Dopo cinque lunghissimi anni, l’Italia torna finalmente a disputare una competizione internazionale di rilievo, quegli Europei che mancano nella nostra bacheca dal 1968 (ultimo e unico titolo vinto sotto la guida di Ferruccio Valcareggi), e lo fa in grande stile, disputando la gara inaugurale di Euro 2020 contro la Turchia all’Olimpico di Roma, davanti a circa 15000 tifosi. Mancini sceglie il consueto 4-3-3, con Bonucci e capitan Chiellini a comporre la coppia di centrali a protezione della porta difesa da Donnarumma e Florenzi e Spinazzola sulle corsie esterne.
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In mezzo al campo, al fianco del campione d’Europa Jorginho e Barella, c’è Locatelli, che rimpiazza il convalescente Verratti, mentre Insigne e Berardi supportano l’unica punta Immobile nel tridente d’attacco. Tanti i volti noti tra le file della Turchia di Senol Günes, tra cui gli “italiani” Demiral e Calhanoglu, il centrale del Leicester Söyüncü, fresco di vittoria della FA Cup, e l’intramontabile bomber Burak Yilmaz, reduce dalla vittoria del campionato francese col Lille.
Sin dalle prime battute, l’Italia prende in mano le redini del gioco, ma non riesce a capitalizzare le numerose occasioni da gol avute. Tra queste, le migliori capitano a Insigne, che calcia a giro in maniera tutt’altro che impeccabile da posizione più che invitante, e Chiellini, autore di colpo di testa potente e centrale deviato in calcio d’angolo da Çakir. La Turchia non riesce mai a rendersi pericolosa, mentre gli Azzurri dominano in lungo e in largo e protestano per un calcio di rigore non assegnato per un fallo di mano in area su un cross di Spinazzola sul finire del primo tempo, che si conclude sullo 0-0.
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Nella seconda frazione di gioco, il copione non cambia, con l’Italia spesso e volentieri pericolosa dalle parti di Çakir e la Turchia mai realmente capace di andare oltre la propria metà campo. Dopo poco meno di dieci minuti, l’episodio che cambia il volto della partita, ossia il più che meritato vantaggio degli Azzurri, per effetto di un’autorete di Demiral propiziata da Berardi: il centrale della Juventus mette il pallone nella propria porta nel tentativo di respingere un cross dalla destra dell’attaccante del Sassuolo, sbloccando dunque l’incontro.
Galvanizzata dal vantaggio, l’Italia tiene il piede ben piantato sull’acceleratore, impensierendo la retroguardia turca con i tentativi di Insigne e Locatelli. Al 66’ arriva anche il raddoppio, che porta la firma di Immobile: gran parata di Çakir su un destro potente di un inesauribile Spinazzola, ma il portiere turco non può nulla sul centravanti numero 17, che insacca sulla respinta e permette agli Azzurri di gestire con più tranquillità il finale di gara. A 10’ dal termine, a coronamento di una serata decisamente memorabile, l’Italia trova anche il terzo gol, con un tiro a giro di Insigne, il suo marchio di fabbrica: l’attaccante del Napoli, che aveva sfiorato il gol più volte, si riscatta dunque alla grande prima di lasciare il posto a Chiesa.
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Avvio dunque molto positivo per l’Italia, che si impone per 3-0 ai danni della Turchia, ottenendo un risultato tanto convincente quanto meritato per iniziare nel migliore dei modi il proprio cammino nel gruppo A degli Europei. Dopo un primo tempo bloccato, con tante occasioni create senza sfruttarne nemmeno una a dovere, nella ripresa gli Azzurri fanno valere la propria netta superiorità – sia sul piano tecnico che per ciò che concerne il gioco espresso – e stravincono il duello coi turchi.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: Profilo Twitter UEFA EURO 2020
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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