La partita era decisiva, ci si giocava il passaggio ai quarti di finale di Champions e l’atmosfera allo Stadio Civitas Metropolitano era incandescente come sempre. L’Inter si giocava tutto in casa di un Atletico Madrid ferito, dopo la prestazione deludente dell’andata. Vediamo cosa è successo nel match.
Il gioco del calcio può essere bello quanto noioso alle volte (vedi la partita dell’andata tutt’altro che spettacolare), ma stavolta le aspettative non hanno deluso. Il vantaggio dell’Inter ha sicuramente inciso sull’atteggiamento iniziale della squadra , forse un po’ troppo statica. I colchoneros, con il rientro di Griezmann, hanno ritrovato delle manovre più varie, data l’estrema versatilità e mobilità del francese.
La partita è scandita dal pressing asfissiante dei padroni di casa che, dopo alcune occasioni importanti, si ritrovano a concederne altrettante ai nerazzurri. Proprio da una di questa nasce il bel gol di Di Marco su assist di Barella, un azione in verticale abile a sfruttare il lato scoperto dell’Atletico. Poco dopo, però, arriva la risposta immediata con Griezmann, dopo diverse ribattute in area.
Probabilmente lì cambia il match: l’Inter si ritrova solitamente a dominare le partite, sapendo gestire magistralmente grazie al centrocampo e ad una difesa attenta. Stavolta il palcoscenico era diverso e la squadra di Simeone in queste situazioni si esalta: nonostante qualche occasione importante come quella sprecata da Thuram, l’Inter soffre la pressione avversaria ed è venuta a mancare precisione nella costruzione (pesano gli errori di Mkhitaryan nel passaggio decisivo, almeno due importanti occasioni non sfruttate).
Simeone indovina alla perfezione i cambi da effettuare ed in particolare la mossa vincente risulterà essere proprio la sostituzione di Morata per Depay. Il talentuoso olandese, uscito ingiustamente dai radar negli ultimi anni a causa del minutaggio ridotto, cambia la partita. Inzaghi si ritrova ad effettuare delle sostituzioni forse un po’ troppo difensive e questo ha causato l’arretramento del baricentro.
Un’Inter troppo arrendevole sciupa la ripartenza non finalizzata da Barella e proprio Depay, dopo un’azione ragionata dei suoi, prende il palo sinistro dentro l’area di rigore e quasi alla fine trova la rete che porta la partita ai supplementari. Riquelme sul finale sciupa un occasione che non avrebbe fatto proseguire il match.
Durante i supplementari è successo davvero ben poco visto che entrambe le squadre hanno accusato giustamente i ritmi dei tempi regolamentari e gli allenatori ne hanno approfittato per gestire le ultime sostituzioni in vista dei possibili calci di rigore a cui poi si è andati incontro. Col senno di poi Inzaghi non è stato particolarmente fortunato: le sostituzioni che hanno portato in campo i vari Sanchez e Klaassen hanno portato sfortunatamente a due relativi errori dal dischetto, fatali nella lotteria dei calci di rigore.
Nell’Atletico sbaglia solo Saul, mentre l’Inter deve fare i conti con un super Oblak (in particolare la parata su Klaassen). L’errore decisivo è del capitano Lautaro Martinez, tra i più in ombra sotto porta durante la partita, ma quello che ci ha provato di più (visti anche i due assist importanti sprecati da Barella e Thuram).
La rincorsa e il tiro sono il riassunto di una serata dove è mancata la solita grinta interista dell’ultimo periodo, sovrastata da una squadra quasi mai bella, non tanto apprezzata ma efficace come quella di Simeone, capace di esaltarsi in queste situazioni. Delusione in casa Inter dopo questa sconfitta: non si cancella l’annata importante fino ad ora, ma forse si poteva fare qualcosa di più, specie nel modo di affrontare tutto il match.
Fonte foto: Atletico de Madrid X
Alex Privitera
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Nasce a Catania in quel soleggiato Aprile del 1996. Racconti familiari lo ritraggono sin da piccolo con un pallone tra i piedi. Crescere non ha fatto altro che rafforzare quell’amore verso il gioco del calcio e qualsiasi altro sport, con o senza un pallone. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, si dice che tra le sue altre passioni non possano mancare musica, cinema e tecnologia. Particolarmente testardo e deciso, crede sia molto importante saper condividere i propri pensieri. Proprio per questo, da tempo affascinato dal giornalismo sportivo, decide di intraprendere questa avventura con Voci di Città. Un capitolo tutto da scrivere, una nuova sfida da affrontare un passo per volta.