Neli anni scorsi l’evento più atteso in Germania è stato rimandato a seguito di impronosticabili eventi. Oggi, invece, nulla ha potuto salvare l’Amburgo, retrocesso in Zweite Bundesliga (la nostra Serie B) dopo quasi 55 anni. Al Volksparkstadion la squadra di Titz vince ai danni del Borussia Monchengladbach per 2-1, ma il risultato non basta per evitare l’inevitabile. Il Wolfsburg, terzultimo in classifica, vince 4-1 contro il Colonia già retrocesso, conquistando i play-out e condannando la squadra del dinosauro ad un’amara retrocessione. Forse sarà il caso di cambiare mascotte, dopo questo pomeriggio funesto. Fatto sta che quel che sembrava impossibile si è finalmente realizzato: l’orologio digitale che segnava il tempo trascorso in Bundesliga dal club tedesco si è fermato, scatenando una spirale di sconforto per tutti i tifosi dell’Urgestein.
#Germania: l'#Amburgo è retrocesso dopo 55 anni, è la prima volta nella storia: disordini in curva, polizia in campo
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54 anni e 261 giorni. Da quando è stata fondata la Bundesliga (1963) solo l’Amburgo ha partecipato a tutte le edizioni del massimo campionato tedesco. Nemmeno le grandi corazzate come Bayern Monaco e Borussia Dortmund hanno mai potuto vantare questo incredibile record. Ma da oggi la storia è cambiata e una serie di agghiaccianti zero fermano il tempo per i tifosi dell’HSV. D’altronde negli ultimi anni l’Amburgo ha davvero giocato con il fuoco, sfiorando l’irreparabile più e più volte. Nel 2014 e nel 2015 ha conquistato la salvezza tramite i play-out. Mentre l’anno scorso con il quartultimo posto conquistato all’ultima giornata di campionato sembrava volesse dire addio ad un rischio tanto grande da correre ancora. E invece stavolta il fato non ha graziato la società più antica in Germania, condannandola ad un finale che entrerà nella storia.
Scendono, insieme all’ormai passato lustro del club, 6 campionati tedeschi, tre coppe di Germania e una Coppa Campioni del 1983, conquistata contro la nostra Juventus grazie al gol di Magath. Scendono, con molte meno sicurezze di prima e un campionato intero che ne festeggia la retrocessione. 8, stentate, vittorie in campionato. Serviva un miracolo, ma il miracolo non è arrivato. Così anche gli ormai ex irretrocedibili dovranno assaggiare il boccone amaro del campionato cadetto. Un crollo vertiginoso iniziato alla seconda giornata e mai più fermatosi. Fino al funesto pomeriggio odierno. Fino alla pagina più triste nella storia del club.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»