Quest’oggi, la Guardia di Finanza ha arrestato Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, per bancarotta e reati societari. Il provvedimento arriva in seguito a un’inchiesta svolta dalla procura di Paola e sarebbe legato – secondo quanto dichiarato da Giuseppina Tenga, legale dell’imprenditore romano – al fallimento di alcune società calabresi riconducibili a Ferrero. La Sampdoria, dunque, non è coinvolta nell’inchiesta.
Nell’ambito di quest’ultima, oltre all’arresto di Ferrero, individuato dai militari della Guardia di Finanza a Milano e condotto in carcere, per cinque persone sono stati disposti gli arresti domiciliari (tra queste, sua figlia Vanessa e suo nipote Giorgio). 70 anni compiuti lo scorso 5 agosto, Massimo Ferrero da tempo ha manifestato la propria intenzione di vendere la Sampdoria, di cui è presidente dal 2014, stesso anno in cui venne condannato a un anno e dieci mesi per bancarotta fraudolenta per il fallimento della compagnia aerea Livingston Energy Flight.
Più recente, invece, la sparizione di poco più di 1 milione di euro dalle casse della Sampdoria (parte dei soldi incassati per la cessione, per poco più di 2 milioni e mezzo di euro, del centrocampista Pedro Obiang, attualmente in forza al Sassuolo, al West Ham nell’estate 2015), episodio per il quale la Procura di Roma iscrisse il nome di Massimo Ferrero nel registro degli indagati per appropriazione indebita, truffa, riciclaggio e false fatture, accusandolo di aver sottratto soldi dalle casse del club blucerchiato per dirottarli in altre società a lui riconducibili.
Il presidente della Samp venne poi prosciolto da ogni accusa perché “il fatto non sussiste”: a distanza di qualche anno, il copione è ben diverso e lui – produttore cinematografico che ha lavorato con registi del calibro di Ricky Tognazzi – avrebbe senz’altro voluto un finale diverso per questa storia, in cui, è bene specificarlo ulteriormente, la Samp recita un ruolo da comparsa (non voluto e non gradito), in attesa che le strade del patron e dei blucerchiati si dividano definitivamente dopo poco più di sette anni.
Dennis Izzo
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