Jannik Sinner trionfa agli US Open. Una frase che (forse) non ci aspettavamo di pronunciare alla vigilia dell’ultimo slam stagionale ma che, col passare dei turni, ha preso sempre più vigore. Le sconfitte premature di Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, una forma fisica che migliorava con il passare dei giorni, il cruciale successo ai quarti di finale contro l’avversario più temibile rimasto in tabellone, Daniil Medvedev, hanno spalancato al tennista altoatesino la strada verso il trionfo. Un qualcosa di straordinario quello fatto dal nostro portacolori che in queste settimane, come del resto in tutta la stagione, si è dimostrato più forte di tutto e di tutti.
Oltre agli avversari in campo – gli ultimi dei suoi problemi – Jannik Sinner ha dovuto fronteggiare e battere tutte le critiche di un’estate particolarmente complessa. Prima la mancata partecipazione alle Olimpiadi per una tonsillite che ha diviso e infiammato il popolo italiano. Poi il “Caso Doping”, arrivato come un fulmine a ciel sereno e dal quale ne è uscito innocente, che ha portato al licenziamento del fisioterapista e del preparatore atletico e che ha ridato voce a tennisti finiti ormai da tempo – Nick Kyrgios portabandiera di questo gruppetto – che per avere ancora notorietà hanno sparato senza motivo né tesi fondate sul tennista italiano.
Insomma, alle critiche e ai chiacchieroni Jannik Sinner ha risposto con i fatti. Ha risposto da numero uno, quale egli è, con le vittorie e con i trofei. Prima il successo al Master 1000 di Cincinnati e, poi, il trionfo agli US Open. Quel periodo di fine estate che doveva essere un incubo, praticamente, si è trasformato in un sogno.
A farne le spese, in finale dell’ultimo major stagionale, colui che invece stava vivendo il proprio sogno. Quello di una vita intera. Vale a dire l’americano Taylor Fritz che, davanti al proprio pubblico, fantasticava già un successo che avrebbe avuto dell’inaspettato quanto del clamoroso. Ma così non è stato. Ancora una volta, infatti, Jannik Sinner si è dimostrato più forte di tutto e di tutti.
Al numero uno al mondo sono bastati tre set (6-3, 6-4, 7-5) per trionfare agli US Open e diventare il primo tennista italiano di sempre a vincere due titoli del Grand Slam nella stessa stagione. Il primo tennista maschio italiano di sempre a vincere a New York. Il secondo esponente del tennis italiano, dopo Flavia Pennetta nel 2015, a vincere in quel di Flushing Meadows.
L’amico Fritz ce l’ha messa tutta per entrare nella storia del tennis americano, ma la verità è che in partita non c’è stata proprio storia. I primi due set sono scivolati via senza particolari acuti né affanni. All’altoatesino sono bastati un break per parziale, per portarsi avanti di due set e mettere un vantaggio praticamente incolmabile tra sé e l’avversario. Nel terzo parziale, il tennista americano – autore comunque sia di un torneo davvero incredibile – ha provato a rientrare nel match, ma non ha sfruttato la ghiotta chance al servizio sul 4-5 di aggiudicarsi il set.
Proprio in quel decimo game, infatti, c’è stato il contro break di Jannik Sinner che ha poi strappato nuovamente la battuta a Taylor Fritz nel dodicesimo e ultimo gioco della partita. Con una rimonta da 3-5 a 7-5, il tennista italiano ha messo la ciliegina su una partita dal sapore buono e dolce come quello di una torta. In poco più di due ore, il nostro portacolori ha cucinato (come piace dire di questi tempi) un successo che lo conferma sempre più numero uno al mondo.
25 years after winning the US Open, @AndreAgassi returns to present this year's 🏆 to Jannik Sinner! pic.twitter.com/KQKkkveaYe
— US Open Tennis (@usopen) September 8, 2024
Nel corso dell’intervista post-match, con la sua solita calma ed educazione, lo stesso tennista italiano ha parlato di quello che ha vissuto nelle ultime settimane. Poteva togliersi dei sassolini dalle scarpe, ma il suo aplomb non glielo permette. Anche dopo un successo così importante come quello agli US Open, anche dopo un periodo così difficile, Jannik ha preferito essere Sinner. Ha preferito restare sé stesso.
“Ho imparato ad essere felice per quello che abbiamo, per il resto serve lavorare. Sono contento di avere tante persone vicine che mi conoscono e che sento ogni giorno, sono felice di condividere con loro i miei successi. Ringrazio tutti i tifosi che mi danno la forza nei momenti difficili. E’ bello aver vinto questo torneo. Ho avvertito pressione a inizio torneo, non è stato facile gestire quello che ho passato. Per me è stato un privilegio essere qui, ogni partita è stato un bonus. Il pubblico mi ha accolto alla grande. Ora stacco un po’ per essere pronto per il finale di stagione, poi lavorerò come sempre per migliorare”.
“Fritz è stato un grande rivale, ha fatto un super lavoro ed è bello vederlo in una finale così importante. Sono convinto che ci tornerà presto. E’ un titolo che significa tanto, è stato un periodo non facile. Il mio team mi ha aiutato e supportato in momenti complicati. Amo il tennis, mi alleno per realizzare queste vittorie. E’ andata bene, abbiamo lavorato giorno dopo giorno, ho capito quanto è importante la parte mentale. Ringrazio il team e la gente che mi è stata vicina. Penso di poter ancora migliorare e non vedo l’ora di lavorare”.
Alla domanda ‘Jannik sei il primo italiano a vincere lo US Open: cosa vuol dire per te?’, è venuto fuori cosa vuol dire essere Sinner. Mettendo da parte ancora una volta l’io, il nostro portacolori ha risposto: “Prima di parlare di questo voglio fare i complimenti a Taylor che so quanto volesse questo trionfo. Poi, voglio salutare mia zia che non sta molto bene e non so per quanto tempo sarà ancora nella mia vita. Voglio dedicare un pensiero a lei che è una persona importante per me con cui ho passato tanti bei momenti insieme. C’è una vita anche oltre il tennis: auguro a mia zia e a tutte le persone di avere tanta salute, anche se non è sempre possibile“.
Vincendo praticamente tutto, Sinner sta acquisendo quella consapevolezza che il tennis – che è la parte più importante della sua vita – non è tutto. E questo, forse, è il traguardo più importante raggiunto dal nostro portacolori la cui forma mentis, come le gesta in campo, sono quelle di un giocatore di un’altra categoria. Di un altro spessore, sportivo e umano. Anche a New York, anche nelle dichiarazioni post-vittoria, Jannik Sinner si è dimostrato ancora una volta più forte di tutto e di tutti!
Fonte Foto in Evidenza: Jannik Sinner (X)
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
Entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva, con il passare del tempo è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e si occupa di Calciomercato, Tennis e NBA. Inoltre, scrive riguardo anche le breaking news che concernono i temi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti e centrali del momento.
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