocatori che in carriera ha raccolto decisamente meno di quanto avrebbe meritato in rapporto al suo enorme talento, ma al contempo è riuscito comunque nel suo intento e a scalare le vette apparentemente più insormontabili. Dopo aver raggiunto la notorietà tra le file dell’Udinese, il nativo di Castellammare aveva coronato il suo sogno di indossare la maglia della squadra della sua città, il Napoli.
L’esperienza all’ombra del Vesuvio, però, si è rivelata più complicata e breve del previsto, e non certo per ragioni tecniche. Con 11 reti in 33 presenze, Quagliarella è uno degli artefici del ritorno del Napoli in Europa e spesso e volentieri risulta decisivo per la squadra partenopea. Ma, nel corso dell’annata 2009-2010, (l’unica trascorsa per intero alla corte di Mazzarri) subisce pressioni da parte di un poliziotto stalker ed è costretto a fare le valigie, destinazione Juventus.
Il passaggio agli “odiati” rivali bianconeri, peraltro senza la diffusione del motivo alla base della cessione, gli costa il rapporto d’amore che s’era instaurato con la tifoseria dei suoi concittadini: Napoli è incredula di fronte al “tradimento” di uno dei suoi figli e non lo perdona. La verità emergerà soltanto qualche anno dopo, con Quagliarella ormai esperto e navigato bomber di razza in forza alla Sampdoria e reduce da due anni al Torino, che lo aveva prelevato dalla Juventus.
Proprio in blucerchiato, il quasi 36enne si è sin da subito sentito a suo agio, rappresentando il principale punto di riferimento di una squadra giovane e ambiziosa. Alla corte di Giampaolo, Quagliarella è un vero e proprio leader con grandissima responsabilità all’interno di un gruppo che, da anni a questa parte, diverte ed entusiasma grazie a un calcio capace di mettere in difficoltà anche le squadre più forti sulla carta.
Attualmente miglior marcatore in attività della Serie A, nonché trentaquattresimo di sempre, con 139 reti in 420 presenze (3 con l’Ascoli, 25 con l’Udinese, 11 col Napoli, 23 con la Juventus, 18 col Torino e 59 con la Sampdoria), Quaglia è terzo nella classifica cannonieri della stagione attualmente in corso, a quota 12 reti, alle spalle dei soli Krzysztof Piatek (13) e Cristiano Ronaldo (14) ed è uno dei cinque giocatori ad aver già raggiunto la doppia cifra, assieme ai due sopracitati e Ciro Immobile (10).
Reduce dalla sua miglior annata in carriera, con 19 reti in 35 presenze, l’ex Napoli e Juventus potrebbe addirittura superarsi quest’anno. Per farlo gli mancano appena sette gol e da uno come lui ci si può aspettare praticamente di tutto. Del resto, Quagliarella va a segno da ben nove giornate consecutive, una striscia a dir poco impressionante, che gli ha permesso di superare il suo ex compagno di squadra Totò Di Natale (7), divenendo il giocatore italiano con più turni di fila in rete.
Oltre a ciò, le sue reti sono di una bellezza incommensurabile e lo rendono unico, tanto da aver fatto coniare l’espressione “un gol alla Quagliarella”, utilizzata per descrivere i sublimi gesti tecnici di cui l’attaccante napoletano si rende spesso e volentieri protagonista, trafiggendo i portieri avversari in tutti i modi possibili: tiri a effetto da distanze siderali, sforbiciate, colpi di tacco al volo e non solo.
Quagliarella, insomma, è uno che il gol sa costruirselo in ogni maniera, riuscendo a tirare fuori il coniglio dal cilindro anche e soprattutto nelle situazioni più complicate. Il suo 2018, in questo senso, è emblematico: nell’anno solare che sta per concludersi, infatti, l’ex Udinese ha messo a referto la bellezza di 17 reti in Serie A, una più bella e importante dell’altra.
Con 36 anni da compiere il prossimo 31 gennaio, Quagliarella è uno di quei giocatori che sa farsi apprezzare non soltanto per il pressoché illimitato potenziale tecnico di cui dispone, ma anche e soprattutto per il fatto che in tanti anni di carriera si sia sempre contraddistinto per professionalità e fair play, rendendosi autore di gesti da applausi sia in campo che fuori e rappresentando dunque un vero e proprio esempio da seguire per chiunque.
Un aspetto da non sottovalutare, quest’ultimo, soprattutto in un mondo del calcio in cui si fa sempre più fatica a individuare punti di riferimento solidi cui ispirarsi e valori positivi da adottare come veri e propri capisaldi. In questo senso, Quagliarella è davvero uno dei pochi a dimostrare che per essere un campione sul campo bisogna avere la testa sulle spalle e che il calcio è uno sport di sani principi fatto di regole da rispettare.
Per ciò che concerne la sua carriera, Quagliarella avrebbe potuto avere decisamente più trofei nel suo palmares, ma non può certo avere rimpianti per quanto fatto e, soprattutto, per quanto ancora riesce a fare sul rettangolo verde alla veneranda età di 35 anni suonati. In molti si augurano che la sua carriera da calciatore possa durare il più a lungo possibile, anche perché trovare un giocatore come lui è praticamente impossibile: Quagliarella è unico, sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo umano.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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