La tanto attesa sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito alla questione Superlega ha sottolineato l’esistenza di un abuso di potere dominante da parte di FIFA e UEFA, legittimando così la creazione di tornei paralleli indipendenti e stabilendo che i club che decidono di partecipare a competizioni non organizzate dal massimo organismo sportivo calcistico mondiale e dal corrispettivo europeo non possono essere sanzionati in alcun modo.
Il verdetto del ricorso, presentato dall’European Superleague Company il 27 maggio 2021, ha già scosso il mondo del calcio ma, al contempo, non ha fatto cambiare la posizione di tante squadre contrarie alla nascita della Superlega. Se il governo britannico ha confermato quanto aveva già deciso due anni fa, ossia il divieto per i club d’Oltremanica di partecipare alla Superlega, Barcellona e Real Madrid rimangono parte integrante del progetto di cui si occupa la società A22Sports, in netto contrasto col presidente della Liga Javier Tebas, tra i principali nemici del nuovo torneo.
Blaugrana e Blancos hanno confermato la propria adesione con molteplici comunicati riportati sui rispettivi ufficiali, mostrando la propria soddisfazione per la possibilità di “dare un nuovo slancio al calcio europeo” . Molti club storici, invece, hanno espresso la propria categorica opposizione alla possibilità di prendere parte alla Superlega.
In Spagna, tra le tante, spiccano Atlético Madrid, Siviglia, Villarreal e Valencia, mentre nel resto d’Europa si segnalano il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund in Germania, il Manchester United in Inghilterra, Inter e Roma in Italia e il Paris Saint-Germain in Francia. Il proprietario del club parigino, Nasser Al-Khelaïfi, è anche presidente dell’ECA, l’Associazione dei club europei, incarico che ha assunto dopo le dimissioni di Andrea Agnelli nel 2021.
“La Premier League prende atto della sentenza della Corte di Giustizia Europea sul ricorso dell’European Superleague Company contro UEFA e FIFA. Tale sentenza non approva la cosiddetta Superlega europea, in merito alla quale i tifosi hanno già espresso fortemente il proprio dissenso. La Superlega è un modello di competizione che interromperebbe il rapporto tra il calcio nazionale e quello europeo. La Premier League, inoltre, ribadisce il suo impegno nei confronti dei principi di competizione aperta, alla base del successo dei tornei nazionali e internazionali. Il calcio si basa sulla competitività creata da promozioni e retrocessioni, dalle qualificazioni meritocratiche alle varie coppe europee e dalle storiche rivalità che accompagnano i tifosi ogni weekend.”, si legge nel comunicato ufficiale pubblicato dalla Premier League.
“Prendo atto della decisione della Corte di Giustizia dell’UE. Si parla tanto di libertà, ma la Superlega è un progetto chiuso, noi lavoriamo per lo sviluppo del calcio in simbiosi con l’UEFA e crediamo in valori diversi. La sentenza non cambierà nulla, il calcio europeo ha la Champions League e sarà sempre più forte.”, ha dichiarato lo sceicco Al-Khelaïfi, al vertice del Paris Saint-Germain dal 2011.
Anche il presidente de La Liga, Javier Tebas, ha criticato aspramente la Superlega. “Ci vogliono norme trasparenti e chiare per l’approvazione di nuovi tornei, non basta la semplice disapprovazione. Inoltre, è necessario un assetto normativo oggettivo che richieda condizioni paragonabili all’intero settore, ma che non sia lasciato alla discrezionalità dei leader della FIFA e della UEFA, perché ciò comporterebbe una situazione di abuso di potere dominante.”, ha dichiarato lo stesso Tebas.
Quest’ultimo ha poi rincarato la dose, non disdegnando un tono polemico nei confronti dei sostenitori della Superlega. “Non è scontato che una competizione come la Superlega venga approvata. Nella sentenza emessa, infatti, la Corte di Giustizia Europea non si pronuncia su quest’aspetto, ma si limita a pretendere che le regole per l’ammissione alle competizioni organizzate da UEFA e FIFA siano trasparenti e non discriminatorie. Principi incompatibili col progetto Superlega.”
Fortemente contrario alla Superlega anche Gabriele Gravina, presidente della FIGC e vicepresidente della UEFA, che prima della sentenza della Corte di Giustizia europea aveva dichiarato che eventuali adesioni a tornei non organizzati da UEFA e FIFA comporteranno l’esclusione delle squadre italiane da tutte le competizioni nazionali, in base alle norme federali.
Il progetto della Superlega venne presentato il 19 aprile 2021, ma naufragò ben presto dopo il dietrofront di 9 dei 12 membri fondatori, tra cui tutte le squadre inglesi (Manchester City, Chelsea, Liverpool, Manchester United, Arsenal e Tottenham) e le italiane (Juventus, Milan e Inter). Proprio la Vecchia Signora ebbe un ruolo di primo piano nel lancio del nuovo progetto, nella persona dell’ex presidente Andrea Agnelli. Con la nuova proprietà, i bianconeri hanno dovuto fare un passo indietro, per evitare l’esclusione dalle coppe europee per almeno due anni, ma non è escluso il loro rientro.
Potrebbe collaborare alla nascita definitiva della Superlega anche il Napoli di Aurelio De Laurentiis. Quest’ultimo, infatti, si è più volte reso protagonista di feroci critiche nei confronti di UEFA e FIFA, proponendo la creazione di nuovi tornei gestiti dai club. Nel frattempo, però, nel pomeriggio di oggi – giovedì 21 dicembre – Inter, Roma e Atalanta hanno già dichiarato la propria posizione di non voler aderire alla nuova Superlega.
Se la prima versione del progetto presentato dalla società A22 Sports non aveva avuto riscontri positivi sia da tifosi che addetti ai lavori, un nuovo torneo con la partecipazione di squadre diverse ogni anno, in base ai risultati maturati sul campo, potrebbe suscitare l’interesse del pubblico. Inoltre, potrebbe dare nuova linfa a un calcio che negli ultimi anni ha perso sempre più consensi.
Tuttavia, il nuovo progetto della Superlega sembrerebbe essere stato bocciato a priori (come visto) da tantissimi club europei. Difatti, ancora una volta, parrebbe che il modello dell’European Super League sia morto sul nascere. Di sicuro, ci attendono giorni particolarmente interessanti!
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: talkSPORT
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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