Il caffè: si potrebbe dire la bevanda preferita degli italiani, ma anche del resto del mondo, dove si presenta sotto oltre 30 forme diverse le quali soddisfano, singolarmente, le aspettative di ogni singolo consumatore lungo l’arco di un’intera giornata, lavorativa e non. Ma il caffè, si sa, viene bevuto principalmente al mattino, appena svegli o sul posto di lavoro affinché dia quello sprint di cui si ha bisogno dopo una bella dormita. In realtà, però, molti impiegati europei hanno dichiarato di non poter assumere alcun caffè durante le ore lavorative, poiché non ne hanno il tempo utile. In ufficio o altrove, infatti, sembra impossibile, a volte, riuscirsi a fermare per bere un caffè, poiché si accumulerebbe troppo lavoro. Tuttavia, un sondaggio europeo dimostra che chi si ferma un attimo per fare una “pausa caffè”, non solo migliora le proprie prestazioni, ma anche la memoria.
L’Institute for Scientific information on coffe, grazie anche all’aiuto di You Gov, ha svolto un’indagine su un campione di otto mila persone di sei Paesi europei, appurando che: il 56% prende il caffè, durante il lavoro, solamente perché gli piace il suo gusto, non per i suoi effetti benefici; il 68% per fare una piccola sosta; il 29% per cercare di stare più svegli e attenti; e l’11%, il più preoccupante, che non effettua alcun intervallo neanche per bere o mangiare qualcosa. Ciò nonostante, uno studio della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha affermato che la caffeina migliora notevolmente il rendimento, diminuendo di gran lunga gli incidenti, non solo al lavoro, ma anche, e soprattutto, in auto nel tornare a casa. E a sostegno di questa tesi insorge anche un’altra ricerca, effettuata dalla Baylor University del Texas, che consiglia di assumere almeno un’altra bella tazza di caffè a metà mattinata, non nel tardo pomeriggio. Difatti, a tal proposito è stato rilevato che nella maggior parte dei Paesi i lavoratori preferiscono prenderne un altro tra le nove e le undici del mattino (solo in Finlandia l’orario si sposta tra le 13 e le 15) e quasi neanche uno il pomeriggio.
In Italia, addirittura, in alcune città non è proprio possibile fare la pausa caffè se non dopo aver timbrato il cartellino e per non oltre 15 minuti del proprio tempo. Inoltre, questo lasso di tempo adoperato dovrà essere recuperato lungo i successivi tre mesi lavorativi, pena, possibilmente, la riduzione dello stipendio. Insomma, gli italiani pretendono il massimo dai propri impiegati, ai quali, a quanto pare, molte volte non è concessa nemmeno un’interruzione dalle proprie mansioni, ma ciò, a quanto pare, si rivela alquanto sbagliato: per l’appunto, la OECD ha dichiarato che lunghe e intense ore di lavoro non corrispondono a una maggiore produttività, ma tutto il contrario. Spiegato, forse, il perché degli insuccessi di molte aziende italiane quindi?
Anastasia Gambera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.