Si è conclusa la prima giornata dei gironi di Champions League e non possiamo non iniziare dall’impresa del Napoli al Diego Armando Maradona. L’avversario era quello delle grandi occasioni: il Liverpool, non una squadra qualsiasi, bensì i vice-campioni d’Europa. Sia chiaro: in Champions non esistono vere e proprie piccole o grandi, perché anche nelle partite più scontate, può esserci la sorpresa che spiazza, forse un po’ come per la serata degli azzurri.
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Quello che ha stupito di più non è tanto il solito modulo di Spalletti, che ha seguito la classica regola non scritta del “squadra che vince non si tocca” (fatta eccezione per l’assenza di Mario Rui dell’ultimo minuto a causa di un problema gastrointestinale), quanto l’atteggiamento dei Reds. Le difficoltà erano palpabili sin dall’inizio (basti vedere le espressioni di Klopp, un allenatore incredibilmente trasparente oltre che di grandissima caratura). Gli azzurri hanno aggredito sin da subito andando in gol con il rigore di Zielinski (migliore in campo); poco dopo Osimhen conquista il secondo penalty, che però si fa parare da Allison. L’arrembaggio non finisce qui però: sale in cattedra Kvaratskhelia a spostare gli equilibri e si inserisce nel gol di Anguissa e serve l’assist al subentrato Simeone (alla prima rete in assoluto nella tanto sognata Champions dall’argentino). Il secondo tempo è di pura amministrazione con la quarta rete ancora di Zielinski e la rete della bandiera del Liverpool di Diaz, il migliore dei suoi. Sarà stato un caso forse, specie vedere la squadra di Klopp così allo sbando, con le idee confuse.. ma il merito è certamente del Napoli e di una prestazione incredibilmente bella per essere vera. Buona la prima!
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Al Parco dei Principi si è giocata Psg- Juventus, forse proprio in un momento di stagione troppo delicato per gli ospiti. La squadra di Allegri ha dovuto fronteggiare gli uomini di Galtier a casa loro, in una bolgia incredibile, quella da grandi eventi di Champions: come se non bastasse la condizione non era delle migliori. Oltre al gap qualitativo visto in campo, spicca la condizione fisica: argomento consono per Allegri, rinomato per le partenze “diesel”. Tutto ciò non funge da giustificazione: un primo tempo dove Neymar, Verratti, Messi e Mbappè hanno fatto quello che volevano. I bianconeri erano totalmente assenti e sono passati in svantaggio due volte grazie alla doppietta del fenomeno francese, con due reti spaziali (entrambe al volo di collo destro). Quello che fa storcere il naso ancora di più è il secondo tempo della Juve: non sarà stata una frazione indimenticabile, ma stava per pareggiare la partita, incredibilmente, perchè dopo il pareggio di testa di McKennie, si sono visti fraseggi più veloci e convinti, ha avuto due occasioni per raggiungere la parità, ma è mancato il carattere (vedi la sostituzione di Milik per Locatelli). Ci sono enormi difetti in questa squadra (Perin ha effettuato due parate a tenere la partita a galla), ma dovrebbero ripartire dalla mera convinzione dei giocatori presenti in rosa e non partire già sconfitti, non c’è cosa più umiliante. Devono ripartire da questo secondo tempo, fraseggi rapidi e gioco sulle fasce.
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Poteva essere una partita sicuramente una partita diversa per gli uomini di Inzaghi, merito anche della squadra consolidata, con degli schemi da far invidia a diverse grandi squadre d’Europa, ma questa Inter, stavolta, è stata irriconoscibile. Nelle scelte di formazione e nell’atteggiamento soprattutto: Il Bayern ha letteralmente fatto ciò che voleva. La squadra di Nagelsmann ha condotto i giochi a proprio piacimento disputando un primo tempo asfissiante, dove Onana è stato costantemente messo alla prova. Mattatore della serata è stato certamente Sanè (autore della prima rete e colui che ha propiziato l’autorete di D’Ambrosio dopo uno splendido scambio con Coman). Si poteva pensare ad una partita molto difficile, ma i nerazzurri hanno reagito soltanto nei primi 15 minuti del secondo tempo, troppo poco per impensierire i bavaresi. Dopo un derby perso malamente, questa sconfitta in Champions deve far riflettere, perché una squadra come l’Inter può e deve far di più: Inzaghi dovrà stare più attento alle scelte e spera nel rientro di Lukaku lì davanti (si è sentita la mancanza del belga in attacco, anche contro il Milan). Era ancora la prima partita per fortuna, il tempo per rimediare c’è.
Triplice fischio a San Siro. #InterFCB #UCL #ForzaInter pic.twitter.com/uEeUFWePw6
— Inter (@Inter) September 7, 2022
Dopo un derby di Milano vinto con grande merito e convinzione, il Milan trova il pareggio in casa di un ottimo Salisburgo. I padroni di casa, come anticipato alla definizione dei gironi di Champions, sono un avversario estremamente imprevedibile: squadra giovane, capace di giocare in verticale e in velocità, ma con grande abilità tecnica, nonostante l’età media molto bassa. Dopo il loro vantaggio con il gran gol di Okafor (probabilmente il migliore in campo), i rossoneri hanno trovato il pareggio quasi nell’immediato grazie alla rete di Saelemaekers, su assist del solito Leao. Gli uomini di Pioli hanno giocato una partita a viso aperto e forse hanno un po’ pagato le energie spese contro l’Inter in campionato, ma pareggiare così non sa di risultato negativo, nonostante il palo colpito da Leao nel finale che avrebbe cambiato totalmente le cose.. Insomma, una prestazione discreta del Milan, che ora ha avuto la conferma di doversi guardare anche dal Salisburgo in questo pazzo girone dove la Dinamo Zagabria ha battuto il Chelsea alla prima.
Our #UCL opener ends in a draw ❌#SALACM #UCL 1-1 #SempreMilan️ pic.twitter.com/uTLcYMbf8W
— AC Milan (@acmilan) September 6, 2022
Alex Privitera
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Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.