Se è vero che il mondo può cambiare in sole 24 ore (o forse anche meno), figuriamoci cosa possa accadere in 828 giorni. Ma, d’altronde, è questa la distanza temporale dall’ultima volta che la Nazionale di calcio italiana mise piede a Wembley per giocare la finale di Euro2020 contro i padroni di casa dell’Inghilterra.
È questo il tempo trascorso da quando l’Italia si laureò campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia. Da quando l’abbraccio tra Mancini e Vialli fece commuovere lo Stivale intero. Da quando capitan Chiellini – dopo essere diventato un meme per la famosa trattenuta su Saka – sollevò al cielo di Londra la coppa continentale.
Sembra una vita fa e il mondo pare essere cambiato per davvero. Oggi, da più di un anno e mezzo, nel cuore di quell’Europa che prometteva un cambiamento in positivo durante il lockdown e che tutta insieme guardò l’edizione di Euro2020 (spostata nel 2021 a causa del Covid) è scoppiata una guerra: quella tra Russia e Ucraina.
Quest’ultima, ormai da giorni, passata quasi in secondo piano perché sempre di guerra (o giù di lì) ne è scoppiata un’altra. Questa volta tra Israele e Palestina. O meglio, tra Israele e il gruppo radicale palestinese Hamas, i quali si scambiano reciprocamente pesanti attacchi missilistici come fossero telegrammi.
Nella capitale europea, ovvero Bruxelles, proprio ieri sera, l’incontro tra Belgio e Svezia – valido per le qualificazioni a Euro2024 – è stato sospeso a fine primo tempo perché un’ora prima del calcio d’inizio un uomo armato di kalashnikov – appartenente alla cellula terroristica dell’Isis – ha aperto il fuoco in pieno centro al grido di “Allah Akbar” uccidendo 2 tifosi svedesi e ferendo un numero imprecisato di persone, prima di perdere la vita – questa mattina – in uno scontro d’armi con la polizia belga.
Seppur d’importanza meno rilevante rispetto ai fatti di cui sopra, anche all’interno della nostra Nazionale di calcio ci sono stati diversi stravolgimenti. A partire, in ordine temporale, dall’immensa delusione per la mancata qualificazione al Mondiale di Qatar 2022 con l’Italia eliminata ai playoff dalla Macedonia del Nord.
Per non parlare, poi, della dolorosa scomparsa di Gianluca Vialli che ci ha lasciato il 6 gennaio di quest’anno proprio in quella Londra dove, un anno e mezzo prima, aveva vissuto in prima persona la gioia della vittoria dell’Europeo con l’amico di sempre Mancini.
Lo stesso Roberto Mancini che, come un fulmine a ciel sereno, in piena estate, ha presentato le dimissioni da commissario tecnico dell’Italia per poi diventare qualche giorno più avanti il nuovo selezionatore dell’Arabia Saudita. A dimostrazione del fatto, ancora una volta, che gli stimoli sono importanti nella carriera di un professionista ma i soldi ancora di più.
Soldi, tanti soldi, come quelli presumibilmente giocati in piattaforme illegali secondo la Procura di Torino, da alcuni calciatori italiani come Fagioli, Tonali e Zaniolo implicati in quello che, ormai, possiamo definire come il “Caso Scommesse”. Mentre il centrocampista della Juventus ha fatto ritorno dal ritiro con l’Under-21 per collaborare con gli inquirenti, gli ex giocatori rispettivamente di Milan e Roma hanno lasciato il ritiro di Coverciano per chiarire la propria posizione. Per tutti e tre, aspettando l’evolversi della situazione, il rischio di squalifica rimane comunque alto.
Per non aggiungere nuovi “terremotanti” episodi alla lista riguardante la nostra Nazionale – come (facendo tutti gli scongiuri) una mancata qualificazione anche ad Euro2024 – il nuovo c.t. Luciano Spalletti, con tutto il suo staff, è a lavoro già da diverse settimane. Lo stesso ex allenatore del Napoli, vincitore dell’ultimo campionato di Serie A, sa che attualmente l’obiettivo prioritario è uno solo: la qualificazione ai prossimi Europei.
Tanto passerà proprio dalla sfida di questa sera a Wembley contro l’Inghilterra. Certo, quella che andrà in scena alle ore 20:45 italiane non sarà un’Inghilterra-Italia che vale un titolo europeo, ma la posta in palio rimane alta. Se, infatti, alla nazionale allenata da Gareth Southgate manca poco (o quasi) per staccare il biglietto per la Germania – dove la prossima estate si disputeranno i campionati europei di calcio – lo stesso non si può dire per gli Azzurri che, comunque sia, si ritrovano tra le mani un’importante occasione per riequilibrare tutto il girone (da cui, ricordiamo, si qualificano le prime due formazioni classificate).
A tal proposito, in questo momento, in vetta al gruppo C troviamo proprio l’Inghilterra con 13 punti totalizzati in 5 giornate disputate. Al secondo posto, l’Italia con 10 punti conquistati in altrettante partite a pari punti con l’Ucraina che, invece, di incontri ne ha disputati uno in più: ovvero, sei. Più staccata la Macedonia del Nord con 7 punti che precede il fanalino di coda, Malta, ferma a 0 punti.
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Morale della favola, in un mondo che continua a cambiare rapidamente – in meglio o in peggio decidetelo voi – per la nostra Nazionale è arrivato il momento di cambiare marcia. Senza fare troppi allarmismi per una qualificazione ai prossimi Euro2024 che è ancora alla portata dell’Italia, è arrivato il momento di dimostrare la nostra forza. Tuttavia, se c’è una cosa in cui non dovremmo cambiare mai, è il fatto che il nostro Paese nel momento delle difficoltà (quali esse siano) riesce a compattarsi come pochi ed esaltarsi come nessuno.
Per questo motivo, a Wembley, per i ragazzi di Luciano Spalletti sarà un banco di prova significativo. Sicuramente, il più importante degli ultimi mesi. Una sfida in cui gli 11 giocatori in campo dovranno compattarsi e unirsi affinché diventino un cuore e un’anima sola. E questo, lo sa bene anche il nostro commissario tecnico come testimoniano le parole dette in conferenza stampa: “Il calcio è fatto di opportunità e probabilmente chi non crede in questo ha dei pensieri che non glielo fanno vedere. Qui puoi davvero valutare di che livello sei, sono le situazioni che noi dobbiamo amare. Il confronto con la realtà ti dà sempre la dimensione di ciò che sei realmente e non dobbiamo sfuggire da questo confronto, altrimenti bisogna cambiare mestiere”.
In riferimento alla finale di Euro2020, l’allenatore di Certaldo ha poi dichiarato: “Quella finale, come tutti coloro che amano il calcio, ero lì a vederla. Quella è stata una storia unica per chi l’ha vissuta e meritata. Sarebbe ingiusto fare dei paragoni perché, appunto, rimarrà unica. Vogliamo ispirarci a ciò che è successo in quella gara e magari farla diventare questa la nostra storia. Facciamo sì che diventi la nostra identità. Faremo di tutto. Vogliamo andare al confronto con la realtà, non ci siamo riempiti la testa di pensieri spaventosi. La realtà ci dirà di che livello siamo“.
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Ma cos’è davvero la realtà, se non un “presente” che guarda al “futuro” e che domani sarà già “passato”. Se non un concetto astratto in continuo mutamento, come il mondo in generale, e la nostra Nazionale in particolare. Quante realtà sono cambiate in questi 828 giorni trascorsi dalla finale di Wembley? Tante, forse anche troppe. Ma d’altronde, così come la vita, la realtà è scandita dal tempo che inesorabilmente passa non sapendo mai quello che accadrà.
Nel calcio, però, un concetto è rimasto sempre uguale nel tempo tanto da diventare una sorta di proverbio: “Gli inglesi hanno inventato il calcio e noi italiani glielo spieghiamo”. Una realtà che noi, tifosi Azzurri, vorremmo durasse per sempre. O, almeno, per un’altra notte ancora. Da Wembley a Wembley: 828 giorni dopo è di nuovo Inghilterra-Italia. È arrivato il momento di guardare in faccia la realtà.
Fonte Foto in Evidenza: Nazionale Italiana Twitter
Giuseppe Rosario Tosto
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito in sintesi? Cercare di spiegare, nel miglior modo possibile, tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).