BOLOGNA – La chiamano la città dei sette segreti, ma Bologna tra i suoi portici e le stradine medievali nasconde molto di più. I segreti e le curiosità di questa città non smettono mai di stupire e di lasciare a bocca aperta cittadini, turisti, immigrati da altre regioni o dal resto del mondo. Una piccola caratteristica, ma stupenda per il significato che cela, è quella che si nasconde proprio all’angolo tra piazza Nettuno e via Rizzoli, esattamente presso l’antico lampione di palazzo Re Enzo, situato lì dal 1920 con lo scopo, per l’appunto, di assolvere la funzione per cui è stato realizzato: illuminare la strada circostante.
Dal 2012, però, ciò che all’apparenza si limita ad essere un lampione (imponente, ma pur sempre un lampione) si è trasformato in qualcosa di molto più romantico ed emotivo: un messaggero di vita. Infatti, ormai da quasi 4 anni il fatidico lampione di palazzo Re Enzo sprizza un lampo di luce ogni qual volta che a Bologna viene dato alla luce un nuovo bimbo. Il lampione è collegato a due dei più importanti ospedali bolognesi (Sant’Orsola e Maggiore) con un sistema di telecontrollo realizzato dalla Fondazione Alma Mater in collaborazione con la startup Wi4B; ogni volta che in sala parto si celebra una nuova nascita, uno degli infermieri preme l’apposito pulsante che subito fa illuminare con un flash il lampione per annunciare a tutti coloro che passano di lì questa immensa gioia.
L’iniziativa, intrapresa dal sindaco Merola a marzo del 2012, è stata frutto di un viaggio in Belgio a Gent, precisamente nella cittadina di Vrijdagmarkt, dove ogni lampione o lampadina per le strade si accendono con un fascio di luce in collegamento diretto con tutte le sale parto del paese. Così, con un costo di 20mila euro finanziato da Vodafone e ad opera dell’architetto Francisco Giordano, il restauro del lampione messaggero è stato completato a dicembre 2011, permettendo qualche mese dopo l’inaugurazione dell’iniziativa.
Quindi, passando per piazza Nettuno, oltre a limitarsi a guardare il fallo ultradotato del Nettuno, è bene soffermarsi ogni tanto di fronte al lampione che con la sua luce condivide, ogni giorno, con tutti l’unico segno di speranza che niente e nessuno potrà mai negare: la vita.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.